Al Museo Diocesano di Acireale sono esposti paramenti sacri floreali in seta di lavorazione artigianale settecentesca – .

La città barocca dei “Cento Campani” si “veste” per due giorni di sete sei-settecentesche con raffinati decori floreali. Nuova ed esclusiva mostra museale il 27 e 28, domani e domenica, al Museo Diocesano dell’Acese: “L’obiettivo della mostra ‘Vestimenta Sacra: seta e fiori nei paramenti sacri dell’Aciresco tra Settecento e Ottocento” , spiega il direttore monsignor Giovanni Mammino, “è offrire una finestra unica sulla devozione, l’estetica e le interazioni sociali all’interno della comunità cristiana attraverso i secoli”. Vale la pena visitare il Museo Diocesano di Acireale, al primo piano dello splendido Palazzo D’Amico in via Genuardi 16, vicino alla cattedrale, dove da questa sera è allestita la suggestiva mostra temporanea dedicata alle carte da parati sacre in pregiata seta del XVII secolo. e del XVIII secolo. “Inizia un percorso tra arte e devozione che aprirà al pubblico in occasione dell’Infiorata, manifestazione in programma ad Acireale dal 25 aprile e che proseguirà fino al 1° maggio”, aggiunge don Giovanni Mammino. Questa configurazione durerà tuttavia per parecchi mesi previa prenotazione.

In un concentrato di bellezza e testimonianze di fede, saranno esposti alcuni preziosi manufatti, frutto del culto e della devozione del paese di Acisa, “per riportare alla mente il tempo della produzione della seta e della sua lavorazione nel nostro territorio tra il Seicento e Ottocento”.

Artigianato unico. Don Mammino aggiunge: “Questa mostra esclusiva mette in luce l’arte e la spiritualità dei paramenti sacri utilizzati nei secoli nelle azioni liturgiche. L’esposizione presenta un’accurata selezione di paramenti e accessori sacri provenienti da diverse collezioni ecclesiastiche della diocesi, molti dei quali mai esposti al pubblico prima. Ogni pezzo racconta una storia unica di fede, tradizione e artigianato religioso”. In effetti “fu un periodo abbastanza intenso, anche perché l’industria della seta rappresentava in quei secoli il fattore trainante dell’economia locale. In questa mostra sono esposti paramenti sacri realizzati con tessuti acquistati anche dalla Sicilia, cioè la seta grezza proveniente dal nostro territorio per poi realizzare i paramenti”. In altre parole, “vogliamo focalizzare l’attenzione su una realtà molto vivace del territorio acese, ovvero la produzione della seta. Da qui l’allevamento dei bachi da seta. Grazie a ciò, nel nostro territorio veniva prodotta una grande quantità di seta grezza che veniva poi venduta principalmente a Messina e da lì partiva poi per i vari porti del nord Italia e della Francia, dove veniva lavorata. E poi spesso qui arrivavano la seta e i tessuti. Che venivano venduti soprattutto nell’ambito dell’antica Fiera Franca di Santa Venera, che fu particolarmente attiva nei secoli XVII e XVIII presso molte famiglie acirealisi, che si arricchirono grazie a questo commercio”. Da qui le vere e proprie opere d’arte con motivi floreali esposte nel nuovo percorso museale.

La mostra permanente. Al Museo Diocesano di Acireale non sono allestite solo mostre temporanee. Monsignor Mammino riferisce che “esiste un nucleo di raccolta permanente, nella sede storica di via Genuardi 16, nei locali della diocesi, che è ancora in fase di allestimento. Negli ultimi anni abbiamo organizzato diverse mostre temporanee e allo stesso tempo abbiamo continuato la formazione della collezione permanente. A partire dal 2014, anno in cui si è tenuta la prima mostra sul Divino Bambino, una raccolta che rievocava il culto di Gesù bambino e in particolare il presepe settecentesco di Acireale. Poi nel 2015, grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, il museo ha cominciato a prendere forma; i contributi della CEI hanno così permesso di attivare mostre temporanee che hanno avuto un notevole successo. Negli anni successivi si è andata progressivamente formando la collezione permanente, che ha riunito reperti provenienti dalla cattedrale e dalle chiese filiali attualmente non accessibili. Poi nel 2017, in collaborazione con la Soprintendenza di Catania, abbiamo organizzato una mostra sulla Passione con l’esposizione di stampe dell’artista Albrecht Dürer, stampe conservate presso la Biblioteca regionale di Palermo. E ancora nel 2019, un’altra mostra temporanea, questa volta sul culto di Santa Venera, Patrona della città e della diocesi di Acireale, dal titolo: ‘L’iconografia acireale di Santa Venera. Santa maestra tutelare. Che è stata una bella mostra perché c’era una straordinaria esposizione del tesoro di Santa Venera, con i gioielli ex voto”.

Dunque «tra il 2023 e il 2024, l’ultima mostra è stata quella sui pastori, i cosiddetti pastori che ‘persero la testa’, cioè tutti quei manufatti, quelle teste dei pastori che furono rimosse dal presepe settecentesco dalla chiesa di Santa Maria della Neve furono esposti al pubblico.” All’interno di Palazzo D’Amico è possibile ammirare anche i meravigliosi soffitti decorati. “Abbiamo sei stanze – continua a riferire il direttore del Museo diocesano Don Giovanni Mammino -. E la cosa particolarmente interessante è che all’interno del museo abbiamo un laboratorio di restauro, che rappresenta una grande attrazione soprattutto per le scolaresche, grazie al lavoro del restauratore Angelo Trovato, che illustra le diverse fasi del restauro, fornendo informazioni ai interno di un laboratorio aperto. Lavora prevalentemente su opere lignee e pittoriche”. Monsignor Mammino prosegue: «Stiamo puntando molto su scuole e gruppi, gruppi parrocchiali, gruppi di associazioni culturali, su prenotazione». La collezione permanente conta una trentina di opere, tra statue e tele. Per l’argento ci affidiamo per ora alla vicina cattedrale. Una collezione permanente che, però, punta pian piano a crescere sempre di più.

Storia e devozione ad Acireale. “I musei svolgono un ruolo cruciale nel preservare e trasmettere la storia e la cultura, fungendo da ponti tra il passato e il presente. Questa mostra permette ai visitatori di esplorare diversi aspetti della storia umana, offrendo spunti significativi su come le società si sono evolute nel tempo”, prosegue il direttore del Museo diocesano di Acireale Monsignor Mammino.

A due passi dalla Cattedrale. Al piano terra di Palazzo D’Amico, in via Genuardi 16, c’è l’ufficio Beni Culturali, al primo piano si trova il Museo Diocesano, al secondo piano si trova la sede dell’Archivio Storico Diocesano. Collocato quindi nel salotto buono della città, il palazzo è una sorta di ‘Palazzo della Cultura’. La costruzione risale alla seconda metà dell’Ottocento e fu acquistata dalla diocesi negli anni ’30. La Chiesa di Acireale è guidata dal 2011 da monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, nonché presidente della Conferenza episcopale siciliana. Il direttore del museo, monsignor Mammino, spiega poi che “la collezione permanente è composta principalmente da dipinti, in particolare abbiamo due grandi tele provenienti dalla Chiesa di San Giovanni Nepomuceno; e poi altre tele del pittore Michele Vecchio; una tela di Alessandro Vasta; e la Madonna del Rosario con i Santi Domenicani, che nei giorni scorsi è stata prestata per la mostra inaugurata a Catania presso il Museo Diocesano. Inoltre nel Museo abbiamo anche una tela abbastanza grande ed interessante, proveniente da Randazzo, che rappresenta la nascita della Vergine Maria, opera di un pittore messinese del XVII secolo”.

Non solo dipinti. “Abbiamo soprattutto statue, che testimoniano l’ardente arte statuaria del XVIII secolo, in particolare la Madonna, la Maddalena e poi San Pietro penitente, ed anche il Cristo Buon Pastore dello scultore Ignazio Castorina Canzirri, il principale esponente della scultura in fiamme del XVIII secolo”. E per completare, ovviamente, “i paramenti e in particolare i paramenti di seta, perché la città di Acireale era rinomata anche nei secoli XVII e XVIII per la produzione della seta: come accennato, veniva acquistata soprattutto la seta grezza e quindi le varie tessuti di seta”. La vicina Cattedrale. Fiore all’occhiello del culto acireale è sicuramente l’imponente edificio religioso della Cattedrale di Acireale. Nel centro storico, arricchisce Piazza Duomo con i suoi campanili e la sua magnificenza. L’interno è elegantemente arricchito da affreschi e marmi. Favoloso l’impatto visivo esterno, dato dalla facciata, a pochi metri da una sontuosa piazza pavimentata a raggiera. La cattedrale di Maria Santissima Annunziata è il principale luogo di culto della città situato nell’articolata Piazza del Duomo, su cui si affaccia anche l’incantevole basilica dei Santi Pietro e Paolo. Acireale, come è noto, rappresenta una perla incastonata nella provincia etnea. Conosciuta soprattutto per il centro storico barocco, con i suoi numerosi maestosi edifici, i palazzi baronali dai portali lavici impreziositi da mascheroni scolpiti, l’affascinante intreccio di strade, a testimoniare l’importanza che la cultura e la storia hanno avuto per la città.

Organizzazione. La mostra è stata allestita in collaborazione con l’associazione “Cento Campanili” e con il liceo artistico “Renato Guttuso” di Giarre. In particolare, gli studenti di questo istituto hanno preso in considerazione i singoli tessuti e hanno sviluppato studi sulle decorazioni floreali prelevando e disegnando i vari fiori.

Informazioni utili. La mostra sarà aperta ai visitatori da domani, sabato 27, e poi domenica 28 aprile dalle 9.00 alle 20.00, con orario continuato. Dopo questi giorni la mostra sarà fruibile per i gruppi su prenotazione telefonando al 351 5215736.

 
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