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Antonino Ballarino, il maggiore “azionista” della LFAReggioCalabriache ha parlato nel quindicinale Forza Regginafa il punto su una stagione molto difficile, soprattutto per le chiacchiere fuori dal campo:
“La situazione era già complicata, poi con tutti gli attacchi che abbiamo ricevuto potevamo essere allo sbando. Abbiamo costruito un’intera squadra in dieci giorni, nonostante i numerosi rifiuti ricevuti da giocatori che non si fidavano di venire a Reggio dopo tutto quello che era successo, mentre ora nessuno vuole andare via. E ancora, la decisione di farci giocare subito e tutte quelle partite di fila perché una volta
lo ammetto, le altre società avevano paura della Reggina. D’altronde nelle prime dieci partite abbiamo rischiato le sorti del torneo“.
Prosegue Ballarino: “Non essendo reggino, penso di avere la colpa di essere meridionale, di non venire da Roma in su. O forse, semplicemente, essere una persona normale, vera. Chi non mi conosce non mi apprezza. Inoltre nel club, oltre al vice Fabio Vitale, ci sono Reggini, il presidente, il dirigente Giuseppe Praticò… Ci sono però due aspetti molto diversi, quello vero, dove mi sento accolto, e quello per lo più negativo , del
sociale. Ma deve essere chiaro che chi parla male del club non ama la Reggina“.
Ballarino sottolinea: “Non ci sono stati davvero momenti belli. Posso però dire della bellezza di aver avuto l’opportunità di conoscere
di un popolo meraviglioso, dell’enorme impegno da parte di tutti coloro che credono nel progetto Reggina e che ringrazio. Il momento peggiore, quando sono stato aggredito personalmente“.
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