era stata sepolta dal Vesuvio – .

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La Campania era una delle regioni più apprezzate dall’élite romana ed è anche per questo motivo che oggi in questa regione è possibile trovare un gran numero di ville, costruite per le famiglie più ricche e importanti della città.

Secoli di presenza romana furono però sepolti dalle civiltà successive, per non parlare delle eruzioni del Vesuvio che spesso sommersero – come a Pompei – le antiche strutture con diversi metri di pomice e cenere.

Fu una delle ville romane più importanti ed apprezzate della zona in epoca romana la villa personale del primo imperatore di RomaAugusto, che scelse di costruire un rifugio per sé e per la sua famiglia a Nola, dalle stanze soffocanti e affollate della sua casa sul Palatino.

Fino a questo momento, l’ubicazione specifica di questa villa, nelle campagne del Nolanoera sconosciuto, dato che secoli di storia e di predoni hanno nascosto i suoi resti, ma un team di archeologi l’ha fattol’Università di Tokio ha appena dichiarato di aver ritrovato i resti di una casa romana sotto le fondamenta di un edificio più recente, che però risale al II secolo d.C

Lo scavo si trova all’interno dell’ Valle Somma Vesuviana e dista pochi chilometri dal luogo dove tradizionalmente si riteneva potessero trovarsi i resti della villa di Augusto. Tuttavia, le statue trovate tra i sedimenti e i pilastri dell’edificio suggeriscono che gli archeologi giapponesi, che scavano in questo sito, da oltre 20 anni – riuscirono a trovare qualcosa di molto importante, chiarendo definitivamente l’esatta posizione della villa augustea.

La prima scoperta romana nella zona avvenne nel 1929, quando un contadino scoprì per caso di avere i resti di una domus romana. All’epoca gli archeologi iniziarono a scavare, pensando già di scoprire la villa tanto desiderata dagli archeologi, ma le difficoltà economiche e la Seconda guerra mondiale sospesero gli scavi, ripresi grazie alla prima squadra giapponese solo nel 2002.

L’elenco dei reperti rinvenuti nel corso di questi millenni è piuttosto lungo: gli archeologi li hanno ritrovati bellissime statue in marmo, ddiversi dipinti murali, una grande sala ricca di rilievi in ​​stucco e mosaici, posate e vari piccoli oggetti di uso quotidiano. Tuttavia, solo di recente il team ha iniziato a scavare più a fondo, trovando l’edificio risalente al I a.C

“Utilizzando la datazione al radiocarbonio e con l’aiuto di vulcanologi locali, abbiamo determinato che queste sezioni appena scoperte erano sepolte da materiale vulcanico proveniente dall’eruzione del 79 d.C.” ha dichiarato Kohei Sugiyamaun archeologo dell’Institute for Advanced Global Studies che è uno dei principali autori di questa scoperta.

Grazie a questa scoperta oggi sappiamo che l’eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano seppellì anche altre strutture molto importanti della zona, tra cui la villa di Augusto. Si chiarisce inoltre che a seguito dell’eruzione, la popolazione iniziò immediatamente a ricostruirsicreando le strutture del II secolo più superficiali.

La villa di Augusto e probabilmente diversi altri edifici furono distrutti flussi piroclastici proveniente dal vulcano, che, scendendo a grande velocità, seppellì ogni cosa, avvolgendo il paesaggio con una densa nube di materia incandescente. Un evento osservabile anche in diverse altre eruzioni più recenti, il cui video è disponibile online.

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