“+60% di cibo estero in 10 anni, a rischio la sovranità alimentare del Paese” – Targatocn.it – .

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Negli ultimi dieci anni il importazioni di prodotti alimentari stranieri Sono aumentato del 60% raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro. Spesso i prodotti provengono da Paesi che non rispettano le stesse norme di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori. È lui a denunciarlo Coldiretti sulla base dei recenti dati diffusi dall’Istat.

Nessun settore è stato risparmiato

L’invasione non ha risparmiato nessun settore. Nel 2023 hanno varcato le frontiere oltre 5 miliardi di chili di frutta e verdura, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Uno dei prodotti simbolo dell’invasione sono le patate, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Le importazioni di piselli freschi e secchi ammontano poi a 251 milioni di chili (+20%), mentre quelle di fagioli ammontano a 176 milioni di chili (+9%) e sono arrivate 126 milioni di chili di lattuga (+5%).

Sono arrivati ​​127 milioni di chili di pere (+15%) ma boom soprattutto per gli arrivi di pesche e nettarine che sono balzati a 108 milioni di chili (+74%). Anche le importazioni di kiwi sono cresciute a doppia cifra (+23%) attestandosi a 80 milioni di tonnellate. A questi vanno aggiunti i prodotti trasformati, come i succhi di frutta. Nel 2023 abbiamo importato 202 milioni di chili, il 25% in più rispetto al 2022. C’è stata anche un’invasione di cereali. Gli arrivi di grano tenero con cui fare pane e biscotti sono stati 4,88 miliardi di chili, l’8% in più rispetto a dodici mesi prima.

Dalla frutta al latte alla carne

Le importazioni di latte sfuso sono state pari a 884 milioni di kg, in aumento del 47% rispetto al 2022, a cui vanno aggiunti altri 302 milioni di kg di latte confezionato. Ma sono anche 593 milioni i chili di formaggi e latticini in arrivo nel 2023 (+11%). Tra le carni, le maggiori importazioni hanno riguardato la carne suina, pari a 992 milioni di chili (+4%), davanti alla carne bovina con 375 milioni di chili (+5%) mentre l’import di ovini è ammontato a 29 milioni di chili (+14%).

Di fronte a quella che è una vera e propria invasione di prodotti esteri – sottolineano Cristina Brizzolaripresidente della Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossadelegato confederale – vogliamo il rispetto del principio di reciprocità: le regole imposte ai produttori europei devono valere anche per chi vuole vendere sul mercato Ue”.

Coldiretti: “Basta concorrenza sleale”

“Devono essere bloccati i prodotti che entrano alle frontiere, trattati con sostanze e metodi vietati in Europa e che non rispettano le stesse norme comunitarie in termini di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del lavoro – è la richiesta avanzata dai rappresentanti della Coldiretti – Una concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori europei, sottoposti anche a regolamentazioni e vincoli spesso fuori dalla realtà”.

 
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