programma e protagonisti del festival dal 3 al 13 maggio – .

Protagonisti e programma della 51esima edizione, in programma dal 3 al 13 maggio tra Alighieri, Socjale, Cisim e Mama’s

Uno spaccato geografico del jazz, dagli Usa a Cuba, con un ritorno all’Europa e all’Italia, spaziando dalle grandissime formazioni orchestrali ai solisti: la 51esima edizione di Ravenna Jazz (organizzato da Jazz Network) avrà una trama particolarmente narrativa. Nelle sue undici sere, dal 3 al 13 maggioil festival ospiterà il pianista Abdullah Ibrahim, uno dei pochi musicisti africani ad aver raggiunto un ruolo di primo piano nel jazz mondiale, una prima donna del canto afroamericano come Jazzmeia Horn, il jazz “sinfonico” dell’Orchestra Jazz Italiana con John De Leo e Rita Marcotulli, le seduzioni caraibiche della cubana Ana Carla Maza, le voci a cappella di Anonima Armonisti, l’apoteosi virtuosistica del manouche jazz di Joscho Stephan, le atmosfere oniriche del duo Opez, il soul jazz e lounge di Sam Paglia, il jazz puro di Alessandro Scala.

I laboratori “Mister Jazz”, che come da tradizione si integrano con la programmazione concertistica, saranno tenuti da due fuoriclasse della vocalità creativa come John De Leo (5 maggio) e Petra Magoni (8). I seminari si terranno presso il Centro Mousiké e saranno aperti a tutti gli strumentisti.

Principali concerti

Abdullah Ibrahim

Al Teatro Alighieri, Ravenna Jazz 2024 fa le cose in grande, ospitando personalità di spicco del jazz internazionale e produzioni orchestrali di successo.

Abdullah Ibrahim è il supremo rappresentante del jazz africano: è del 1960 il primo LP jazz realizzato da artisti neri in Sud Africa, suo paese d’origine. L’aspetto più evocativo della sua arte è la sua performance da solista, e in questo modo lo ascolterai 9 maggio: un contesto che fa emergere il suo stile dalla distintiva definizione ritmica, sontuosa e iterativa, e dai disegni melodici di palpitante dolcezza, intensamente evocativi.

Jazz seriale: le produzioni originali con ilOrchestra Jazz Italiana diretti da Fabio Petretti stanno diventando un appuntamento fisso e molto atteso, che si rinnova ad ogni edizione con un progetto musicale a tema diverso e con nuovi ospiti. Gli invitati all’inaugurazione del festival (3 maggio) Sono il cantante Giovanni De Leo e il pianista Rita Marcotulli, che svettano sull’orchestra in un omaggio a Elvis Presley, i cui brani saranno rivisitati in forma jazz-sinfonica. Tra rock ‘n’ roll e pop di alto profilo, lo stesso Presley aveva scoperto il potenziale del proprio repertorio tradotto in arrangiamenti opulenti.

Anche “Pazzi per il jazz” Progetto Giovane è una produzione originale che si aggiorna di anno in anno: il repertorio di Harry Belafonte è al centro di questa mastodontica creazione orchestrale e corale, con una moltitudine di giovanissimi interpreti preparati e diretti da musicisti affermati come il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, il il trombonista Mauro Ottolini, il sassofonista Mauro Negri e il beatboxer Alien Dee (13 maggio).

Ravenna Jazz Club

I grandi spettacoli live ospitati all’Alighieri sono accompagnati dai concerti di “Ravenna 51° Jazz Club”: un programma inserito nell’accogliente cornice dei locali e dei teatrini di Ravenna e dintorni. E anche se le sale sono di piccole dimensioni, gli artisti sul palco sono di ampia fama internazionale, con in più lo spazio per i talenti locali.

IL Teatro Sociale di Piangipane si conferma palcoscenico riservato alle voci: ospiterà tre appuntamenti con gruppi guidati da musicisti, tutti cantanti, tutti di nazionalità diverse.

IL 5 maggio si esibisce il violoncellista e cantante cubano Ana Carla Maza, accompagnato da Norman Peplow al pianoforte: seduzioni caraibiche e passioni in punta d’arco. Il suo progetto “Caribe” è un ritorno alle descargas (marmellate) cubane degli anni ’50, con abbondanti e gioiose deviazioni verso la rumba caraibica, il tango argentino e un flirt con la samba brasiliana e la bossa nova.

IL 7 maggio è tempo di Musica nuda, ovvero Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), che nel 2023 hanno festeggiato i 20 anni del loro intramontabile duo di successo. Magoni e Spinetti fanno rivivere continuamente la magia delle loro interpretazioni di brani inediti, cover internazionali e classici francesi.

IL 12 maggio i riflettori saranno accesi Corno Jazzmeia, una delle più brillanti promesse emergenti del jazz made in USA. La giovane cantante di Dallas è arrivata sulla prima pagina delle notizie jazz nel 2015 grazie alla vittoria al Thelonious Monk Institute International Jazz Competition, che ha rivelato all’improvviso il suo talento sulla scena internazionale: la perfetta incarnazione moderna delle grandi dive afroamericane che hanno affermato i canoni della canzone jazz.

Lo stadio di Cisim di Lido Adriano è per gli ascolti più sorprendenti e per gli artisti più non convenzionali. E proprio questi sono i protagonisti dei quattro concerti che si terranno in questo locale. L’Armonisti anonimi (4 maggio) è un settetto vocale a cappella che, con l’aggiunta di Alien Dee, ha portato il canto armonizzato a più voci in una nuova dimensione, totalmente privo di accompagnamento strumentale, portandolo a contatto con il beatboxing.

Fin dal titolo, “Django Forever”, e dall’ensemble di soli archi, il trio del chitarrista tedesco Joscho Stephan rende evidente la sua dedizione al gipsy swing, il gipsy jazz che era di gran moda negli anni ’30. Con Joscho il canone classico di questa musica che ha in Django Reinhardt il suo nume tutelare suona improvvisamente rivitalizzato (6 maggio).

Il duo Operazione al fianco del chitarrista Massi Amadori e del contrabbassista Francesco Giampaoli. La loro musica è allo stesso tempo densa e rarefatta, sensuale e spirituale, malinconica ed evocativa. Il loro “Social Limbo” ispira passi di danza, ma come in un rallentatore lisergico (8 maggio).

SamPaglia compone, canta e soprattutto suona qualsiasi tipo di tastiera. Paglia si è affermato come uno dei nomi più rappresentativi del movimento lounge, trasportando il genere esotico nel nuovo millennio. A Ravenna si presenta alla testa di un quintetto che riunisce ottimi solisti della zona, tra cui spiccano il sassofonista Alessandro Scala e il trombettista Enrico Farnedi (10 maggio).

C’è poi una tradizione ormai talmente radicata da meritare il marchio DOC: la presenza all’ Il club della mamma (l’11°) del sassofonista ravennate Alessandro Scala, un eroe locale capace di esprimere gli slanci più brillanti e coinvolgenti della grande scuola sassofonica jazz, estendendoli anche al funk e al boogaloo. Per l’occasione Scala guiderà un quintetto con solisti del calibro di Mauro Ottolini (trombone) e Francesca Tandoi (pianoforte): una produzione originale del festival che conferma Scala come leader capace di coinvolgere i migliori esponenti del jazz nazionale.

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