L’asilo che “cattura” il sole per illuminare le case di Santeramo – .

Arriva dalla Murgia la storia della prima comunità energetica barese, che parla di una scuola, di un quartiere popolare e di un progetto nato con l’idea di combattere la povertà energetica. È il 2021 quando a Santeramo muove i primi passi il percorso verso la costituzione di un Cer (Comunità delle Energie Rinnovabili). “Abbiamo iniziato quando quasi nessuno parlava di queste realtà. Non è stato facile, ma oggi possiamo certamente dire di aver tracciato una strada”, dice Vincenzo Sansonetti, rappresentante della cooperativa Ènostra, che ha sostenuto il Comune nel progetto. Un processo fatto di idee, di condivisione, ma anche di sfiducia da superare, di leggi che tardano ad arrivare, di ostacoli tecnici e burocratici da superare. Sono passati così quasi due anni dalla costituzione ufficiale del Cer (nel giugno 2022) al suo avvio vero e proprio. Con l’atteso via libera del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), arrivato lo scorso marzo, gli iscritti al Cer di Santeramo potranno finalmente iniziare a beneficiare degli incentivi previsti.

Cosa sono le Comunità Energetiche

Nell’ottica di una strategia europea che punta ad aumentare sempre più il peso delle rinnovabili nella copertura del fabbisogno energetico dell’Unione (l’obiettivo attuale, fissato dalla Direttiva UE Red III del 2023, è quello di garantire entro il 2030 una quota rinnovabile pari ad almeno il 42,5% nei consumi energetici finali), il ruolo del Cers è considerato fondamentale. In una comunità energetica rinnovabile, cittadini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, enti religiosi o del terzo settore, amministrazioni locali, si riuniscono per condividere l’energia elettrica rinnovabile prodotta dagli impianti appartenenti a uno o più enti della comunità. L’energia autoprodotta, per la quale sono previsti incentivi, viene poi condivisa e consumata dagli stessi soci Cer, oppure, per la parte non autoconsumata, immessa in rete e venduta, con ulteriori benefici economici per i soci. Il Cers può così diventare uno strumento cruciale nel percorso verso la transizione ecologica, coniugando i benefici ambientali derivanti dalla produzione di energia pulita con vantaggi economici e sociali.

Come l’Europa vuole farci risparmiare sulle bollette

Come è nata l’idea del Cer Santeramo

Nel 2021, intercettando i fondi a disposizione dei Comuni ai sensi del Decreto Sviluppo, l’amministrazione comunale di Santeramo decide di realizzare un impianto fotovoltaico sul tetto dell’asilo nido ‘Rodari’, in una zona caratterizzata dalla presenza di edilizia popolare. Fin dall’inizio l’idea è stata quella di trasformare quell’impianto da 42 kilowatt, volutamente sovradimensionato rispetto alle esigenze della scuola, nel ‘cuore’ del futuro Cer, a beneficio dei residenti di quella zona. “Siamo stati tra i primi Comuni più grandi ad avviare un percorso simile – ricorda Maria Anna Labarile, allora vicesindaco e assessore all’Ambiente -. Abbiamo subito colto l’occasione per sperimentare lo strumento CER, da poco regolamentato. Il progetto aveva questa duplice natura, non solo ambientale, ma anche sociale, con l’obiettivo di aiutare le famiglie meno abbienti: per questo abbiamo scelto una scuola inserita in un contesto di edilizia popolare”. Per affrontare il percorso che porterà alla nascita del Cer, l’amministrazione comunale avvia una collaborazione con Ènostra, cooperativa energetica che produce e fornisce ai propri soci energia sostenibile e rinnovabile. “Essendo un’iniziativa molto innovativa – spiega Labarile – cercavamo chi avesse già esperienza e competenze in questo settore. Ènostra aveva già sostenuto i comuni più piccoli, quindi conosceva già le procedure. Naturalmente nel nostro caso, trattandosi di un comune molto grande, non potevamo pensare ad un Cer che potesse soddisfare il fabbisogno energetico di tutti gli abitanti. Abbiamo dovuto scegliere un’area e iniziare in modo sperimentale. Abbiamo cercato di lasciare una traccia, un’esperienza concreta, che forse, speriamo, possa essere replicata”.

I primi passi verso la comunità delle energie rinnovabili

Inizia così il percorso verso la nascita della Comunità Energetica di Santeramo. Il primo incontro pubblico di presentazione del progetto si terrà a fine 2021. Un paio di mesi dopo vengono allestiti stand informativi per raccogliere le adesioni dei cittadini interessati a far parte del Cer. Ma l’entusiasmo dei promotori deve tenere conto innanzitutto dei dubbi e della sfiducia dei potenziali beneficiari del Cer: in un momento in cui si parla ancora molto poco di comunità energetiche, nonostante la prospettiva di un risparmio sui costi energetici a fronte di un’adesione praticamente a costo zero, la proposta di adesione al Cer incontra non poco scetticismo. Alla fine, su 40-50 voci possibili, ne vengono raccolte circa la metà. Il 6 giugno 2022 è nata ufficialmente la Comunità delle energie rinnovabili di Santeramo in Colle, che si configura come ente del terzo settore. I soci fondatori sono 26: venti famiglie, cinque attività commerciali (un albergo, una cartoleria, una pescheria, un panificio e una macelleria) e lo stesso Comune di Santeramo. Alla guida del Cer c’è un comitato direttivo composto da tre membri: Vito Capozzi, presidente, Nicola Paradiso, tesoriere e vicepresidente, Francesca Porfido, segretaria. “Eravamo tre semplici cittadini che non si conoscevano nemmeno – ricorda Paradiso, ripensando alla nascita del consiglio – Veniamo tutti da professioni diverse, non avevamo nulla in comune se non l’interesse per questo progetto. E invece ci siamo ritrovati uniti, condividendo questo percorso, che certamente non è stato facile, ma che anche grazie al supporto di Vincenzo ed Ènostra, ha permesso di realizzare qualcosa di importante”.

La ‘dura vita’ del Cer, dalla sua costituzione al suo avviamento

Un percorso, quello per arrivare al lancio vero e proprio del Cer, nel quale non mancano certo gli ostacoli da superare. A partire da una normativa allora non ancora del tutto definita, che inevitabilmente complicò le cose sul piano tecnico. “Il nostro progetto è partito dalla normativa sperimentale – spiega Sansonetti – secondo la quale potevano partecipare al Cer solo gli utenti appartenenti alla stessa cabina secondaria. Allora abbiamo fatto una richiesta all’Enel per capire quanti soci appartenessero a questa zona e abbiamo scoperto che erano dieci”. Si riduce così il numero dei potenziali beneficiari, mentre si allunga l’attesa per la nuova legislazione. Il passare dei mesi, però, oltre a tenere inevitabilmente in stand-by il progetto, comporta anche un altro problema: i perimetri delle cabine secondarie non sono stabili, ma possono variare nel tempo in base alle esigenze della rete elettrica. Accade poi che, dopo una seconda richiesta di verifica e ulteriori mesi trascorsi per ottenere la risposta, il numero degli utenti effettivamente inseriti nell’area Cer si riduce ulteriormente. Della cabina secondaria, e quindi in grado di presentare domanda di accesso agli incentivi, fanno parte solo sei soci: due esercizi commerciali, tre utenze domestiche e il Comune di Santeramo in Colle. L’applicazione parte a gennaio 2024, e a fine marzo arriva finalmente la risposta positiva del GSE: la Comunità Energetica di Santeramo ha iniziato a generare i primi incentivi.

Obiettivo raggiunto e prospettive di sviluppo

Intanto, nello stesso mese di gennaio, arriva anche il tanto atteso decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Con un’importante novità anche per lo sviluppo futuro della comunità energetica di Santeramo: individuando la cabina primaria come riferimento, la nuova normativa consentirà anche agli altri venti soci fondatori di accedere agli incentivi. Inoltre possono essere accettati nuovi soci, a partire da altri residenti nella stessa zona, fino al tetto di quaranta utenze servibili dal sistema. Ma, in futuro, il Cer potrebbe essere ampliato anche con nuovi impianti di energia rinnovabile collegati alla stessa cabina primaria, trasformando il progetto iniziale in un Cer di ‘seconda generazione’. Resta intanto l’esperienza già delineata che, pur tra mille difficoltà, inizierà presto a dare i suoi frutti. Con un ritorno positivo non solo per i soci della Comunità dell’Energia, ma anche per tutti i cittadini di Santermo. Come previsto dallo statuto del Cer, infatti, parte degli incentivi serviranno a finanziare piccoli interventi a beneficio della comunità. “Grazie a questo progetto non c’è solo un gruppo di cittadini di una zona periferica di Santeramo che potrà consumare energia pulita e avere un risparmio economico sui consumi elettrici – commenta Sansonetti – I nostri soci, come la signora Rosalba, Signora Orsola, ora potranno decidere con i benefici economici del Cer se costruire un parco giochi, promuovere un taxi sociale o attrezzare una casa comunitaria, generando coesione sociale e producendo benefici concreti sul territorio. Tutto questo è rivoluzionario ed entusiasmante”.

 
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