Antonio Farinaro sarà candidato sindaco alle elezioni amministrative di Aversa. Le voci di un possibile ritiro dalla competizione elettorale sono categoricamente smentite dagli ambienti politici vicini all’ex presidente del consiglio comunale. Prima di apparire in pubblico, lo stimato avvocato ha deciso di attendere che venga definito lo scenario locale. Una scelta tattica, insomma. Il quadro politico è ancora fluido. E non è escluso che la coalizione di Farinaro possa aprirsi al contributo di altre forze civiche. Al momento il gruppo è composto da Forza Aversa, Noi per l’Italia, Prima Aversa, Noi Moderati e Per Aversa-Farinaro sindaco. I lavori per la formazione delle liste sono già ben avviati. Tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima verrà presentata ufficialmente la coalizione e inizierà la campagna elettorale. In questo lasso di tempo verranno presi in considerazione gli “incastri” con esponenti politici ancora indecisi sulla loro collocazione. Intanto la posizione di Noi Moderati sembra definitivamente chiarita. I leader provinciali, regionali e nazionali non si sono posti il problema politico della presenza di Forza Italia dall’altra parte a sostegno di Franco Matacena. Inoltre gli Azzurri dovrebbero correre senza simbolo di partito. I follower di Maurizio Lupi saranno quindi al fianco di Farinaro. Dopotutto, sono stati i suoi più fedeli sostenitori fin dall’inizio. Basta leggere le dichiarazioni del leader casertano Angelo Lettera su Italia Notizie. Chiarimento finale che è anche un monito per i nostri lettori. Nella formazione delle coalizioni, questo vale per tutti, assistiamo a “cose che voi uomini non potete nemmeno immaginare”. Esponenti di spicco che oggi dicono “sì”, domani “no”, dopodomani “non lo so”. Tutto e il contrario di tutto, insomma. Un decadimento politico e personale che dovrebbe essere oggetto di riflessione da parte di tutti. Ergo, nel momento in cui scriviamo Antonio Farinaro è candidato a sindaco. Se in un minuto qualcuno fa delle piroette clamorose, non è colpa nostra. È incoerenza, ma la chiamano politica.
Mario De Michele
