Calabria, orgoglio senza pregiudizi. Il mondo di Santo Strati – .

“La Calabria è come un negozio pieno di qualsiasi specialità, ma con le saracinesche chiuse”. Santo Strati riassume in una frase l’amore e la frustrazione per una regione che ha tutto per essere una potenza economica, culturale e turistica, ma non rende facile il compito di chi vuole farla crescere. Resta però un ottimista: nel 2017, in pensione dopo una lunga carriera da giornalista, ha fondato il quotidiano web ‘Calabria Live’, “che ha oltre 300mila contatti al giorno e arriva ovunque ci sia una comunità calabrese”, spiega in un’intervista all’Adnkronos. “A Roma i calabresi censiti sono 600mila (in realtà sono molti di più), in Lombardia un milione, nel mondo sei milioni. Una ‘diaspora’ che, se sapesse fare meglio rete, potrebbe trasformare la nostra regione”.

Leggendo il suo giornale, e in particolare il Giornale della Domenica (48 pagine di approfondimento), non mancano risorse, menti e passione. “Ma sapete quante sono le aziende calabresi che fatturano più di cinque milioni di euro l’anno? Cinquemila! Eppure la maggior parte di loro sono sconosciuti anche a chi vive nella zona”. Alla domanda da dove derivi il successo dei suoi connazionali in Italia e nel mondo, cita Corrado Calabrò, grande giurista e poeta, già presidente dell’AgCom: “abbiamo avuto una spinta in più, quella di dover superare i pregiudizi negativi. Lavorare tre volte più duramente, e lontano da casa, per dimostrare il nostro valore”. Anche se sembra incredibile, i primi laureati in un ateneo calabrese risalgono al 1974. Prima era necessario studiare altrove, come Strati che da Reggio prendeva il traghetto per Messina. “E noi eravamo i ‘più vicini’, per gli altri è stato molto più complicato”.

All’epoca l’atteggiamento nei confronti dei calabresi, e dei meridionali in generale, non era certo tenero. «Quando mi trasferii a Venezia per lavorare al ‘Gazzettino’, era la fine degli anni ’70, c’era molta diffidenza verso gli emigranti. Oggi la situazione è cambiata. La presidente Jole Santelli, che non è più con noi, ha capito che l’aspetto reputazionale è fondamentale e che bisogna cambiare narrazione. Parliamo di un territorio incredibile, con tre parchi nazionali, 800 chilometri di coste, un patrimonio artistico, archeologico e paesaggistico di inestimabile valore. Non ha più senso parlare solo di criminalità”.

Non è un caso che in “Calabria Live” non ci sia notizia di cronaca nera. “Manca, come lo sport, perché sono già tanti altri che se ne occupano. Mi interessa raccontare storie che non trovano spazio altrove.” E Santo Strati di storie ne ha raccontate tante, a partire dalla famigerata rivolta di Reggio Calabria del 1970, “un anno e mezzo di follia e di rabbia” raccontata giorno per giorno in “Buio a Reggio”, davvero un’opera monumentale costruita oltre 50 anni fa. di Luigi Malafarina, Franco Bruno e un diciannovenne Strati, ormai unico superstite di quell’opera, rieditata nel 2020. I quattro volumi di allora sono diventati mille pagine con le immagini dei protagonisti locali e nazionali: Pertini , Fanfani, il giovane deputato Dc Sergio Mattarella che invoca “la forza garante delle istituzioni democratiche, della ferma condanna della violenza e del teppismo”.

Mille illustri calabresi si raccontano invece nel libro “La Calabria nel cuore”, scritto con Peppino Accroglianò, che per oltre trent’anni ha premiato i bambini della sua amata regione, fino alla sua morte nel 2021: “C’è il premio Nobel Renato Dulbecco , quattro presidenti emeriti della Corte Costituzionale e poi centinaia di servitori delle istituzioni, grandi manager, scienziati, intellettuali, politici, atleti, imprenditori. C’è anche l’ex presidente argentino Mauricio Macri, premiato in tempi inaspettati”.

I suoi ultimi anni da osservatore privilegiato sono condensati in “Calabria, Italia”, uscito nel 2023. Se gli chiediamo di riassumere i mali della sua terra, non ha esitazioni: “il problema principale è la mancanza di visione. I vecchi politici guardavano alle generazioni future, ora si concentrano sulle prossime elezioni, se vanno bene, e su dopodomani se vanno male. E poi non hanno letto Machiavelli: il Principe deve prima circondarsi dei giusti collaboratori».

Ma la colonna dei punti di forza è molto più popolata, e l’entusiasmo di Strati, motore propulsore delle sue mille attività, è più forte che mai: “Basti pensare al salto che il settore enogastronomico ha fatto negli ultimi anni: potrebbe essere modello importato della Napa Valley, portando migliaia di persone in tour di degustazione di aziende vinicole che ormai hanno rilevanza internazionale. O quanto potrebbe crescere il turismo religioso, con le tradizioni millenarie, le processioni spettacolari, il culto di Natuzza Evolo di cui è aperto il processo di beatificazione e che raccoglie devoti da tutto il mondo. E poi potremmo costruire un Festival del Libro del Sud, attrarre appassionati di trekking grazie alla bellezza della Via Basiliana, attrarre investimenti multinazionali con gli incentivi delle Zone Economiche Speciali. Potrei continuare, ma devo partire: domani arriverà Mattarella per visitare due eccellenze industriali della mia terra…”. (di Giorgio Rutelli)

 
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