cominciamo con il terreno dell’ex Secco e i locali di via Tolpada – .

cominciamo con il terreno dell’ex Secco e i locali di via Tolpada – .
cominciamo con il terreno dell’ex Secco e i locali di via Tolpada – .

TREVISO – Non più vendite con trattativa diretta, ma aste elettroniche. Là Fondazione Cassamarca voltare pagina. Avendo raggiunto la sicurezza economica, cancellato tutti i debiti e ha indirizzato l’attività verso le finalità originarie quali dare risorse alla cultura e sostegno al territorio, laoperazione di monetizzazione del patrimonio immobiliare. E il presidente Luigi Garofaloinsieme a Organi gestori di Ca’ Spinedaha deciso che è ora di cambiare marcia: «Ci è sembrato molto più opportuno passare alle aste online, un sistema diretto e aperto a tutti. Ovviamente daremo tutte le aste pubblicamente e con largo anticipo. Poi aspetteremo le varie offerte come prevede la normativa”. La scelta è già stata fatta e la nuova modalità avviata. I primi beni ad essere messi all’asta sono Ex Secco si estende attorno a Villa Franchetti dove, durante la gestione di Dino De Poli, la Fondazione aveva pensato di creare un centro residenziale. Ma l’era delle fondazioni-agenzia immobiliari è definitivamente finita. Garofalo voleva chiudere un’impresa e un settore che rischiava seriamente di sprofondare l’istituto. «Il patrimonio immobiliare che non è più strategico per i nostri scopi – ribadisce – è in vendita. Vogliamo trasformare gli immobili in denaro da investire nelle nostre imprese».

LE TERRE

L’area dell’ex Secco riemerge periodicamente negli eventi della Fondazione. Per anni è stata una componente importante della grande visione di De Poli: trasformare Villa Franchetti in un polo universitario e creare attorno ad esso un’area residenziale di qualità. Progetto visionario e faraonico mai decollato in parte per la crisi immobiliare dei primi anni 2000 e in gran parte per le scelte delle Università di Padova e Venezia estremamente più interessate a mantenere i propri corsi in città. Poi, restituita Villa Franchetti all’amministrazione provinciale, la Fondazione ha messo in vendita il terreno del valore di circa 10 milioni di euro. In vista dell’asta la valutazione verrà ricalibrata. Altri spazi che andranno all’asta sono nei locali di proprietà della Fondazione in via Tolpada: inizialmente erano stati pensati come un’area di sviluppo per l’Università di Padova, poi la scelta è stata di metterli sul mercato.

LE ANALISI

«La Fondazione oggi è libera da debiti – precisa Garofalo – non abbiamo quindi bisogno di vendere. Ma noi vogliamo trasformare il patrimonio immobiliare in risorse. E le richieste non mancano”. Allargando l’orizzonte, ci sono due questioni da risolvere: Appiani e il futuro dell’ex Distretto Militare. «All’Appiani dobbiamo gestire sostanzialmente le tre torri. Quella “C” è quella vuota, nato per diventare la sede della Camera di Commercio e poi finito nella nota vicenda giudiziaria. Dovremmo considerare seriamente come usarlo. Poi c’è quello occupato dalla Questuracon il quale stiamo procedendo alla definizione del nuovo contratto di affitto con il Ministero per sei anni più altri sei. E infine c’è la torre della Guardia di Finanza: Non c’è niente di nuovo qui. Andranno in una nuova posizione? Non lo so, quando sarà il momento ci faranno sapere”. E infine l’ex Comprensorio, che Ca’ Foscari abbandonerà per trasferirsi nell’ex Turazza: «Il contratto di locazione con l’università scadrà tra due anni. Vedremo. Ma l’ex Distretto è il nostro gioiello e le richieste non mancano. Cosa ne faremo? Vedremo, sicuramente la destinazione urbana è di competenza dell’amministrazione comunale”.

IL VALORE

Dopo la “cura Garofalo”, Fondazione Cassamarca si presenta come un ente importante ma più snello. Complessivamente, considerando gli immobili, le attività e le attività finanziarie, oggi ha un valore di circa 250 milioni di euro. Solo pochi anni fa, sommerso dai debiti soprattutto verso Unicredit, il suo valore era decisamente inferiore. Adesso il clima è cambiato e sono tornati i dividendi anche da Unicredit: solo la scorsa settimana sono entrati quelli distribuiti quest’anno tra gli azionisti del colosso finanziario. Ca’ Spineda ha sequestrato tre milioni di euro, indispensabili per sostenere la nuova vita. «Ma oggi la Fondazione si sostiene – precisa Garofalo – con le sue entrate». Un esempio: la libreria e ristorante di Ca’ dei Carraesi ha registrato nell’ultimo anno un fatturato poco inferiore al milione di euro.

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Il Gazzettino

 
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