«Anche se sono vecchio miro bene. Mi sono difeso, tutto qui. – .

«Anche se sono vecchio miro bene. Mi sono difeso, tutto qui. – .
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Domenico Scarcella ha 85 anni ed è un sergente in pensione della Guardia di Finanza. A Longuelo, quartiere di Bergamo, sabato 27 aprile due rapinatori di cittadinanza albanese, di 26 e 27 anni, sono entrati nella sua abitazione. Era a letto, sua moglie stava leggendo in un’altra stanza. Dice di aver sparato un colpo con la pistola per farli scappare. Sono in carcere per rapina aggravata. Uno di loro è stato graffiato al collo. Detiene legalmente un revolver calibro .38. Lo tiene sotto il cuscino. «Erano distanti circa 80 centimetri l’uno dall’altro. Ho sparato in alto”, racconta al Corriere della Sera, indicando il segno lasciato dal proiettile vicino al soffitto. Anche se sono vecchio, miro bene, ho fatto un lavoro in cui devi saper sparare. Se volevo far loro del male a questa distanza… mi difendevo, tutto qui. Non c’è niente di eroico in questo.”

Legittima difesa

La sua versione è al vaglio degli inquirenti. Chi deve valutare la legittima difesa. Nel frattempo gli è stata sequestrata la pistola. Stavo dormendo profondamente quando due uomini mascherati, con passamontagna e vestiti di nero mi hanno svegliato. Era buio, qualcuno teneva qualcosa in mano. Non so cosa, ma sicuramente un’arma. Potrebbe essere stato un piede di porco. E avevano già messo a soqquadro la stanza, aprendo i cassetti dove tengo gli assegni. All’inizio pensavo fosse uno scherzo”. Avevano già la borsa in mano: «Ho detto loro: “I soldi (500 euro, oltre ai documenti, ndr) ci sono, cosa volete di più?” Ma loro continuavano a insistere e a spingermi. Poi ho messo la mano sotto il cuscino e ho sparato. Non gli ho dato il tempo di reagire; appena ho sparato, sono scappati”.

Precedente

Scarcella racconta di aver subito anche altre rapine: «E più volte sono stato minacciato di morte per il mio lavoro; in passato ho arrestato anche un ex brigatista. Ma nel nostro lavoro siamo sempre soggetti a minacce. In questo caso ho difeso me stesso, la mia famiglia e la mia proprietà. Mi dà fastidio che qualcuno dica che ho una pistola sotto il cuscino perché sono un criminale. Un’arma va usata in casi estremi e non certo per offendere. Ma mi sono difeso. Molte altre persone non sono in grado di farlo per paura o per altri motivi”. E dice che sono esperienze che lasciano il segno: «Mi sono chiesto: “Come reagirei con mio nipote?” Avrei sparato con lui lì vicino?”. Sarebbe stato terrorizzato. E ho pensato a mia moglie: se fosse stata al piano di sotto e non al primo piano, l’avrebbero massacrata. Erano feroci”.

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