“Stavamo tornando da una festa” – .

“Stavamo tornando da una festa” – .
“Stavamo tornando da una festa” – .

Sei carabinieri con mitra puntati e in assetto d’assalto nel cuore della notte in via dell’Appennino. L’obiettivo è un’auto dal cui abitacolo (lato passeggero) sono stati sparati poco prima “ad altezza d’uomo contro case e negozi”; La frase è stata riferita da un testimone oculare che ha lanciato l’allarme, ossia un militare dell’Esercito in libera servizio, che dopo la scena ha chiamato i colleghi della centrale operativa di corso Mazzini. Dall’auto, ferma in strada, si vedono le sagome di due persone, con le mani alzate in segno di resa.

È questo l’epilogo di un’allerta che per una ventina di minuti ha tenuto con il fiato sospeso l’intero comando provinciale ma anche tutte le forze dell’ordine del forlivese.

All’interno dell’auto, circondati da mitragliatrici puntate sui finestrini, compaiono due uomini vestiti da cowboy. Uno ha 56 anni, l’altro 67 anni. Forlì. Senza censura.

I militari dei Carabinieri li hanno fatti scendere dall’auto: perché erano mascherati così? Stavano tornando “da una festa a tema”, riferiscono i due. Poco dopo la polizia ha accertato che la coppia di pistoleri travestiti aveva utilizzato uno scacciacani, non una vera arma da fuoco. Nella stessa autovettura sono stati rinvenuti e sequestrati due fucili metallici a tamburo (cioè ‘dog swatter’) marca ‘Me Ranger’, dotati di tappo rosso all’estremità della canna, e 47 colpi ancora inesplosi.

I due forlivesi sono stati denunciati per i reati di pericolose esplosioni, che hanno provocato allarme e disturbato il riposo delle persone.

 
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