Rovigo. Dopo Frigato sono stati strappati anche i manifesti di Valeria Cittadin – .

Rovigo. Dopo Frigato sono stati strappati anche i manifesti di Valeria Cittadin – .
Rovigo. Dopo Frigato sono stati strappati anche i manifesti di Valeria Cittadin – .

ROVIGO – (l. Gig.) È uno guerra del manifesti in città, ma mentre uno è sul fronte politico, l’altro sfida il rispetto e la democrazia. Perché dopo quelli affissi sui tabelloni posti sui marciapiedi anche a tutela dei pedoni, che pubblicizzavano la candidatura a sindaco di Federico Frigato con la sua lista Rovigo si fa amare, ora ha colpito il vandalismo Valeria Cittadina. E c’è voluto uno sforzo incivile ancora maggiore, perché i balordi politici hanno stracciato il nome del candidato sindaco salendo su un tabellone di sei metri per tre che Forza Italia ha realizzato e piazzato in via Petrarca (in zona era stato fatto a pezzi anche Frigato , come in via Portello). Il grande manifesto ha lo scopo di promuovere il partito “blu”, ma sotto è indicato il sostegno a Cittadin e questa parte del manifesto è stata strappata.

La guerra politica sui manifesti, però, vede ancora protagonisti quelli realizzati dalla Lega per gli Europei, con le fotografie di una donna musulmana, di una persona che mangia un grillo, di una Ursula von der Leyen con una foto “lavorata” da sguardo mefistofelico mentre fa il gesto del silenzio, e sempre lo slogan “Cambiare l’Europa prima che sia lei a cambiare noi”. Interviene ora il segretario provinciale del Pd Angelo Zanellato, affermando che «la propaganda che la Lega ha diffuso sul nostro territorio è una vergogna. Quei cartelloni pubblicitari sono un modo dannoso di fare politica, che sfrutta la paura e le falsità per dividere e discriminare. Un modo di fare che è l’opposto della cultura politica del Pd”.
Prosegue Zanellato: «Scendendo nel dettaglio, è chiaro che il futuro del Polesine è strettamente legato alla corretta gestione dei fenomeni migratori, creando comunità libere e accoglienti in cui “integrazione” sia la parola d’ordine. Il solo lato umano dovrebbe essere sufficiente per scegliere questa strada. Ma c’è anche una questione di buon senso. L’Italia e la nostra provincia in particolare stanno vivendo un periodo di pesante inverno demografico, che ha gravi ricadute sull’intera società: oggi a Rovigo abbiamo appena 97 lavoratori ogni 100 pensionati. E nei prossimi anni questa tendenza si estenderà a tutta la regione. Ciò significa che le basi della nostra società sono a rischio: manca manodopera nelle aziende, mancano le coperture per le pensioni del futuro, mancano i giovani per popolare le scuole e formarsi per rispondere la domanda di competenze e capacità necessarie per affrontare il prossimo futuro. Vedere la migrazione come un problema da respingere e non come un’opportunità da governare è semplicemente miope. Senza contare che mentre noi ci preoccupiamo di chiudere le porte alle persone in difficoltà alla ricerca di una vita migliore, i nostri stessi giovani fuggono da un’Italia che offre sempre meno prospettive. Per noi devono essere loro la priorità, non volgari slogan elettorali”.

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Il Gazzettino

 
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