“Più interessato alle posizioni che al lavoro comune” – .

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Nessuno si era davvero illuso che la “spaccatura” del Centro cuneese con la maggioranza si sarebbe risolta con un chiarimento favorevole all’opinione pubblica, come quello di ieri tra il sindaco Manassero e il capogruppo centrista Pellegrino. Ma le parole con cui il Pd cuneese commenta l’accaduto sembrano essere il preludio di una “fase due” del conflitto che sarà impossibile concludersi con una sola “scusa, ci siamo fraintesi”.

Il fatto stesso è già stato scritto in abbondanza: “Alla vigilia di una votazione molto importante sul bilancio comunale, – ricorda il circolo del Pd – il gruppo consiliare del Centro per Cuneo è uscito per protesta dall’aula del consiglio comunale. Il motivo lo ha ‘spiegato’ lo stesso capogruppo e consigliere provinciale Vincenzo Pellegrino: l’intento era ‘di chiarire se l’intera forza di maggioranza ha approvato gli ultimi sviluppi sulla questione delle nomine nel Consiglio di amministrazione della Fondazione CRC’, ha candidamente ammesso nella seduta successiva”. È quindi chiaro che la giustificazione offerta non è affatto giustificabile agli occhi degli alleati della coalizione. Infatti, come direbbero in Veneto, Peso il tacòn del busocioè, il rimedio è peggiore della malattia.

“Come principale gruppo di maggioranza siamo sbalorditi da quanto accaduto” dichiara il segretario del PD di Cuneo, Erica Cosio. Chi commenta l’accaduto con parole infuocate: «Il gruppo consiliare del Centro per Cuneo sembra più interessato alle poltrone che al lavoro comune, e del resto non sono mancati episodi sfortunati in questo periodo. Per questo chiediamo che ci sia presto un chiarimento a maggioranza per capire se ci sono le condizioni per andare avanti, come e su quali progetti. Stiamo lavorando nell’interesse della città, e per noi è urgente cambiare passo e trovare un equilibrio più rispettoso del bene comune, mettendo al centro il presente e il futuro di questa città e i bisogni dei nostri concittadini. “.

Insomma, è chiaro che il malcontento e i dubbi sulla stabilità del governo cittadino non riguardano più solo il lato centrista della coalizione. Il Partito Democratico, soprattutto nella sua ala più favorevole alla ricerca di accordi a sinistra (cioè la corrente del Chiara Gribaudo, che ha riportato una vittoria all’ultimo congresso cittadino), comincia a dare segni di palpabile intolleranza. Non sono mancate le difficoltà da digerire in questi primi due anni di consiglio (su tutte la questione biodigestore, con il dietrofront forzato del sindaco, e la sfortunata vicenda della Tettoia Vinaj) e lo schiaffo degli alleati del centro, su una mera questione di nomine, potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.

Naturalmente è opinione comune che i centristi abbiano ancora il sopravvento. Il gruppo di Pellegrino è il più numeroso in Consiglio comunale (sette consiglieri, contro i sei di Pieddini) e in caso di scissione potrebbe mettersi a capo di un centrodestra “allargato”: un’ipotesi tutt’altro che fantasia politica , dopo l’ingresso di Azione nella coalizione guidata da Cirio in Regione. Il precedente del 2012, cioè la sfida tra Borgna e Garelli, pesa come un macigno sui timori del Pd di ritrovarsi ancora una volta messo alle strette. Ma questa volta il quadro è cambiato e anche gli alleati minori – Cuneo Solidale Democratica e Crescere Insieme – sono molto irritati per il modo in cui i centristi hanno condotto il gioco: lo si è visto evidentemente in Consiglio, nel dibattito seguito alle dichiarazioni dei il sindaco e Pellegrino. A sinistra c’è un’area, attualmente all’opposizione, che vale più del 15%: un patrimonio di consensi che potrebbe farne l’ago della bilancia in una possibile riedizione della sfida tra “centrosinistra” e il centro allargato. Giusto. Anche se, ovviamente, non mancano motivi di forte attrito tra questa sinistra e lo stesso Partito Democratico (vedi la voce Ping, per citare un caso eclatante). Il messaggio dei democratici, in ogni caso, è chiaro: non tirarsi indietro all’infinito.

 
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