l’intervento dell’Ordine degli Architetti di Catania – .

La presidente ad interim Veronica Leone: «C’è il rischio di cancellare anni e anni di lotte per l’ordine e di sviluppi normativi»

CATANIA – L’equo compenso è ancora una volta un tema caldo. I professionisti concordano sulla necessità di applicarla ai servizi di architettura e ingegneria, mentre ilANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha recentemente evidenziato alcuni dubbi, lanciando la palla al legislatore. Infatti, una nota dell’ANAC, inviata al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiede la disapplicazione equo compenso per i servizi di architettura e ingegneria. Nel mese di giugno, la stessa Agenzia Anticorruzione, attraverso un atto del presidente, aveva individuato criticità relative al coordinamento tra la disciplina dell’equo compenso e il nuovo Codice degli Appalti, deferendo «la questione alla competente Cabina di Regia presso la Presidenza della Consiglio, al fine di evitare divergenze e contenziosi”.

«Il problema è significativo e richiede una soluzione tempestiva – questo il testo della nota ANAC – È estremamente urgente un intervento interpretativo o normativo da parte delle istituzioni che possa consentire la corretta ed uniforme applicazione della normativa di riferimento. In assenza di indicazioni interpretative divergenti l’Anac procederà aderendo alle opzioni normative ritenute più opportune».

«La nota diffusa dall’ANAC, ipotizzando la mancata applicazione dell’equo compenso negli appalti pubblici per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria, rischia di cancellare gli sforzi compiuti negli anni dalle associazioni di categoria. Sforzi diretti per contrastare l’aumento delle gare d’appalto basato sulla riduzione delle tariffe, che ha degradato la dignità della nostra professione e ridotto la qualità dei progetti – ha dichiarato Veronica Leone, presidente ff dell’Ordine degli Architetti e Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Catania – La nota dell’ANAC potrebbe dar luogo ancora una volta a una corsa al ribasso, vanificando anni di evoluzione normativa. La legge n.49/2023 stabilisce chiaramente che la le si devono adottare disposizioni per le prestazioni fornite dai professionisti a favore della pubblica amministrazione, indietro non si torna. Nei lavori pubblici si dimentica che il professionista svolge un lavoro intellettuale. Vogliamo che la dignità della nostra professione sia rispettata, e questo si può ottenere solo elevando la qualità delle prestazioni. Crediamo che la libera concorrenza, così intesa, significhi libera mortificazione della professione”.

 
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