Gli “Affari di Famiglia” del clan Calabria-Tundis nel Cosentino, rinvio a giudizio per 29 indagati – .

PAOLA Concluse le indagini, questa mattina si è tenuta la prima udienza preliminare degli indagati coinvolti nell’operazione denominata “Affari di famiglia” coordinato dalla Dda di Catanzaro nel mese di maggio (leggi le notizie). In questa occasione sono state adottate 37 misure cautelari, coinvolgendo i clan Tundis E Calabria e due gruppi “satelliti”: tra i reati contestati: associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, armi e droga. Ora gli indagati sono 51: tra loro anche Roberto Porcaro, accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga.(TUTTI I NOMI QUI). Nell’aula bunker di Catanzaro, il gup ha accolto le richieste di rito abbreviato avanzate dai difensori di alcuni indagati e le ha rinviate a luglio per la discussione tra procura e parti civili. Intorno alle 15 è stata letta la sentenza relativa alla decisione del giudice che ha rinviato a giudizio tutti gli indagati che avevano optato per il processo ordinario. Per Mattia Garibaldi è stata concessa la libertà vigilata.

Gli indagati rinviati a giudizio e che hanno optato per il processo ordinario

Gianluca Ambrosi
Massimiliano Biscardi
Dalvio Bruno
Francesco Alessandro Bruno
Paolo Carbone
Salvatore Caruso
Paolo D’Amato
Francesco De Rose
Giovanni Fiore
Giovanni Garofalo
Michele Iannelli
Francesco Lenti
Giovanni Lenti
Silvestro Lenti
Mario Maiolo
Marco Manfredi
Emilio Mantovano
Vincenzo Nesci
Francesco Oro
Albino Sammarco
Alessio Samà
Claudio Santoro
Andrea Santoro
Alessandro Serpa
Francesco Serpa
Giovanni Tenuta
Francesco Trotta
Michele Tundis
Luca Vommaro Marincola

Gli indagati che hanno scelto la procedura abbreviata

Andrea Alò
Gianluca Arlia
Luciano Bruno
FabioCalabria
GiuseppeCalabria
Pietro Calabria
Raffaele Conforti
Eugenio Filippo
Giuseppe La Rosa
Eugenio Logatto
Luca Mandarino
Gabriele Molinaro
Roberto Porcaro
Vincenzo Senatore
Andrea Tundis
Emanuele Tundis
Federica Tundis
Giovanni Vattimo
Pamela Villecco
Cristian Vommaro
Davide Vommaro

Silenzio e omissioni

Alcune presunte omissioni sono finite nell’avviso di chiusura delle indagini. È il caso di un nuovo soggetto finito nella rete degli investigatori che avrebbe reso un verbale di interrogatorio incompleto o comunque “viziato” dall’assenza di elementi utili alle indagini. L’indagato avrebbe contribuito “a eludere le indagini delle autorità omettendo di presentarsi ai Carabinieri di Paola nel corso della sommaria informativa”. che gli autori dell’atto intimidatorio nel villaggio Bahjia di Paola erano una persona con le braccia tatuate» ritenuto vicino al clan Tundis mentre «altro individuo di sesso maschile vicino alla famiglia calabrese». L’episodio appena citato non è l’unico ad aver catturato l’attenzione di chi indaga. In altra occasione, un altro indagato «ha aiutato i responsabili del crimine a eludere le indagini delle autorità, omettendo di denunciare ai Carabinieri di Paola, nel corso della sommaria informazione, di aver ricevuto una richiesta di estorsione da parte di Andrea Tundis”. Secondo l’accusa, «consapevole della caratura mafiosa degli indagati, egli, attraverso il silenzio, avrebbe agevolato l’attività dell’associazione mafiosa, aiutandola a sfuggire alle indagini e aumentandone l’alone di impunità e conseguentemente il potere intimidatorio».
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