nel settore automobilistico, l’UE non mette l’ambiente e la concorrenza gli uni contro gli altri – .

Modena, 2 maggio. (askanews) – Oltre ai marchi più famosi della Motor Valley italiana, in Emilia-Romagna ci sono “16mila piccolissime, piccole e medie imprese che sono nate per realizzare componenti che nessuno al mondo sa realizzare”. realizzare vecchi motori a combustione interna”. Ecco perché l’Unione Europea nel dibattito sulla transizione ecologica deve “accompagnarli nella catena della transizione fornendo le risorse necessarie per garantire che nessuno perda il posto di lavoro”. Lo ha chiesto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, al convegno inaugurale del Motor Valley Fest di Modena. “Chiediamo che l’Unione Europea nella transizione ecologica, insieme a quella digitale che contribuirà anche ad accelerarne la velocità, tenga conto che è doloroso mettere l’ambiente e lavorare gli uni contro gli altri. Quando diciamo Motor Valley in Emilia-Romagna diciamo sì Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini, Dallara, Energica, Pagani, Toro Rosso, ma diciamo anche 16mila piccolissime, piccole e medie imprese che sono nate per produrre componenti che nessuno al mondo sa realizzare per i vecchi motori a combustione interna. Dobbiamo accompagnarli nella catena della transizione mettendo a disposizione le risorse necessarie affinché non solo nessuno perda il lavoro ma possa, nel nuovo mondo al quale dobbiamo sforzarci di lasciare una speranza ai nostri figli e nipoti, nuove opportunità come quelle che sono state date alla mia generazione”. La regione, ha spiegato Bonaccini, vanta “primati straordinari” nel settore automobilistico. “Siamo una terra molto forte che ha saputo resistere in un decennio a un terremoto che ha causato 12 miliardi di danni, a una pandemia, a un’alluvione di un anno fa con 9 miliardi di danni – ha detto il presidente -. Spesso non riflettiamo su quanto siamo stati capaci tutti insieme di reagire non solo di essere resilienti per una terra che oggi corre più forte di prima”. “Meccanica, meccatronica e motori – ha ricordato – sono la principale voce dell’export dell’Emilia-Romagna, un patrimonio clamoroso che vale circa 90mila posti di lavoro diretti e indiretti. Nonostante l’alluvione la nostra regione nel 2023 ha registrato un nuovo record di esportazioni nel mondo: è stato di 83,1 miliardi di euro nel 2022 e lo scorso anno ha superato gli 85 miliardi. Dico al ministro D’Urso che faccia attenzione e si preoccupi dell’Emilia-Romagna perché se si ferma l’Emilia-Romagna rappresenta una parte dell’intero Paese: 19.200 euro pro capite di quota export valgono 2.300 euro pro capite più di ogni veneto e 3.000 in più di ogni lombardo. Ecco un patrimonio che abbiamo imparato insieme a coltivare e far crescere”.

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