Elly Schlein, Laura Boldrini e altro ancora. È lungo l’elenco delle donne del Pd rimaste in silenzio di fronte agli insulti sessisti che il rapper Gennarone ha rivolto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal palco del Primo Maggio di Foggia.
Non c’è stata alcuna forma di solidarietà da parte delle femministe democratiche, grilline o, comunque, di centrosinistra. Coloro che sbraitano e gridano di fronte a qualsiasi parola spezzata proveniente da personalità non vicine al loro mondo si sono trincerati dietro un silenzio assordante. Elly Schlein ne avrebbe avuto l’occasione durante l’intervista a Tagadà, ma non lo ha fatto. Parlando della Meloni, la segretaria del Pd si è limitata solo a confermare che è il faccia a faccia “Ci saranno e non ho mai cambiato idea su questo, dove e come vorranno”. Sul suo profilo Facebook ha scritto:“Siamo per un’Europa che difende i diritti delle donne, non per un’Europa che lascia entrare gli antiabortisti nei consultori”, criticando la possibilità data a Pro Vita di offrire un’alternativa a tutte coloro che non sono così convinte di abortire.
Un silenzio denunciato, nel pomeriggio, anche da diversi esponenti del partitoi Fratelli d’Italia. Una dichiarazione di solidarietà sarebbe stato un gesto doveroso non solo nei confronti di una posizione istituzionale tanto vituperata, ma soprattutto nei confronti di una donna, vittima dell’ennesimo atto di sessismo”, sottolinea la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, ospite anche lei di La7 Programma Tagadà. “Chiunque si esprime in modo offensivo deve essere condannato senza esitazione”gli fa eco Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera che, dopo aver chiesto un intervento anche agli organizzatori dell’evento, invita Schlein a esprimere il suo parere su “questi insulti che offendono tutte le donne, indipendentemente dall’appartenenza politica”. Si aspetta anche Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia”che la segretaria del Pd Schlein si faccia sentire su quanto accaduto”. Un appello che, finora, è caduto nel vuoto. Il mutismo, per Schein, è ormai una regola consolidata e già messa alla prova in passato quando gli insulti arrivarono da un esponente del suo partito, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
Colpisce, però, come tutti gli esponenti del Partito Democratico, parlamentari o semplici politici, minoranza o maggioranza, uomini o donne, non importa, si adattino a questa linea politica contravvenendo totalmente alla loro storia.
