“Il giovane può riscattarsi” – .

Anche per la Corte d’Appello dell’Aquila il comportamento degli imputati deve essere censurato sia in termini di tentata violenza sessuale che di aggressione violenta ma riconosce la capacità del condannato di redimersi. Tradotto in una frase significa potergli dare «un’occasione di riscatto”. Sono queste le premesse per la riduzione di pena, rispetto a quelle iniziali 6 anni e 4 mesi di reclusione (inflitta dal Gup del Tribunale) a 3 anni e mezzo, deciso dalla Corte d’Appello della capitale. È quanto si legge nella sentenza firmata dalla presidente del Tribunale Carla De Matteis e dalla collega Maria Gabriella Tascone sul tentato stupro e rapina con lesioni gravi nel centro storico, il 7 giugno dello scorso anno lungo Costa Masciarelli ( traversa di piazza Duomo), nel cuore della notte, ai danni di un rugbista 32enne dell’Aquila.

La ragazza era stata in precedenza vittima di un tentato stupro e poi di una brutale aggressione a scopo di rapina da parte del 31enne egiziano Elhadidi Hani Rabie Abdelrahman. Giovane che, arrestato in tempo record dagli agenti della Seconda Sezione della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila mentre tentava di imbarcarsi dal porto di Civitavecchia per la Tunisia o per Barcellona, ​​si era giustificato dicendo di non aver ricordava nulla di quei momenti, che non riusciva nemmeno a concentrarsi il giorno stesso delle accuse mosse contro di lui, sostenendo anzi che qualcuno avesse messo della sostanza stupefacente nella bottiglia di vino che consumava all’interno di un kebab lungo il Corso stretto , dove la ragazza ha aggredito insieme alla madre (entrambi assistiti dall’avvocato Giulio Michele Lazzaro del Foro dell’Aquila), insieme ad altri amici.

TESI

Nelle motivazioni della rideterminazione della pena, il presidente della Corte d’Appello accoglie integralmente la tesi della parte offesa, (sia nella ricostruzione del tentato stupro, sia per le lesioni al volto e al corpo, e per la rapina di il portafoglio) arrivando a sostenere come lo stesso imputato si sia macchiato di “gravissimi delitti contro la persona”, beneficiando della grazia giudiziale presso il Tribunale per i Minorenni di Roma. Basti pensare che nel corso delle indagini preliminari gli inquirenti avevano rinvenuto a terra, tra vistose macchie di sangue, un anello dell’imputato spezzato, proprio a causa della forza inflitta colpendo il volto della ragazza che si era opposta al rapporto sessuale, costretto a questo motivo per sottoporsi a diversi interventi chirurgici.

Nella motivazione della sentenza, il Presidente non spiega perché la pena dovrebbe essere ridotta, ma si limita a evidenziare come «la valutazione complessiva dei fatti, in particolare la scelta di dare all’imputato una possibilità di riscatto, consente, invece, di accogliere la richiesta di riduzione di pena”.

Marcello Ianni
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
Il Messaggero

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV conferenza della BCC Banca di Andria con il Vice Ministro Leo – .
NEXT Melfi, Matteo, a soli 7 anni, è tra i migliori della competizione nazionale! Con la sua batteria ha rappresentato la Basilicata. Eccellente – .