Modena, derby avvilente. Nemmeno un tiro in porta – .

Modena, derby avvilente. Nemmeno un tiro in porta – .
Modena, derby avvilente. Nemmeno un tiro in porta – .

Pierpaolo Bisoli era stato fin troppo ambizioso il giorno prima del derby. E poteva anche sembrare normale pensare e immaginare un ulteriore rilancio dopo essersi liberato di quello zaino pesante sulle spalle per 12 partite, come lui stesso lo aveva definito. Ma se c’è una cosa che questa stagione sfortunata ha insegnato è che la realtà si è sempre presentata (e si è scontrata) in faccia a Modena per portare sul tavolo errori, difetti e peccati.

E così anche Reggio Emilia è stata disastrosa, la ciliegina sulla torta infruttuosa di un anno che si chiude senza acuti, senza serenità e, soprattutto, senza chissà quali basi per il prossimo anno. Perché, è bene dirlo, con Bisoli bisognerà fare una cessione in base all’allenatore che siederà in panchina e a occhio e croce sarà una piccola rivoluzione. Detto questo, occorre analizzare nuovamente cosa è andato storto. La teoria del “se non facciamo gol, qualunque cosa accada, finisce 0-0”, a volte può anche dare una mano, ci mancherebbe. Ma arriva un momento in cui (anche se è già tardi) non puoi tirarti indietro nel proporre una partita, convivendo con i limiti di una rosa che sinceramente ha poco senso della qualità. Il dato emblematico dei tiri in porta (zero) contro la Reggiana non è altro che la conferma di quanto visto da 36 partite.

Un piccolo sforzo per arrivarci, un po’ di mancanza di vena creativa e il risultato è fatto. Gli attaccanti hanno deluso, non c’è bisogno di giri di parole. Dall’investimento Bonfanti durato mezza stagione (anche se ha chiesto il trasferimento), alla scelta di Gliozzi, fino all’acquisto dell’invisibile Di Stefano e ai cali di Strizzolo e Manconi. Bianco e Bisoli tentano il 3-5-2 ma il Modena continua a mancare di ali efficaci. Insomma, piantare il coltello nella ferita e ricordare l’ingenuità di Oukhadda non aiuterebbe ma il fatto che le Canarie abbiano avuto problemi con le scelte all’esterno è un altro fatto.

Restando ai numeri: 12 sconfitte e 16 pareggi. Troppi punti persi, troppi passi falsi per pensare a quel miglioramento tanto desiderato a inizio stagione. Il Modena ha vinto quanto la Ternana (9 partite), ha segnato meno della Feralpi e della stessa Ternana. E adesso dobbiamo restare sulle spine anche gli ultimi 180 minuti e poi tirare una linea, sederci a un tavolo e riflettere davvero su cosa sarà meglio fare per il futuro. Perché sbagliare fa parte della vita, anche del calcio. L’importante è riconoscerlo senza però lasciarsi influenzare dalla situazione attuale. Un’azienda forte va sempre per la sua strada.

 
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