il nostro itinerario nei luoghi della prima tappa – .

il nostro itinerario nei luoghi della prima tappa – .
il nostro itinerario nei luoghi della prima tappa – .

Seguite con noi qualche tappa per (ri)scoprire le tante bellezze paesaggistiche, storiche e artistiche della nostra penisola, lungo itinerari che vale la pena visitare 365 giorni all’anno

Da Venarìa Reale a Roma, dal Piemonte al Lazio, toccando quasi tutte le regioni d’Italia: questo il percorso che, dopo 3400 km (e 44650 m di dislivello) porterà i Girini a Roma il 26 maggio. Città, borghi, castelli, chiese, valli, montagne, laghi, mari, fiumi… se i corridori non possono godere di tutte queste meraviglie, possiamo farlo benissimo, dopo l’emozione del rapidissimo passaggio del gruppo, scandito dall’intenso ronzio della pedalata. Forse non riconosciamo nessuno, ma chi se ne frega, questo è il bello della diretta! Appuntamento quindi a Venarìa Reale, da dove riparte il Giro d’Italia 2024.

Palazzo monumentale
In questi giorni si è parlato molto di Venaria Realeil palazzo Savoia, alle porte di Torino, che accolse il G7. Quindi forse sappiamo già che, come suggerisce il nome, è nato come residenza di caccia del duca Carlo Emanuele IIche ne incaricò l’architetto la costruzione a metà del 1600 Amedeo di CastellamontE. Poi poco a poco il progetto si è evoluto, con l’intervento tra l’altro dell’architetto Filippo Juvarra. Il risultato? Sbalorditivo. Parliamo di 80.000 ettari di terreno, che comprendono anche un borgo storico, un parco, aree boschive, giardini all’inglese e il Giardino dei Fiori e delle Rose. Visitiamo, tra l’altro, la luminosa Galleria Grande, lunga 80 m, la Sala di Diana (il cui nome e i cui affreschi ci riportano ancora una volta alla destinazione iniziale del sito), la cappella dedicata a Sant’Uberto, protettore di cacciatori, e la grande scuderia: lunga 148 m, larga 12 e alta 15, pensata per ospitare fino a 200 cavalli. Perché senza un destriero focoso, come si va a caccia? Tutto qui è davvero fantastico, puoi trascorrere un’intera giornata lì senza annoiarti. Ma nel frattempo i nostri runner continuano a pedalare instancabili e altre stimolanti mete ci aspettano.

Due soste (con ristoro)
Potremmo essere tentati di contattarli il colle della Maddalenavedere i ciclisti salire una salita di 6,1 km con pendenza 7,4%, ma visto che vedere pedalare mette fame, potremmo invece concentrarci su dDue soste gratificanti per la vista e per il palato. Uno è a Chivasso, antica capitale del Marchesato del Monferrato. Ammirando la cattedrale tardo-gotica, la torre ottagonale del XII secolo o l’insolito Orologio Nuovo, che divide la giornata in 10 ore e 100 minuti, potrete sgranocchiare Nocciolini, mini biscotti croccanti con nocciola piemontese “Tonda Gentile”. Attenzione, sono peggio delle ciliegie! Moncalieri merita l’altra deviazione, in particolare per il seicentesco castello reale, una delle più importanti residenze sabaude, che domina il centro storico dall’alto di una collina.

Salita a Superga
Per visitare il bello Basilica settecentesca costruito dall’arch Juvarra, su richiesta del re Vittorio Amedeo II si deve salire fino a 672 m con una pendenza del 9%, ma le difficoltà sono per chi pedala, non per chi ha un mezzo a motore! Dopo aver ammirato la cupola con il naso all’insù, e magari aver salito la scala a chiocciola godetevi la vista di Torino e delle Alpi, potrai dedicarti ai ricordi di Casa Savoia: dalle tombe reali nei sotterranei, all’Appartamento Reale e alla Sala del Re, nelle ali del vicino convento. Famosa è anche la collina di Superga l’incidente aereo cche il 4 maggio di 75 anni fa travolse l’intera squadra del Grande Torino; la targa commemorativa si trova dietro la Basilica. E La prima tappa si conclude nel capoluogo piemontese. Dato che è sabato, cogli l’occasione per pernottare lì e scoprire le sue bellezze, senza dimenticare il museo del cinema e quello Egizio, che si veste di bello per il suo 200° anniversario.

Spoiler
La tappa di domenica 5 maggio entra nel Canavese, di passaggio Santhià e l’Oasi Zegna – 100 chilometri quadrati di natura protetta nelle Alpi Biellesi – che terminano a 1180 m di altitudine nel rinomato santuario di Oropadi antiche origini, dedito al culto di Madonna Nera e completato da a Sacro Monte del XVII secolo. Lungo il percorso non dimenticate di assaggiare i burrosi torcetti di Lanzo, a forma di goccia, e le paste di meliga, biscotti di pasta frolla arricchiti con farina di mais.

 
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