Torino, ciao Juric. I nomi di Cairo e i consigli a sorpresa di Ventura – .

TORINO – Ivan Juric fa ancora parte del presente, ma il futuro sarà vissuto lontano da Torino. Nemmeno lui sa dove e questo forse è il suo rammarico più grande: al momento, infatti, l’allenatore non ha nulla in mano. Forse tornerà di moda nelle prossime settimane, ma oggi guarda al domani da allenatore senza squadra per la prossima stagione. Il Toro, invece, ha già avviato le prime indagini esplorative con i profili più intriganti per sostituirlo (al netto della fumata nera per Alberto Gilardinopronti a rinnovare con il Genoa).

Tre identikit diversi, che soddisferebbero entrambi i presidenti Cairo rispetto al direttore sportivo Vago, i due uomini che dovranno dare la direzione al prossimo progetto. Il nome di ronza nella testa del club granata Vincenzo Italiano, che si presenta con un curriculum di tutto rispetto. Ha scalato tutte le categorie professionistiche, si è fatto conoscere allo Spezia in serie A per poi imporsi a Firenze.

Due finali perse raccontano poco o nulla di un percorso in realtà ricchissimo di soddisfazioni: da tre stagioni, da quando Italiano è arrivato al Franchi, i viola hanno riscoperto una chiara dimensione europea. Indipendentemente dall’andirivieni dei giocatori, la squadra non ha mai perso la sua identità. Ecco perché l’ex centrocampista piace tanto al Toro, perché ha la capacità di sfruttare in maniera brillante il materiale umano a disposizione. Controindicazioni? Stipendio pesante, concorrenza del Bologna, ma anche uno status che può permettergli di avanzare richieste di mercato importanti.

Palladino nel mirino del Cairo

Poi c’è Raffaello Palladino, in procinto di lasciare Monza. Un allenatore che piace a tutti (il Benfica lo segue da vicino), ma nessuno si è ancora fatto avanti per ingaggiarlo. Il giocatore campano entusiasma perché in due anni alla guida della squadra brianzola ha fatto molto bene, mostrando un calcio moderno. Con tratti simili alle idee di Juric, suo amico storico fin dai tempi di Genoa e Crotone. Due anni fa avrebbe potuto prendere la Primavera del Toro, ma rimase al Monza convinto da Galliani. Lui aveva ragione. In questo caso la controindicazione, oltre ad un ingaggio non certo banale, è legata alle affinità con Juric, più calcistiche che umane. Quello con Palladino non sarebbe un nuovo ciclo, ma l’evoluzione del percorso degli ultimi tre anni.

Vanoli il terzo nome

Il terzo nome, il più caldo delle ultime ore, è quello di Paolo Vanoli. Collaboratore di Conte in Nazionale, al Chelsea e all’Inter, da quando si è messo in proprio sta godendo di enormi soddisfazioni. Soprattutto al Venezia, club che vuole provare a riportare in Serie A attraverso i playoff. Può farcela, pur non avendo la rosa più attrezzata per salire: i veneti giocano un calcio divertente e concreto. Così hanno potuto finora recuperare il gap qualitativo con le altre zone, cremonese e palermitana soprattutto. Vanoli è un volto interessante per il futuro del Toro perché può dare vita ad un progetto fortemente incentrato sui giovani: la scuola di Coverciano, trascorsa come selezionatore di Under 16, Under 18 e Under 19, lo ha reso uno specialista della materia. E anche Gian Piero Ventura lo raccomandò al Cairo.

 
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