Salvezza Serie A | Cagliari: non è il tempo delle polemiche, ma del coraggio – .

Claudio Ranieri durante Cagliari-Lecce | Foto Valerio Spanò

05/06/2024 11:49

Ci vuole coraggio prima delle polemiche. Dopo la netta sconfitta per 3-0 subita dal Genoa a Genova e il pareggio interno per 1-1 contro il Lecce, l’ Cagliari di Claudio Ranieri riscoprire il senso della paura guardando la classifica. I risultati sono più che positivi contro Atalanta, Inter E Juve (5 punti) si erano illusi di soffrire meno chiave di salvezza e invece per i rossoblù gli ultimi giorni saranno tutt’altro che una passeggiata di salute nella lotta per la permanenza in Serie A.

Inversione umorale

Il pareggio è subito arrivato dalla squadra salentina Luca Gotti spazzava via come un vento di maestrale l’entusiasmo delle ultime settimane. Una di quelle libecce, come le definì Ranieri fin dal primo giorno, alla quale bisognerà reagire con uno slancio che non sempre è stato nel DNA della squadra rossoblù in questa stagione. Tra malumori per le scelte arbitrali, tra velate (non troppo) accuse di eccessiva difensività nei confronti dell’allenatore romano e soprattutto nel grande paura alla fine per i due pali colpiti dai salentini, la partita contro il Lecce ha riportato il Cagliari di fronte alla cruda verità: servono tre week-end di acqua e pane duro per restare in Serie A. La cosa non deve stupire, lo stesso Ranieri era stato un facile profeta d’estate: “Se ci salveremo lo faremo solo all’ultimo secondo dell’ultima partita, esattamente come abbiamo fatto a Bari”.. Peccato però che nel momento migliore della stagione, dopo aver insidiato le big del campionato, il Cagliari abbia incidentato soprattutto a livello caratteriale in due gare sulla carta più alla portata. Contro il Genoa i rossoblù hanno rifiutato di giocare per provare il tutto-in in casa contro il Lecce, salvo poi incidere in una partita fortemente condizionata dalle decisioni arbitrali e dall’ingenuità dei singoli dopo un buon approccio.

Ritorno al passato

Si tratta infatti del rischio di scommettere tutto su un unico cavallo vincente. Mentalità che questa stagione, ma anche in passato, non ha portato buoni risultati alla squadra Cagliari. Bravi i sardi quando sono stati messi alle corde, quando hanno dovuto lottare per non cadere come i loro avversari Napoli, Atalanta, Inter E Juve. Al contrario, prestazioni e risultati non sono arrivati ​​quando le giustificazioni fossero la forza dell’avversario (tutta la prima parte di stagione) oppure puntare tutto su un altro tipo di partita. Ed è strano che una mentalità perdente sia tornata di moda nel momento più delicato. Anche questo è il simbolo di un’educazione non ancora abbastanza matura per avere una propria identità che non è figlia raffiche lunatiche dato dai vari risultati. Il proprio e quello degli altri, visto l’effetto che ha avuto in piazza la vittoria del Sassuolo e l’attesa che resta per il risultato della sfida tra Udinese e Napoli.

E adesso?

IL Cagliari gran parte della Serie A si giocherà in trasferta, prima a Milano contro Milano e poi a Reggio Emilia contro Sassuolo. Non proprio il massimo per una squadra che è terzultima in termini di rendimento lontano dal proprio stadio. I ragazzi di Ranieri hanno segnato appena 8 punti fuori casa in questa stagione, con peggio solo Frosinone e Salernitana (7). Con la speranza che, in caso di eventuali passi falsi, basti l’ultima partita casalinga contro la squadra fiorentino. Anche se fare i conti adesso e decidere di avere il paracadute viola all’Unipol Domus sarebbe come ripetere la notte fatale del Penzo contro i Venezia di due stagioni fa. Il Cagliari deve dimenticare in fretta le ultime due settimane, dimenticare presto le controversie sugli errori degli altri e mettere da parte il pensiero retrò (ormai, a quanto pare, insito nei muri e nei corridoi di Asseminello) che c’è sempre una partita ancora da giocare per sistemare le cose. È vero, Ranieri ha dimostrato che nel momento di lanciare la monetina per entrare o uscire sa sempre prima degli altri se uscirà testa o croce. Ma forse la mentalità di “speriamo di farcela” potrebbe essere messo permanentemente in soffitta provando a farlo crescere dal punto di vista caratterialecon quel pizzico di coraggio in più che mancava ad una squadra che poteva già andare sul sicuro guardando certi risultati e la forza di altre società già in cantiere (sempre per citare le tipiche frasi di Ranieri).

Roberto Pinna

 
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