A Bologna, alla Cgil, è stato presentato lo studio Ires su Ambiente e Territorio. Ciò che emerge è che la Regione Emilia Romagna ha ancora molta strada da fare nella tutela dell’ambiente. Infatti, Si segnalano livelli preoccupanti di inquinamento ma anche un aumento del consumo di suolo con 635 ettari persi in più nel 2022 rispetto al 2021. In questo senso, Rimini è la città che consuma più territorio, mentre Bologna e Piacenza sono le province che hanno visto aumentare le percentuali di ettari persi nel 2022.
L’Emilia-Romagna, infine, produce un’enorme quantità di rifiuti e si colloca al dodicesimo posto tra tutte le Regioni, annullando il quarto posto nella raccolta differenziata.. Di positivo c’è una piccola diminuzione della produzione di rifiuti rispetto al 2021. Nel 2022 infatti è diminuita dell’1,2%. La provincia migliore è quella di Forlì-Cesena che ha registrato un calo del 4,5%.
“Serve continuità di approccio. Anche se i dati possono dare idee contraddittorie, in futuro gli sforzi compiuti e i piani messi in atto dovrebbero raggiungere obiettivi molto più efficaci rispetto a quelli degli anni passati” – avverte Maurizio Lunghi, segretario della Cgil Emilia-Romagna con delega all’Ambiente. “L’Emilia-Romagna è la regione italiana con la più alta produzione di rifiuti per abitante – sottolinea Gianluca De Angelis, ricercatore Ires e curatore del rapporto -. Nel 2022 le oltre 2,8 tonnellate di rifiuti prodotti portano la produzione pro capite a 633,4 kg dai 640,7 kg del 2021. La variazione è del -1,14%, sulla base dei dati Ispra. I flussi turistici esercitano una forte pressione sui sistemi di raccolta. Dai dati provinciali al 2022 emerge che la produzione pro capite di rifiuti è molto superiore al dato regionale nelle province di Reggio nell’Emilia, Ravenna, Piacenza e Rimini con, rispettivamente, 744, 719, 702 e 690 kg per abitante”.
