Arezzo, non resta che vincere. Amaranto attacca la Juventus Next Gen – .

Arezzo, non resta che vincere. Amaranto attacca la Juventus Next Gen – .
Arezzo, non resta che vincere. Amaranto attacca la Juventus Next Gen – .

Arezzo se ne va perdente ma non ne esce sconfitto. Le partite dei playoff vanno da sole, non sono banali partite di campionato e la capacità di leggere le situazioni di gioco, di mantenere la giusta solidità mentale, oltre ad un elemento di buona sorte, le rendono imprevedibili fino all’ultimo secondo. L’esperienza dimostra che il vantaggio di fattore di campo, e quindi dei due risultati su tre, pesa parecchio. Là La prossima generazione della Juve si è qualificata anche con un pareggio, dettaglio non irrilevante in una partita senza supplementari né rigori.

A livello di qualità i bianconeri hanno qualcosa in più. Dalla vita in su Brambilla possono mettere in campo giocatori che spostano gli equilibri come Hasa, Nonge e Sekulov, anche se l’assenza di Guerra (15 gol stagionali e leader carismatico del gruppo) potrebbe farsi sentire in fase di finalizzazione e “presenza” in gara. Salvo sorprese, la Juventus giocherà con la 3421un modulo insidioso da contrastare per la presenza di due trequartisti capaci di muoversi tra le linee senza dare riferimenti.

“Richiederà una gestione attenta”, ha detto Indiani e sarà necessaria anche una prestazione priva di errori, senza difetti che potrebbero rivelarsi fatali. Andare in svantaggio costringerebbe l’Arezzo ad esasperare la fase offensiva, lasciando spazio ai micidiali contropiedi avversari. Al contrario, trovare prima l’obiettivo sposterebbe il peso della ricerca della qualificazione sull’altro lato. E poi c’è la terza opzione, quella di una partita equilibrata fino agli ultimi trenta minuti, in cui il massimo esperienza e cattiveria degli amaranto, rispetto ai giovani della Juventus, assumerebbe un valore ancora più significativo.

Da lì, come detto, non ci sarà più guerra. Qui, però, mancherà Pattarello, uomo chiave per tutta la stagione. Se le parole degli Indians sono vere e non pretattiche, allora l’Arezzo non partirà dal primo minuto con tutte le armi in campo. E così uno in mezzo Gaddini E Guccione potrebbe sedersi in panchina per interpretare il ruolo del jolly nell’ultimo segmento. A occhio e croce la squadra potrebbe essere organizzata con a 433 più abbottonato, con il 4231 o anche con la difesa a tre esibita a Cesena, che non è andata affatto male. Trombini, Damiani, Mawuli, Settembrini, Gucci saranno negli undici titolari, con schede elettorali sia dietro (Chiosa, Lazzarini, Polvani, Risaliti) che sulle fasce (Donati o Renzi a destra, Coccia o Montini a sinistra).

Brambilla ha i giocatori per dividere la partita in ogni momento ma ha anche gli indiani. Le due partite di campionato, al di là del risultato finale (doppio 1-0 per i bianconeri), hanno dimostrato che c’è equilibrio, come dimostra la classifica (19 punti all’andata + 35 al ritorno per i bianconeri, 23 + 30 per gli amaranto). Si giocherà praticamente senza pubblico, con sei precedenti tutti a favore della Juventus (5 vittorie e un pareggio) e lo storico playoff che dal 1997 in poi non ha mai sorriso troppo all’Arezzo. Ma la storia può cambiare improvvisamente.

Arezzo se ne va perdente ma non ne esce sconfitto. Le partite dei playoff vanno da sole, non sono banali partite di campionato e la capacità di leggere le situazioni di gioco, di mantenere la giusta solidità mentale, oltre ad un elemento di buona sorte, le rendono imprevedibili fino all’ultimo secondo. L’esperienza dimostra che il vantaggio di fattore di campo, e quindi dei due risultati su tre, pesa parecchio. Là La prossima generazione della Juve si è qualificata anche con un pareggio, dettaglio non irrilevante in una partita senza supplementari né rigori.

A livello di qualità i bianconeri hanno qualcosa in più. Dalla vita in su Brambilla possono mettere in campo giocatori che spostano gli equilibri come Hasa, Nonge e Sekulov, anche se l’assenza di Guerra (15 gol stagionali e leader carismatico del gruppo) potrebbe farsi sentire in fase di finalizzazione e “presenza” in gara. Salvo sorprese, la Juventus giocherà con la 3421un modulo insidioso da contrastare per la presenza di due trequartisti capaci di muoversi tra le linee senza dare riferimenti.

“Richiederà una gestione attenta”, ha detto Indiani e sarà necessaria anche una prestazione priva di errori, senza difetti che potrebbero rivelarsi fatali. Andare in svantaggio costringerebbe l’Arezzo ad esasperare la fase offensiva, lasciando spazio ai micidiali contropiedi avversari. Al contrario, trovare prima l’obiettivo sposterebbe il peso della ricerca della qualificazione sull’altro lato. E poi c’è la terza opzione, quella di una partita equilibrata fino agli ultimi trenta minuti, in cui il massimo esperienza e cattiveria degli amaranto, rispetto ai giovani della Juventus, assumerebbe un valore ancora più significativo.

Da lì, come detto, non ci sarà più guerra. Qui, però, mancherà Pattarello, uomo chiave per tutta la stagione. Se le parole degli Indians sono vere e non pretattiche, allora l’Arezzo non partirà dal primo minuto con tutte le armi in campo. E così uno in mezzo Gaddini E Guccione potrebbe sedersi in panchina per interpretare il ruolo del jolly nell’ultimo segmento. A occhio e croce la squadra potrebbe essere organizzata con a 433 più abbottonato, con il 4231 o anche con la difesa a tre esibita a Cesena, che non è andata affatto male. Trombini, Damiani, Mawuli, Settembrini, Gucci saranno negli undici titolari, con schede elettorali sia dietro (Chiosa, Lazzarini, Polvani, Risaliti) che sulle fasce (Donati o Renzi a destra, Coccia o Montini a sinistra).

Brambilla ha i giocatori per dividere la partita in ogni momento ma ha anche gli indiani. Le due partite di campionato, al di là del risultato finale (doppio 1-0 per i bianconeri), hanno dimostrato che c’è equilibrio, come dimostra la classifica (19 punti all’andata + 35 al ritorno per i bianconeri, 23 + 30 per gli amaranto). Si giocherà praticamente senza pubblico, con sei precedenti tutti a favore della Juventus (5 vittorie e un pareggio) e lo storico playoff che dal 1997 in poi non ha mai sorriso troppo all’Arezzo. Ma la storia può cambiare improvvisamente.

 
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