quasi 4000 morti in più in Veneto in 34 anni (e sono i giovani i più colpiti dai tumori) – .

Un nuovo studio rivela che l’esposizione ai PFAS ha causato quasi 4000 decessi aggiuntivi nell’Area Rossa del Veneto in 34 anni, evidenziando un aumento della mortalità per tutte le cause, in particolare per malattie cardiovascolari. I giovani sono i più colpiti dal rischio di sviluppare tumori

Uno studio recente, pubblicato sulla rivista scientifica Salute ambientalemostra i contorni di una storia di cui si è parlato troppo poco, avvenuta nella Zona Rossa del Veneto, dove la contaminazione da sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) ha messo a rischio la salute di molti cittadini.

Nel 2013, la scoperta di a estesa contaminazione dell’acqua ha gettato nel panico la popolazione residente in 30 comuni dell’Area Rossa, situati principalmente nelle province di Vicenza, Padova e Verona. Il problema delle preoccupanti concentrazioni di PFAS nelle acque superficiali, sotterranee e potabili colpisce circa 350.000 persone.

Ora un nuovo studiocondotto dal professor Annibale Biggeri dell’Università di Padova insieme alla sua équipe e con la collaborazione di enti come il Registro Tumori dell’Emilia-Romagna, il Servizio Statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e con il contributo di citizen science del gruppo Mamme No Pfas , hanno rivelato dati sconcertanti.

Dal 1985 al 2018si è registrato un eccesso di oltre 3800 decessi rispetto a quanto previsto, che equivale a un decesso ogni 3 giorni. È come se in questi 34 anni fosse scomparsa l’intera popolazione di due comuni della Zona Rossa: Orgiano e Asigliano, scrivono le Mamme No Pfas per far comprendere meglio la situazione.

La mortalità è aumentata per tutte le cause e per la prima volta a legame tra esposizione a PFAS ed elevato rischio di morte per malattie cardiovascolari.

Come affermato nello studio:

Nel corso dei 34 anni compresi tra il 1985 (preso come data di inizio della contaminazione delle acque) e il 2018 (ultimo anno di disponibilità dei dati di mortalità causa-specifica), nella popolazione residente dell’area Rossa abbiamo osservato 51.621 decessi contro i 47.731 attesi (età ed età ) sesso-SMR: 108; IC al 90%: 107–109). Abbiamo trovato prove di un aumento della mortalità per malattie cardiovascolari (in particolare, malattie cardiache e cardiopatie ischemiche) e malattie neoplastiche maligne, tra cui il cancro del rene e il cancro ai testicoli.

Poi nelle conclusioni gli studiosi aggiungono:

Per la prima volta è stata formalmente dimostrata un’associazione tra esposizione a PFAS e mortalità per malattie cardiovascolari. Le prove riguardanti il ​​cancro del rene e il cancro ai testicoli sono coerenti con i dati precedentemente riportati.

@AmbienteSalute

I risultati dello studio sono stati resi noti dall’ Mamme senza genitori, gruppo di attivisti che da anni si batte per bandire i PFAS e promuovere azioni volte a tutelare la salute pubblica, in particolare delle donne incinte e dei bambini.

Sul loro sito web c’è scritto:

Attraverso l’analisi delle diverse classi di età è stato evidenziato un aumento del rischio di insorgenza di patologie tumorali al diminuire dell’età: la popolazione più giovane, esposta ai PFAS già durante l’infanzia, è quella che paga il prezzo più alto.

Un dato piuttosto sorprendente emerso dallo studio riguarda le donne in età fertile, che sembrano avere un effetto protettivo. Si ipotizza che ciò sia dovuto al trasferimento di PFAS dal sangue materno al feto durante la gravidanza e l’allattamento al seno, con conseguente diminuzione dei livelli di PFAS nelle madri. Ma questo non è certo confortante, le mamme sono tutelate ma i loro figli sono avvelenati!

Nonostante la serietà delle evidenze presentate negli ultimi anni, lo Studio di Coorte approvato dalla Regione Veneto nel 2016 non è mai iniziato mentre sarebbe fondamentale comprendere appieno l’impatto a lungo termine della contaminazione da PFAS sulla salute umana e informare la sanità pubblica politiche.

Come giustamente sottolineano le Mamme No PFAS:

Questo nuovo studio conferma ulteriormente il livello di tossicità di queste sostanze, che sono ormai presenti ovunque, dall’aria, all’acqua, a ciò che mangiamo. Perciò Sosteniamo fermamente la necessità di vietare la produzione e l’uso di PFAS, come un’intera classe di sostanze, a livello globale.

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Fonte: Salute ambientale / Mamme senza PFA

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