Antimafia e buon governo, nel concreto – .

Antimafia e buon governo, nel concreto – .
Antimafia e buon governo, nel concreto – .

“Il perseguimento dell’interesse generale, del bene della comunità e della promozione dei diritti e dei doveri di cittadinanza di ciascun individuo è il faro che deve orientare l’azione politica in una democrazia. La politica, intesa come servizio, deve essere autorevole, credibile e responsabile agli occhi dei cittadini. Deve saper analizzare i problemi e proporre soluzioni concrete. Chi si candida a ricoprire un ruolo politico, a livello locale ed europeo, deve essere non solo una persona di spiccata onestà, ma anche competente e responsabile”. Inizia così, molto attento all’inclusione di genere, l’appello che Avviso pubblico lanciato il 21 marzo ai candidati alle elezioni europee e amministrative dell’8 e 9 giugno. Questo pomeriggio nella biblioteca De Nobili di Catanzaro la presentazione calabrese dell’Appello – lo alleghiamo a fine articolo – cofirmato da Gratuitol’associazione antimafia fondata da Luigi Ciotti nel 1995 che ha radici consolidate in Calabria.

Risale all’anno successivo la nascita di Avviso Pubblico per riunire gli amministratori impegnati a promuovere la cultura della legalità democratica. Il sindaco di Catanzaro è soddisfatto della scelta: “Siamo molto contenti – ha detto Nicola Fiorita – Riteniamo che Avviso Pubblico abbia scelto Catanzaro per presentare il ricorso. Lo consideriamo anche un fatto simbolico che in qualche modo testimonia i rapporti che si stanno sviluppando con Notice Public. Abbiamo scelto di aderire alla rete, è in corso la procedura che ci renderà forse primi tra i capoluoghi di regione, sicuramente tra i pochi ad aderire, perché condividiamo lo spirito e i valori che animano questo appello e questo impegno”.

Costituiscono l’Avviso Pubblico diverse articolazioni di vario livello, a cominciare da Pierpaolo Romani che è il coordinatore nazionale: “L’appello che lanciamo oggi ai candidati alle elezioni europee e amministrative li invita a impegnarsi concretamente sul tema della legalità e della trasparenza, mettendo in atto comportamenti e strumenti che possano incidere concretamente sulla realtà”. La specificazione di “concretezza” ritorna spesso nelle intenzioni dei promotori: ma cosa significa, concretamente? “Se vieni eletto nelle amministrazioni locali – dice Romani per esempio – attiva un dipartimento ad hoc, se vieni eletto adotta la Carta dei Bandi che è un codice di comportamento di buona politica e ovviamente forma il personale dell’amministrazione su questi problemi. C’è bisogno di conoscenza ed esperienza in termini di buone pratiche”.

La Carta delle Avvisi Pubblici, ultima versione del 2023, è composta da 20 articoli che fanno comprendere come un buon amministratore possa attuare nella vita di tutti i giorni i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione. Per sottoscrivere la Carta dell’Avviso Pubblico non è obbligatorio aderire all’Associazione e possono aderirvi anche parlamentari nazionali ed europei.

Ciò che più immediatamente rileva è l’Appello del 21 marzo ribadito oggi a Catanzaro. “È uno strumento – spiega Giuseppe Politanò vicesindaco di Polistena e coordinatore regionale Avviso Pubblico – stimolare gli amministratori locali. Quest’anno andranno alle elezioni amministrative un terzo dei comuni calabresi, 135 di cui 4 con più di 15mila abitanti, tra cui Vibo Valentia, capoluogo di provincia. Questo appello insieme alla Carta dell’Avviso Pubblico vuole costituire un impegno a tradurre l’antimafia che ogni giorno declamiamo a parole in un’azione amministrativa che riesca a cambiare la vita delle persone. Non basta più dire da che parte vogliamo stare ma mettere in pratica ciò che si pratica. Ecco, ridurre la distanza tra ciò che si predica e ciò che si pratica, tra ciò che si dice e ciò che si fa».

Concetto ribadito da Giuseppe Borrello referente di Libera Calabria: “Si tratta di un appello che vuole rappresentare una guida per i candidati alle elezioni europee e locali, per un’azione politica mirata all’interesse generale della comunità e alla promozione dei diritti e dei doveri di cittadinanza. Un’iniziativa che portiamo avanti in un momento importante per la Calabria che purtroppo conta il maggior numero di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Riteniamo che sia un’iniziativa importante perché la Calabria è interessata quasi ogni giorno da operazioni di polizia e magistratura con processi importanti in corso.

Ci auguriamo che i Comuni chiamati al voto, 135 di cui due votanti dopo lo scioglimento del Consiglio, siano all’altezza del momento storico che sta vivendo la Calabria”. Un appello rivolto anche agli elettori. “Naturalmente – prosegue Borrello – un appello rivolto ai cittadini affinché esprimano il proprio voto in modo responsabile, in modo libero, libero da ogni condizionamento.
Facciamo nostro un grande insegnamento di Paolo Borsellino che diceva che i partiti politici devono assumersi la piena responsabilità facendo pulizia nei loro sistemi interni, liberandosi non solo degli indagati e dei condannati ma anche dei cosiddetti chiacchierati, quei politici che , a causa della loro vicinanza ad alcuni ambienti diventati meno credibili per la gestione della cosa pubblica, non possiamo lasciare alla magistratura la lotta alla mafia altrimenti corriamo il rischio di aumentare la confusione tra innocenza e silenzio”.

L’utilità di questo strumento è stata esercitata Rocco Sciarrone professore di Sociologia delle mafie all’Università di Torino: “Strumenti utili, Carta e Bando, insieme a tanti altri comportamenti concreti, strumenti utili e necessari per distinguere la buona politica dalla cattiva politica. Soprattutto per dare credibilità e autorevolezza alla politica, essenziale per governare la cosa pubblica ma anche per contrastare le mafie, la ‘ndrangheta e la corruzione. Sappiamo che la politica è un terreno privilegiato per i gruppi criminali ed è quindi davvero importante avere strumenti di coinvolgimento per distinguere la responsabilità penale dalla responsabilità politica. Oggi – ha raccomandato lo studioso – la lotta alla ndrangheta è delegata quasi esclusivamente alla repressione giudiziaria, è fondamentale coniugare questo tipo di lotta con strumenti di prevenzione e responsabilità politica”.

 
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