«Asili nido, a 300 famiglie non potremo rispondere» – .

DiEnrico Pruner

La percentuale delle richieste di accesso è in aumento. Il vicesindaco Bozzarelli: «Stiamo valutando l’introduzione di un bonus per le famiglie che si rivolgono a privati ​​o baby sitter»

Di fronte ad una curva della natalità che non mostra segnali di ripresa, cresce la percentuale di richieste di accesso agli asili nido. Nel 2022 ha presentato richieste il 49% delle famiglie con bambini fino a due anni, il 6% in più rispetto al 2019. Non è però cresciuto così tanto il numero delle richieste soddisfatte: se cinque anni fa le richieste accolte erano 96. %, nel 2023 il Comune si è fermato all’85%. E l’occhio è già all’inizio del prossimo anno: «Al momento non potremo dare risposte agli asili nido a oltre 300 famiglie» A riassumere i dati è Elisabetta Bozzarelli, vicesindaco di Trento con delega alla programmazione dei servizi scolastici. Lo scorso anno erano 200, «ma i dati dicono che il trend di crescita continuerà». Del resto, spiega Bozzarelli, «è in atto un cambiamento sociale e oggi il nido è richiesto dalla maggior parte delle famiglie”. Ma all’aumento delle domande hanno sicuramente contribuito i costi per le famiglie, la cui quota media per figlio quest’anno è stata di 58 euro.

Gli abbonati

La soluzione pensata dalla Giunta, però, punta sugli asili nido, che invece si stanno progressivamente svuotando. Nei 41 “asili nido”, considerando quelli provinciali e equiparati, i posti complessivamente disponibili per i bambini dai 3 ai 6 anni sono 4.001, mentre gli iscritti per l’anno in corso sono appena 2.763. E delle 160 sezioni potenziali, ce ne sono solo 131 attive. «La nostra proposta è attivare centri per l’infanzia in cui condividere spazi», prosegue il vicesindaco. In sostanza si tratterebbe di sfruttare i posti liberi negli asili nido per accogliere le 300 famiglie che non trovano posto negli asili nido gremiti.
Naturalmente nessun sistema integrato a livello pedagogico, “classi e modelli assistenziali restano separati, con insegnanti ed educatori che mantengono sistemi contrattuali diversi”. Il Comune quindi non intende già andare verso un “sistema integrato” come prevede il disegno di legge di Vanessa Masè su «zerosei»: «E se riuscissimo gradualmente a realizzare l’integrazione scolastica? Penso di sì – chiarisce Bozzarelli – ma con un investimento serio sui contratti di lavoro del personale scolastico. Intanto cominciamo dagli spazi, la pedagogia deve crescere insieme a questi percorsi”.

Scuole materne

Il Comune ha già investito un milione di euro per ristrutturare la scuola di Sardagna e attivare, “presumibilmente dal 2026”, un centro per la prima infanzia. Ma sono finiti sotto il controllo dell’amministrazione anche gli asili nido di Cadine, Mattarello e Povo. dove il numero dei membri è notevolmente inferiore alla capacità. Solo 54 iscritti al «Malograno» di Cadine su 101 posti disponibili e 154 sui 226 a «Il Castello» di Mattarello, mentre all’istituto Canotter di Povo, dei 101 potenziali ragazzi che avrebbero potuto iscriversi, sono appena 33. In quest’ultima scuola, dove restano scoperti 68 posti, la Provincia sarebbe d’accordo a inserire solo nove bambini del vicino asilo nido di Oltrecastello: «Tra gli altri solo dai 18 mesi in su – sottolinea l’assessore – per noi è inaccettabile. È inutile che vogliamo combattere la natalità se poi non offriamo la possibilità di conciliare vita lavorativa e vita familiare, compresi i bisogni di cura, di cura e di istruzione”. E, ampliando il ragionamento: «L’idea è che il servizio dell’asilo diventi universale, il nostro obiettivo è che tutti i bambini del territorio comunale possano accedere all’asilo nido”. Di fronte alla resistenza della Provincia, il vicepresidente Gerosa starebbe smussando alcune asperità: «L’ho vista aperta al confronto. Una chiara indicazione politica può avere conseguenze nelle scelte operative dei manager”.

Il bonus per le famiglie

Intanto, come misura tampone, per accogliere le 300 famiglie che rimarranno fuori graduatoria, “Stiamo valutando di affittare dei posti da adibire ad asilo nido entro settembre”. Con l’obiettivo, sulla carta, di offrire una settantina di posti in più. «E poi – rilancia Bozzarelli – stiamo pensando di introdurre bonus per le famiglie che non possono accedere, come contributo per chi dovrà rivolgersi a privati ​​o baby sitter”. Con l’ombra, certamente degli sprechi, visto che ci troveremmo nella situazione di dover ricorrere a spazi privati, lasciando gli asili nido vuoti: «Ci dispiace, perché così sprechiamo risorse».


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7 maggio 2024

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