Il giubbotto di salvataggio salva la vita ad un uomo affetto da una gravissima aritmia cardiaca – .

Il giubbotto di salvataggio salva la vita ad un uomo affetto da una gravissima aritmia cardiaca – .
Il giubbotto di salvataggio salva la vita ad un uomo affetto da una gravissima aritmia cardiaca – .

Un’aritmia cardiaca molto grave, che se non tempestivamente e tempestivamente interrotta avrebbe potuto portare anche all’arresto cardiaco e quindi alla morte del paziente, è stata rapidamente rilevata grazie all’utilizzo di un defibrillatore esterno indossabile, il “LifeVest”, un dispositivo che protegge i pazienti con aritmie improvvise erogando una scossa elettrica al cuore e che, a differenza dei defibrillatori impiantati sottopelle, viene portato a diretto contatto con la pelle del paziente come se fosse una giacca.

È quanto accaduto nei giorni scorsi all’ospedale Dimiccoli di Barletta dove è arrivato un uomo di 75 anni – al quale, dopo un recente ricovero, era stato applicato il LifeVest proprio per salvaguardare il totale ripristino della funzionalità cardiaca – riferendo di aver aveva avvertito un’improvvisa scarica elettrica sul petto mentre giocava con le nipoti.

Allertato dal personale del pronto soccorso, il dottor Francesco Palma, primario dell’Ambulatorio di Stimolazione Cardiaca dell’Unità di Cardiologia-Rianimazione, ha analizzato con un’interrogazione telemetrica il LifeVest indossato dal paziente – con anamnesi di cardiopatia ischemica cronica, rivascolarizzato in passato con intervento di angioplastica coronarica e recentemente già ricoverato per edema polmonare acuto e grave, disfunzione ventricolare sinistra – che ha rilevato la comparsa di “flutter ventricolare”, un’aritmia cardiaca molto grave immediatamente e correttamente riconosciuta dal dispositivo stesso che ha erogato automaticamente una scarica elettrica, in grado di interrompere efficacemente l’aritmia, cardiovertendola e salvando così la vita del paziente.

“Durante il ricovero presso la nostra Unità di Terapia Intensiva Cardiologica – spiega il dottor Giuseppe Diaferia, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia-UTI – il paziente è stato sottoposto, con esito positivo, ad un intervento con il quale è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo definitivo che gli ha permesso di essere dimesso dopo appena tre giorni di ricovero e riabbracciamo la tua famiglia. La storia di questo paziente ci ha ribadito come l’uso appropriato dei dispositivi medici, oggi disponibili, possa fare la differenza tra la vita e la morte e come questi stessi dispositivi rendano più rapide e sicure le dimissioni dei pazienti ad altissimo rischio di morte. All’improvviso.”

 
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