I 14 migliori Montepulciano tra Abruzzo e Marche sotto i 20 euro scelti dal Gambero Rosso – .

La vite montepulciano è stato confuso in passato con il Sangiovese, con il quale dimostra tuttavia una parentela abbastanza stretta. In Abruzzo ha una posizione privilegiata: è infatti l’uva più diffusa nella regione, e si producono entrambe versione rossa quello quello rosaIL Cerasuolo. Trova la sua culla nella Valle Peligna, la parte centro-meridionale della regione, da dove si è diffuso nel resto dell’Abruzzo e nelle regioni limitrofe. Viene anche coltivato con successo in Marchedove si esprime con grande eleganza Rosso Conero e più sporadicamente in Umbria, Lazio, Molise e Puglia. Allevato secondo criteri di bassa produttività dà un vino intenso e caldo, secco, morbido, con aromi fruttati e di sottobosco; ha inoltre un ottimo potenziale di invecchiamento.

La storia del Montepulciano si intreccia e si confonde con quella dell’altro importante vitigno a bacca nera del centro Italia, il sangiovese. Pur non avendo affinità genetiche, le due uve in passato furono vittime di una confusione durata secoli. Responsabile di ciò sarebbe Sante Lancerio, imbottigliatore di Papa Paolo III (siamo intorno alla metà del XVI secolo), che chiamò Montepulciano il vino proveniente dall’omonima cittadina toscana, che però già all’epoca veniva prodotto con Sangiovese tempo.

Con la diffusione di quest’ultimo sarebbe cresciuto anche il disturbo onomastico, confusione che troviamo ancora all’inizio del Novecento, quando tutti i maggiori ampelografi ancora non distinguevano tra Montepulciano e Sangiovese. Qualcuno però aveva già capito le differenze: in un testo di metà Ottocento, infatti, si fa riferimento a “montepulciano primaticcio”, che indicherebbe il sangiovese, e “montepulciano cordisco”, l’attuale Montepulciano.

Oggi tutto questo è ovviamente superato e gli studi scientifici sulle varietà hanno chiarito la genetica delle due uve. Anche perché è abbastanza facile cogliere le differenze tra i vini prodotti con i due diversi vitigni. Infatti Montepulciano è auva molto materica, ricca, potente, generosa: sia a livello agronomico che in fase di vinificazione il temperamento va tenuto a bada. Quando il gioco ha successo, hai a che fare con rossi molto interessanti, ottimi compagni di tavola e dalle potenzialità di invecchiamento praticamente infinite.

I Montepulciano d’Abruzzo e Marche con il miglior rapporto qualità-prezzo

Abruzzo

Ecco una selezione di etichette Montepulciano d’Abruzzo E Rosso Conero molto buoni ed economici: sono, infatti, quelli che abbiamo recensito nella guida Berebene 2024 del Gambero Rossoquindi li troverete nelle enoteche (e online) per meno di 20 euro.

IL Breve 2019 è un Colline teramane che presenta un profumo abbastanza caratteristico. Grandi classici sono i sentori di frutta nera e le sensazioni minerali della grafite, a cui si aggiunge una nota più particolare di erbe aromatiche e sensazioni di sottobosco. In bocca la materia tannica è davvero abbondante ma il sorso riesce a liberarsi grazie ad un bel sottofondo sapido. L’azienda è situata a Canzano, nella valle del fiume Vomano. L’attività è gestita da Enrico Cerulli Irelli che, da quando è entrato in azienda, ha lavorato all’ammodernamento delle attrezzature e della gestione agronomica. Il vigneto è diviso in due appezzamenti: quello di Canzano, vicino alla cantina, di 35 ettari, e quello di Mosciano, poco più a nord, di 18 ettari.

IL Montepulciano d’Abruzzo 2020 Di Nestore Bosco alterna sbuffi balsamici a sfumature di frutta scura mentre in bocca ritornano sensazioni di mirtillo e ribes a sostenere un tannino di buona precisione. Una gamma piuttosto varia comprende le etichette dell’azienda intitolata al Cavalier Bosco, che la fondò alla fine dell’Ottocento. A guidarla oggi è Giovanni, aiutato dai figli Nestore e Stefania; il patrimonio viticolo su cui possono contare si estende per circa settanta ettari nelle colline Pescaresi, concentrati per lo più nella zona dei Casali di Nocciano, centro nevralgico dell’azienda anche dal punto di vista produttivo. È qui che i rossi di Montepulciano, pensati per un lungo invecchiamento, e i profumati bianchi vengono affinati prima di essere immessi sul mercato.

IL Montepulciano 2020 Di Jashi sfoggia netti frutti rossi, sfumature floreali che ricordano il geranio, e un sorso leggero, tagliente, fragrante, ma con polpa fruttata, bevibilità e dinamismo. I vigneti della famiglia Jasci respirano le calde brezze che spirano dall’Adriatico verso le dolci colline che fanno da sfondo a Vasto.

Nel Riparosso 2022 mora, cacao e brace si fondono per regalare un sorso che avanza senza esitazioni tanniche o asciugamenti alcolici sul palato solido. Lorenzo e Stefano Illuminati hanno raccolto in pieno l’eredità del Cavalier Dino, recentemente scomparso ma largamente citato tra i principali ambasciatori del vino abruzzese nel mondo. Non solo grandi vini da invecchiamento, ma anche piacevoli Montepulciano di pronta beva come

Nell’Avegiano 2019 sensazioni fragranti di frutti rossi e neri descrivono il netto profilo aromatico. La bocca è fresca e scorrevole, il sorso ha ritmo e ritorna sui frutti croccanti. Realtà storica di Avezzano, cuore pulsante della produzione aquilana, Bove trae la sua linfa vitale da circa sessanta ettari riservati alle varietà tipiche abruzzesi.

IL Becco Realepremiato con i Tre Bicchieri 2024 nella guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, è la prova che un Montepulciano può essere un grande vino anche quando non ricerca l’opulenza. Netto nelle note di mora e prugna, sfumate con sensazioni di catrame, ha un attacco al palato succoso e tannini saporiti. La famiglia Di Carlo si occupa di viticoltura dal 1830. In questo lungo arco di tempo ha cambiato più volte pelle e marchio aziendale, ma l’idea alla base della loro attività è sempre la stessa: portare l’Abruzzo e il suo vino alla ribalta vino mondiale. Il nuovo marchio, Vignamadre, ha proprio questo scopo e descrive anche il lavoro e la ricerca portata avanti negli ultimi anni da Giannicola Di Carlo e dai figli Federico e Daniele: una vitienologia attenta all’ascolto e all’incanalamento della forza della natura.

Audace e sfacciato Montepulciano Casabianca, fermentazione spontanea: mirtillo e mora al naso, bocca concreta e solida con tannino a dare ritmo al sorso. Gli oltre 170 ettari di proprietà dell’azienda si trovano a Castilenti, nel cuore delle colline teramane, un grandissimo vigneto equidistante dal Gran Sasso e dall’Adriatico che beneficia di un clima ideale per la viticoltura e consente una vasta scelta di etichette.

IL Mo Riserva 2019 si distingue anche quest’anno per il rapporto qualità-prezzo estremamente vantaggioso. Le note date dal legno di maturazione si avvertono chiaramente al naso nelle sensazioni di cioccolato fondente e caffè che si uniscono a suggestioni di marasca e visciola. La struttura tannica è ben gestita e il sorso si scioglie in succosi ritorni fruttati. Tollo è una delle cantine cooperative più prestigiose. Nato nel 1960, oggi è un colosso della produzione, con 18 milioni di bottiglie prodotte ogni anno e oltre 3200 ettari di vigneti. Nonostante l’imponenza di questi numeri, l’azienda ha mantenuto uno standard qualitativo elevato e prezzi competitivi, affermandosi anche sui mercati internazionali. C’è anche uno sguardo alla sostenibilità e alla gestione biologica di diversi vigneti.

IL Prenota 2019 Di Rocco Pastetti,premiato con i Tre Bicchieri 2024nella guida Vini d’Italia del Gambero Rosso è tra i migliori Montepulciano degustati quest’anno. Il legno è gestito con precisione, donando sfumature tostate ad un profilo aromatico che mescola turgidi frutti neri e sbuffi pirici. Il tannino è fitto ma sottile, la materia è ben irreggimentata in un sorso sapido e progressivo. Vent’anni fa Rocco Pasetti creò questa azienda vinicola a Collecorvino, comune che oggi fa parte della sottozona Terre dei Vestini. I vigneti di proprietà circondano il nucleo operativo dell’azienda dove tra le varietà protagoniste troviamo Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e Passerina. In cantina questi vitigni autoctoni vengono valorizzati attraverso l’utilizzo del legno, dell’acciaio, delle barrique e delle botti grandi. Tre le linee della gamma: Contesa, Collecorvino e Vini d’Autore, che descrivono le potenzialità del territorio abruzzese.

Vero e denso, il Montepulciano Ruggito 2021 riesce a mantenersi fresco e gustoso, nonostante l’imponente trama tannica. Il Pecorino Ruggito è giocato su una succosa nota agrumata che dona pienezza e fragranza al palato. Buona prestazione anche per il Trebbiano, floreale e con sentori di frutta bianca.

Marche

Il nuovo corso dell’azienda Fattoria a terrazza di Antonio Terni presta maggiore attenzione alla freschezza, alla fragranza del frutto, alla facilità di sorseggiamento senza rinunciare al tocco polposo indotto dall’uva Montepulciano. Queste caratteristiche si ritrovano apertamente nel Rosso Conero 2020 con i suoi richiami alle ciliegie mature, il palato gioca sulla precisione aromatica e sul sorso che unisce piacevolezza ed equilibrata densità della struttura.

IL San Lorenzo 2021 È uno dei Rosso Conero prodotto da Ronchi umani, che può vantare una magnifica diversità di cru che danno vita alla pattuglia di etichette a base del vitigno Verdicchio, così come i vigneti di Montepulciano sparsi tra il Conero e l’Abruzzo. Nella attrezzata (e recentemente ampliata) cantina, prende vita una gamma di vini di impressionante qualità media, frutto di tanti anni di lavoro portato avanti da un team tecnico esperto e competente e di scelte lungimiranti.

Buona prestazione per l’armonico Cimerio 2020, dal preciso ricordo di marasca. Nel 2024 Moncaro festeggerà i 60 anni dalla sua fondazione. Quello che era un connubio tra i viticoltori di Montecarotto, capitale ideale del Verdicchio sulla riva sinistra dell’Esino, si trasformò progressivamente, anche attraverso l’acquisizione alla fine del secolo scorso della Cantina del Conero e di quella di Acquaviva Picena, in la più grande cooperativa regionale per numero di vigneti gestiti e bottiglie prodotte. Oggi la qualità delle migliori etichette gode di affidabilità e prezzi prudenti.

Il cacciatore di sogni 2021 è uno dei Rosso Conero prodotti da La Calcinara. L’azienda di famiglia si occupa di vino da 75 anni ma Eleonora e Paolo Berluti hanno voluto ritagliarsi una realtà diversa, più artigianale e capace di esprimere in bottiglia le loro convinzioni che passano attraverso un’applicazione rigorosa dell’agricoltura biologica, senza scorciatoie o correzioni nel la cantina. Per questo motivo nel 2007 hanno creato la propria azienda vinicola sulle colline di Candia. Nel vigneto la maggior parte dei filari sono occupati da uve Montepulciano ma sono presenti anche piccole quantità di Sangiovese più Verdicchio e Chardonnay che insieme danno vita all’unico vino bianco dell’azienda.

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