protesta con presidio giovedì 9 maggio – .

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La crisi della Compagnia Unica di Salerno è solo la punta dell’iceberg di un sistema portuale che negli anni ha sacrificato gli interessi dei lavoratori a quelli degli armatori. L’autoproduzione è espressamente vietata dalla legge eppure, ormai da più di un anno, l’USB invia agli organi competenti segnalazioni circostanziate sull’illecito utilizzo di personale marittimo privo di patente per lo svolgimento di operazioni portuali. In questo modo, oltre a mettere a rischio l’incolumità dei lavoratori portuali e dei marittimi, si incide sulle chiamate dei lavoratori in banchina.

Se a ciò aggiungiamo le assunzioni nei terminal esterne alla forza lavoro portuale e senza che esista un’unica strategia di gestione della manodopera nel porto, ciò spiega la crisi del CULP e il conseguente calo delle richieste di lavoratori portuali Intempo. Ma non è solo Salerno a subire queste dinamiche. In tutti i porti si preferisce guardare dall’altra parte mentre Governo e Armatori continuano la loro opera di divisione dei lavoratori, mettendo in discussione le Imprese Portuali e la loro centralità nel sistema portuale.

I lavoratori devono essere uniti per opporsi a questo progetto. Per questo, oltre ai contenziosi che portiamo avanti quotidianamente, abbiamo deciso di sporgere una denuncia dettagliata alla Procura della Repubblica in materia di autoproduzione.

 
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