chi è l’ex presidente del Genoa e del Livorno finito nell’inchiesta per corruzione con Toti – .

chi è l’ex presidente del Genoa e del Livorno finito nell’inchiesta per corruzione con Toti – .
chi è l’ex presidente del Genoa e del Livorno finito nell’inchiesta per corruzione con Toti – .

DiMarco Gasperetti

È agli arresti domiciliari l’ex presidente del Genova e poi del Livorno Spinelli, oggi 84enne: ha fondato un gruppo molto potente nel settore dei trasporti, della logistica e dei terminal portuali. Ha portato Genoa e Livorno in Coppa Uefa ma in entrambi i casi è finita malissimo. Le critiche di Donadoni e le polemiche con Lucarelli

Quando sbarcò a Livorno, nel 1999 Per acquistare la squadra locale di calcio esiliata per decenni nelle serie minori e annunciato che l’avrebbe portata nel paradiso della Serie A, i tifosi pensarono a un nuovo scherzo. «Spinelli? Speriamo non sia solo fumo”, ha scritto qualche spiritoso “graffiti artist” su un muro di periferia.

Troppe delusioni, troppe promesse da parte di altri presidenti. E molta diffidenza per questo uomo d’affari molto ricco, uomo che si è fatto da sé ex presidente del Genoa e con interessi anche nel porto toscano ma soprattutto nel capoluogo ligure dove aveva fondato un potentissimo gruppo omonimo con attività nel settore dei trasporti, della logistica, delle dogane e dei terminal portuali.

E invece Aldo Spinelli, origini calabresi ma trasferitosi a Genova fin da bambino, quindi imprenditore di 59 anni (oggi ha compiuto 84 anni), non solo ha mantenuto le promesse portando gli amaranto dalla serie C alla A, ma riuscì addirittura ad accedere alla Coppa UEFAun sogno per la città toscana.
Celebrato, glorificato, premiato come “il miglior presidente della storia del Livorno Calcio”, Spinelli è stato anche il patron più controverso della storia del club amaranto. Contestato dagli ultras della Curva Nord (molto politicizzati e all’epoca dichiaratamente stalinisti), tenuto a distanza dall’amministrazione comunale e poi apertamente avversato, fu spesso accusato di poco amore per i colori amaranto. Ma criticato anche per decisioni assurde (le accuse nel processo Biscardi al tecnico Donadoni, che si dimise, con la squadra in testa alla classifica) e per un’avversione verso giocatori simbolo del Livorno, tra tutti Cristiano Lucarelli che poi lasciò la squadra e Igor Protti.

Finale amaro con il Livorno

Anche i rapporti con il potere locale, soprattutto con gli interessi portuali, non sono mai stati improntati alla benevolenza. Qualcuno si vociferava di favori che, da presidente della squadra di calcio, Spinelli si sarebbe aspettato, ma mai concesso. Accuse, però, non provate e quindi inesistenti.
Si va avanti tra alti e bassi fino ad arrivare al precipizio e dopo 21 anni di presidenza Spinelli molla tutto e lo fa nel peggiore dei modi lasciando un’azienda ridotta in macerie che poi cadrà in Eccellenza.

L’epopea livornese di Spinelli segue in parte l’avventura del Genoa. Che «sur Aldo» acquistò nel 1985 in Serie B e lo guidò per tredici stagioni (sei in Serie A) fino a raggiungere le semifinali di Coppa UEFA. «Marassi per me è sempre stata l’emozione più grande. Stadio e pubblico sono uguali solo a Roma. I derby del Genoa hanno un fascino unico”, disse quando era ancora presidente del Livorno in Serie A, facendo arrabbiare ancora di più i tifosi locali. E ha citato spesso le leggendarie vittorie con il Liverpool in casa e fuori, perché la sua squadra è stata la prima italiana a vincere ad Anfield, proprio come accaduto all’Atalanta qualche settimana fa.
Poi, anche a Genova, dopo l’impresa dell’Uefa, il tracollo. «Dopo quelle splendide vittorie non andava più niente per il verso giusto, mi sfidavano, arrivavano anche davanti a casa mia. Ho giurato di vendere il Genoa e di non tornare mai più, nemmeno se me lo dessero”, ha detto in un’intervista a Corriere. Ma dalle sue parole si capiva che era ancora un tifoso dei colori rossoblù.

7 maggio 2024 (modificato il 7 maggio 2024 | 12:21)

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