ANCONA Un affronto avvenuto a favore delle telecamere. Quasi come se lo stessero cercando. O che comunque non voleva nascondersi nelle stanze segrete. Lunedì mattina in commissione consiliare è avvenuto lo scontro tra il capogruppo FdI Jacopo Toccaceli e il vicesindaco e assessore al Bilancio Giovanni Zinni dello stesso partito. Il problema: la mancata attuazione della legge sui risarcimenti approvata circa 8 mesi fa in consiglio comunale. Una misura, peraltro, proposta dallo stesso Zinni e che servirebbe a stanare i cittadini morosi o inadempienti nel pagamento delle multe o delle tasse comunali.
Le reazioni
Volarono parole al vetriolo. «Non è possibile che dopo tutto questo tempo questa regola non sia stata rispettata» Toccaceli è entrato a gamba tesa su Zinni che, in un primo momento, era completamente spiazzato. Per non parlare degli oppositori, spettatori di una scena del tutto inaspettata. Le ripercussioni sull’intera maggioranza sono inevitabili. Nessuno vuole parlare dalle poltrone della Lega. «Il motivo dell’atteggiamento di Toccaceli? Bisogna chiederlo a lui” prende le distanze da Vincenzo Rossi, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia e presidente della VII Commissione (Bilancio). Ovviamente era lì anche l’altro giorno. Rossi prova a sdrammatizzare: «I toni di Toccaceli sono sempre un po’ così» sdrammatizza.
L’imbarazzo
Ma l’imbarazzo per la maggioranza è palpabile. Rossi prova a dare un colpo al cerchio e uno alla botte: «La nota del capogruppo FdI poteva essere giusta – dice -, ma la regola è di difficile applicazione». Mantiene l’equilibrio e si rifà all’accusa di Toccaceli: «Gli uffici non si parlano». Ovvero: per attuare l’indennizzo è necessario che gli uffici che riscontrano inadempienze comunichino i nominativi dei funzionari che erogano contributi e benefici ai cittadini. Gli inadempienti, quindi, verrebbero privati di eventuali contributi qualora li ricevessero. Una questione certamente non così importante da determinare l’attacco frontale di Toccaceli al suo collega di partito e di governo. Ma comunque la frittata è stata fatta. Nella commissione, tra l’incredulità di tutti, scese il brivido. Così come nella maggioranza subito dopo. «Ma no, non direi questo» ammorbidisce il capogruppo di Ancona Protagonista, Arnaldo Ippoliti che porta come esempio le frizioni che esistevano nella vecchia Dc (da cui lui stesso proviene culturalmente). «Succedeva spesso, era un modo per confrontarci internamente» spiega. Sì, ma non davanti alle telecamere, alla città e all’opposizione. “Tanti auguri”. Chiude.
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Corriere Adriatico