David e Gimenez, un posto per due a Napoli per il dopo Osimhen – .

David e Gimenez, un posto per due a Napoli per il dopo Osimhen – .
David e Gimenez, un posto per due a Napoli per il dopo Osimhen – .

Trovare il degno erede di Osimhen. Come se fosse semplice. Perché De Laurentiis non può certo fidarsi di chi ha presentato lo scorso anno Nathan come successore di Kim. Spetta quindi al direttore in pectore, Manna, assumersi la responsabilità: David o Gimenez, chi riceverà la maglia numero 9? Il punto è che non sarà facile per nessuno raccogliere una testimonianza del genere. E la perplessità è che, come nel caso del coreano, si sa da mesi che la stella nigeriana se ne andrà ma i dirigenti italiani non hanno ancora scelto il suo successore. Ecco. Dobbiamo spostare l’obiettivo signore. È devastante, valeva la metà del Napoli già con Spalletti, lo è ancora di più in questa stagione degli orrori. I suoi capricci e i suoi mal di pancia condizionano l’andamento del campionato già dalla scorsa estate. Voleva i milioni di arabi e quando lo capì De Laurentiis non avrebbe accettato offerte inferiori a 160-180 milioni di euro, ha rinunciato. Ma la testa, spesso, finiva sempre lì. È un cannibale, ma anche a Udine ha dimostrato quanto il Napoli dipenda totalmente da lui: appena uscito, metà della difesa friulana si è lanciata in attacco, come se si fosse liberata di un peso.

Signor 120 milioni

In Serie A nessuno è bravo come il nigeriano. Potrebbe essere la sua stagione più amara ma resta comunque il miglior marcatore degli Azzurri. Prepara l’addio, inizia il conto alla rovescia: solo il PSG si è detto pronto a pagare la clausola rescissoria. Magari proverà a fare uno sconto, perché sa che il Napoli non può più permettersi Osimhen: costa 10 milioni di ingaggio più due di bonus. Non solo è una cifra insostenibile ma è anche uno dei motivi che hanno destabilizzato l’ambiente visto che altri guadagnano molto meno di lui. Dopo aver mancato quello di Kim, dopo aver abbandonato Garcia dal quarto posto in classifica per prenderne altri due e ritrovarsi al nono posto, De Laurentiis ha in mano una cassaforte piena di fondi per poter prendere chi vuole. Sì, ma chi? Difficilmente potrebbe accettare l’ipotesi avanzata da qualche intermediario britannico di uno scambio con Lukaku. Perché l’unico parametro di riferimento sarà lo stipendio: l’erede di Osimhen non potrà guadagnare più di 4 milioni l’anno. Se Mbappé andasse a Madrid ci sarebbe un effetto domino sul mercato mondiale e Osimhen potrebbe essere la seconda o la terza carta. E il Napoli non la toglierà dal gioco. Questa volta De Laurentiis non avrà remore a vendere; si affida al suo agente, Calenda (lo stesso di Juan Jesus), che da tempo sostiene di avere una lista infinita di corteggiatori per Osimhen. Victor non è intrasferibile. Ma la verità è che qui non c’è più nessuno, per principio e per strategia. De Laurentiis non fissa prezzi e non mette in vendita i suoi capi migliori (e infatti non impone clausole), ma è sempre pronto a contrattare se necessario anche se non ha la necessità di vendere per finanziare gli acquisti.

Ansioso

Forse bisognerà aspettare per capire chi sarà il nuovo allenatore per dare mandato a Manna di dare il via all’assalto. Nel 2020, l’operazione Osimhen porta la firma di Cristiano Giuntoli: lo ha ammesso anche De Laurentiis, quando nella Procura di Roma, sentito per la presunta plusvalenza fittizia, ha spiegato come l’attuale direttore sportivo della Juventus l’ha portata a buon fine. Sapete, Rino Gattuso ne è rimasto entusiasta e io ho dato il suo ok. Segnale che certe operazioni richiedono necessariamente il benestare del tecnico. Allora Gimenez del Feyenoord (60 milioni di euro) o David del Lille (50 milioni)? E’ probabile che in lizza ci sia anche un Mister X. Ma non è solo una questione di soldi. Ma anche in attacco rischia una rivoluzione: perché anche Simeone e Raspadori non vogliono vivere un’altra stagione da gregari come questa. Per restare dovranno parlare con il nuovo allenatore. Di sicuro è una vigilia sofferta, perché come può non mancare un attaccante che ha segnato 76 gol in 118 partite. Impossibile. Forse ci mancheranno meno le sue facce lunghe, la sua poca voglia di fare gruppo ma non certo i suoi sprint alla Bolt, i suoi salti alti per raggiungere palloni impossibili. Osimhen è il miglior attaccante visto in Serie A nell’ultimo decennio. Ed è normale che ora se ne vada. Perché la filosofia di quest’estate deve essere chiara: il Napoli vende chi vuole essere venduto, non lo obbliga a restare e questo è quindi il pericolo che corrono i tifosi innamorati anche di Kvara, Lobotka e via dicendo.

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La mattina

 
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