Buoni pasto nelle Asl dell’Emilia-Romagna, Castaldini (FI): “Rivedere le modalità di fruizione”

La consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, presenta un’interrogazione alla Camera: “Equiparare l’utilizzo dei buoni pasto da parte dei dipendenti Asl con quello degli altri dipendenti regionali”.

Il consigliere regionale di Forza Italia Emilia-Romagna, Valentina Castaldiniè intervenuto nel corso dell’assemblea legislativa, presentando un’interrogazione a risposta immediata in merito all’utilizzo del buoni pasto da parte dei dipendenti ASL della Regione.

L’oggetto della proposta avanzata da Castaldini consiste nella possibilità di consentire a medici, infermieri e più in generale a tutto il personale sanitario di non spendere i propri buoni pasto in un tempo prestabilito così breve, dando loro un termine che non sia di un’ora e mezza , come accade oggi, ma di qualche mese.

«Stiamo parlando di un dettaglio che incide sulla vita quotidiana di chi ogni giorno entra in ospedale per lavorare, e che è indicatore di quanto l’amministrazione regionale possa essere vicina o lontana dai suoi dipendenti – avverte l’assessore -. Il buono mensa per i dipendenti Asl vale 5,16 euro, di cui vengono scalati 1,03 euro dalla busta paga. Già questa è una prima stranezza perché solitamente il buono pasto ha un suo valore, e il fatto di utilizzarlo non grava sulla busta paga».

Prosegue Castaldini: “Ad oggi il buono mensa deve essere speso fuori dall’orario di lavoro ed entro un arco temporale di mezz’ora per chi ha una pausa nell’orario di lavoro, come il personale amministrativo, oppure entro un’ora e mezza prima dell’inizio del lavoro turno o un’ora e mezza dopo la fine del turno per chi lavora senza interruzioni, come gli infermieri. E questo rappresenta una seconda stranezza”.

L’assessore ricorda come “alcune aziende sanitarie, per cercare di risolvere questo caos, hanno stabilito convenzioni con bar, ristoranti e supermercati, dove il buono potrà essere utilizzato come un comune buono pasto; Però anche in questo caso si potrà spendere il buono pasto nell’ora e mezza prima o dopo l’orario di lavoro”.

Castaldini conclude: “Quindi mi chiedo che colpa abbiano i dipendenti dell’Asl rispetto agli altri dipendenti regionali. È un limite normativo? Un problema di soldi? Nessuno dei due. È necessario, quindi, consentire a tutto il personale sanitario di non spendere i propri buoni pasto in un tempo prestabilito così breve, dando loro una scadenza di pochi mesi. Il problema del reclutamento o del mantenimento del personale sanitario non sarà risolto, ma almeno è la prima parte di un percorso molto lungo”.

Redazione di Nurse Times

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