I carabinieri recuperano e restituiscono allo Stato 248 monete e reperti archeologici per un valore di oltre 300mila euro – .

I carabinieri recuperano e restituiscono allo Stato 248 monete e reperti archeologici per un valore di oltre 300mila euro – .
I carabinieri recuperano e restituiscono allo Stato 248 monete e reperti archeologici per un valore di oltre 300mila euro – .

Reggio Calabria – Presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, questa mattina, il Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Cosenza ha consegnato alla Soprintendenza l’ABAP per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia 253 eredità culturale recuperato nell’ambito dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi. L’evento si è svolto alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, del Procuratore Capo della Repubblica di Palmi, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, del Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria nonché delle autorità civili, militari e autorità religiose.

L’indagine, che ha consentito il recupero di beni archeologici e paleontologici per un valore complessivo stimato nell’ordine di circa 300.000 euro, è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, coordinati dalla Procura di Palmi, e ha avuto origine da un controllo doganale all’aeroporto di Reggio Calabria sui bagagli di due passeggeri italiani in arrivo dal Messico. A seguito di approfondite indagini sono state sequestrate 648 monete d’argento e di bronzo di epoca magnogreca, romana e medievale, oltre a 37 reperti di presumibile interesse storico archeologico risalenti alla Magna Grecia e alle civiltà del Centro America, custoditi nella casa. di un professionista reggino.

Con la collaborazione dei funzionari archeologici della Soprintendenza Archeologica della Calabria e del Museo Etnografico Nazionale Preistorico “L. Pigorini” di Roma, è stato accertato che 28 reperti archeologici sequestrati erano di indiscutibile autenticità, risalenti ai “periodi antichi preclassici (1100-900 a.C.) e postclassici (1300-1521 d.C.)” e provenienti dalle culture dell’altopiano centrale e la costa del Golfo del Messico. Di nove oggetti archeologici, custoditi nei bagagli intercettati a Reggio Calabria, funzionari del Ministero della Cultura messicano hanno chiesto e ottenuto la restituzione nel 2016 in quanto pertinenti al patrimonio culturale di quello Stato. Per i restanti 253 beni culturali, a seguito della sentenza divenuta definitiva il 20 febbraio 2024, il Tribunale di Palmi (RC) ha disposto la confisca e la restituzione al legittimo proprietario, individuato nello Stato italiano, mediante consegna alla Soprintendenza ABAP di Reggio Calabria . Tra questi: un gruppo di 240 monete autentiche di rame e 8 monete d’argento attribuibili all’età greca e medievale, la maggior concentrazione delle quali è individuabile nelle coniazioni di epoca romana; due “dressel” – risalenti al I secolo a.C. e al II secolo. dC – cioè contenitori per il trasporto del vino, molto diffusi nella prima metà dell’età imperiale, la cui prima origine fu in Grecia (isola di Rodi) ma che successivamente si diffusero anche in varie località della Magna Grecia compresa la Calabria; una lucerna fittile, risalente alla prima età imperiale romana, con decorazione sul disco; un frammento di vaso, risalente al IV secolo. aC, a figure rosse di produzione italiana; dente di un proboscidato estinto della famiglia Gomphotheriidae (comunemente detti “mastodonti”), diffuso in Africa, Asia, Europa e Nord America. La specie è conosciuta in Italia Anancus arvernensis, diffuso tra la fine del Miocene (10 milioni di anni fa) e le fasi iniziali del Pleistocene (circa 1,5 milioni di anni fa). L’odierna restituzione dei beni culturali recuperati al patrimonio statale è il risultato di un’attività complessa, svolta in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del MiC, nonché dell’impegno e della professionalità di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati in specifici settori, che hanno permesso di salvare importanti testimonianze dell’identità delle comunità che ci raccontano la loro storia e, di conseguenza, la nostra.

 
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