Università, basta limitare il numero degli studenti a Medicina? «Così sarebbe impossibile lavorare a Modena» Gazzetta di Modena – .

Università, basta limitare il numero degli studenti a Medicina? «Così sarebbe impossibile lavorare a Modena» Gazzetta di Modena – .
Università, basta limitare il numero degli studenti a Medicina? «Così sarebbe impossibile lavorare a Modena» Gazzetta di Modena – .

MODENA. Numero chiuso o numero aperto, questo è il dilemma. Il via libera dal Comitato Ristretto dell’ Commissione Istruzione del Senato per aprire le iscrizioni per facoltà di Medicina e Chirurgia ha suscitato molto scalpore nelle università italiane.

Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri si è subito detta “chiaramente contraria” alla proposta, ma c’è chi invece festeggia e parla già di “addio al numero chiuso degli studenti di Medicina”. Peccato che il testo presentato dal gruppo dei parlamentari non implichi l’abolizione del test d’ingresso, ma piuttosto un semplice rinvio di sei mesi.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA DI UNIMORE

«Non vedo grossi vantaggi in questa proposta – commenta Michele Zoli, presidente della facoltà di Unimore Medicina e Chirurgia – perché c’è il rischio di perdere un anno accademico per gran parte degli studenti che, non potendo proseguire il corso, potrebbero non gradire le alternative in ambito biologico o sanitario. Tra l’altro non si sa ancora se al termine di quel primo periodo ci sarà un nuovo concorso nazionale o se saranno i docenti delle singole sedi a votare e quindi a scegliere, di fatto, chi andrà avanti e chi non”.

Per Zoli il test dopo sei mesi «non è la soluzione al problema dell’attuale carenza di medici, visto che il numero dei medici laureati tra 6 anni, o 10 se pensiamo agli specialisti, sarà lo stesso con qualunque modalità di accesso . Inoltre, si prevede che nel giro di 6-10 anni la carenza non esisterà più”. Senza contare l’ulteriore difficoltà nell’individuare spazi idonei per le lezioni. “Se per sei mesi – prosegue – invece di 200 studenti ce ne fossero mille, sarebbe impossibile insegnare”. Il problema della capienza non è nuovo per la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Unimore, che da anni è alla ricerca di soluzioni adeguate. «Dal 2019 al 2023 il numero degli iscritti al primo anno è passato da circa 140 a 216, cifre che ci hanno portato a trovare nuovi spazi come il cinema Raffaello o il teatro San Carlo. Soluzioni temporanee e non del tutto adeguate, perché per risolvere il problema servono nuove costruzioni. Ci sono progetti in corso, ma il mondo delle costruzioni ha i suoi tempi”.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DEL CORSO DI LAUREA IN MEDICINA UNIMORE

Anche il presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, Paolo Ventura, esprime dubbi sulla possibilità di rinviare di sei mesi il test di ammissione. «Siamo in attesa di notizie su come verranno selezionati gli studenti. Se la selezione fosse affidata agli insegnanti, avrebbero una responsabilità enorme”.

Quel che è certo è che si creerebbero notevoli problemi organizzativi. “Se dopo sei mesi – riflette Ventura – gli studenti che non superano il test si trasferissero in altri corsi di laurea, sarebbero loro a sperimentare il disagio di vedere arrivare centinaia di nuovi studenti a metà anno”. Inoltre c’è il problema della prima retta scolastica da pagare, senza la sicurezza di proseguire il percorso di laurea. «Ma allora – si chiede il rettore del corso di laurea – dove mettiamo tutti questi studenti? Il primo anno c’è molta teoria, ma poi si aggiungono ore di pratica e non ci sono le strutture necessarie per accogliere tanti aspiranti medici”. Anche gli studenti sono d’accordo con gli insegnanti. «Si rendono perfettamente conto che il test d’ingresso ha valore e non è una punizione. Se si andasse verso l’apertura delle iscrizioni tutta la macchina didattica ne risentirebbe e perderebbe qualità”.

SOCI A MODENA

A Modenesela differenza è stata notata anche con ilaumento lo scorso anno da 180 a 216 membri. «Il nostro problema – dice Ventura – è che contestualmente all’aumento degli studenti, ci siamo ritrovati con alcune aule indisponibili per lavori di messa in sicurezza. A malincuore abbiamo spostato i corsi in altre sedi, ma la nostra priorità è tenere tutte le lezioni nel campus tramite Campo IL. Ci sono cantieri per quattro nuove aule, ma a causa di problemi burocratici i tempi si allungano».

Tra l’altro, negli ultimi mesi gli studenti si sono lamentati dei disagi, ma «avevano perfettamente ragione – ammette Ventura – come istituzioni dobbiamo essere in grado di offrire ai ragazzi gli spazi che meritano. Stiamo parlando dei medici del futuro”.

 
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