occhi lucidi e silenzio per l’addio definitivo a Michael Barailler – .

Occhi lucidi e silenzio per l’ultimo saluto a Saint-Pierre a Michael Barailler, un ragazzo di 16 anni morto domenica in un incidente in moto. Mille persone si sono strette attorno alla famiglia, attorno alla mamma Silviaal padre Eddiea suo fratello Tommaso, alla sua ragazza Carlotta, altri amici e parenti. Un mare di gente che la chiesa di Saint-Pierre è riuscita a contenere solo in minima parte.

Occhi lucidi e silenzio per l’addio definitivo a Michael Barailler

Tanti gli amici e compagni di classe dello sfortunato ragazzo in chiesa e fuori. Il giovane ha frequentato l’Itpr di Aosta. Studiava per diventare operatore elettrico.

Sguardi bassi, occhi lucidi tra i tanti ragazzi. Tutti si addolorano come possono. Tutti, forse, sono alla ricerca di risposte difficili da trovare.

Pochi parlano, ma alla fine non c’è molto da dire quando un ragazzo di 16 anni, con tutta la vita davanti e tanti sogni e progetti da realizzare, se ne va.

Don Gabriel Bogatu: «Siamo qui per celebrare la vita»

Le parole per accompagnare Michael nel suo ultimo viaggio sono quindi affidate a Don Gabriele Bogatuparroco di Saint-Pierre.

«Ci ​​avviciniamo in silenzio, in punta di piedi, al dolore di questa famiglia – ha esordito il sacerdote -. Adesso si uniscono le lacrime di chi lo ha conosciuto e amato. In questa chiesa Michele ha ricevuto i sacramenti, che sono segni della presenza della nostra vita. Adesso ci riuniamo per salutarlo per l’ultima volta. Proviamo ad aprire il nostro cuore a quel seme di speranza che Gesù ci offre. Siamo qui per celebrare la vita, non la morte. La vita nuova di Gesù”.

Una domenica di festa, a Saint-Pierre, che si è trasformata in tragedia. «Abbiamo celebrato qui la prima comunione al mattino, chi avrebbe mai immaginato che quella domenica si sarebbe trasformata nella forma del sepolcro?».

Don Gabriel Bogatu: «Non abbiate paura di spendere ogni momento per il bene»

Assistente Gabriele Bogatu continua rivolgendo il suo pensiero ai parenti del giovane. «Chi può rimuovere il macigno dall’anima della famiglia? Capisco questo grande dolore, lo abbiamo provato tutti – dice ancora -. Oggi ci troviamo di fronte al triste “Michael non è più qui con noi”. Ma questo sarebbe l’annuncio più triste se non fosse seguito dall’unica buona notizia tra tante lacrime, siamo fatti per la risurrezione, ciò che ci è stato rubato dal male, dalla tragedia, ci sarà restituito”.

La conclusione è un invito a non avere paura: «Non abbiate paura di spendere ogni singolo istante della vostra vita per il bene. Non aver paura se qualcuno si approfitta della tua buona volontà. Non aver paura se a volte il male grida più forte. Non abbiate paura del perdono, dato e ricevuto. Non aver paura della verità, della tristezza. Non aver paura di dare il massimo. Non abbiate paura dell’onestà, dei nostri e vostri limiti, di essere buoni. E non perché tutto passi velocemente, ma perché ogni singolo istante ha un significato”.

(tp)

 
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