Latina fuori a testa alta. Ma in campionato servivano le prove d’orgoglio – .

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del football.

Il Latina non vince la partita che avrebbe dovuto vincere, che avrebbe meritato di vincere. Lo stallo di Taranto mette fine alla stagione dei nerazzurri, eliminati dai play-off al primo turno, proprio come nello scorso campionato. A differenza della scorsa stagione, quando furono superati dal Monopoli (1-0), questa volta i nostri alfieri hanno evitato la sconfitta e non hanno dovuto fare altro che sottomettersi (e non è poco) alla migliore classifica del Taranto. L’uscita di scena di Latina è stata accompagnata da una grande quantità di complimenti, la netta superiorità di Iacovone è stata riconosciuta anche dagli stessi avversari, ad eccezione di Capuano che come al solito ha interpretato l’istrionismo. Una prestazione maiuscola evidenziata nel post partita, e non poteva essere altrimenti, dal tecnico Fontana che ha inserito termini come orgoglio, sacrificio, dedizione, in una dialettica calcistica epica.

Condivido. Eppure tutti questi complimenti mi bruciano, mi danno fastidio come una gigantesca presa per il culo. La prestazione è stata capitale, ma c’è qualcuno che sa spiegare che importanza ha in una partita da dentro o da fuori, cosa ci facciamo con una grande prestazione a fine stagione? Una prestazione di questo tipo avrebbe avuto senso a inizio campionato, a metà stagione, anche a fine torneo perché è segno di una squadra sana e in crescita. Ma in una partita da vincere assolutamente, che senso ha la soddisfazione di una prestazione davvero fine a se stessa? Mi sembra ovvio che tutti noi, e intendo la società, l’allenatore, i giocatori, i tifosi, la stampa, avremmo preferito una partita molto più modesta e strappato comunque una vittoria non proprio meritata, come è successo nel campionato.

Partiamo a testa alta, ma la prestazione sarebbe stata utile a Potenza con il Sorrento, con la Turris, a Benevento, con il Taranto nell’ultimo turno di campionato e forse non avrebbero subito quattro sconfitte consecutive, e forse la finale. sarebbe stata migliore la classifica, forse non saremmo usciti al primo spareggio e forse saremmo stati tutti più contenti e soddisfatti.

Neppure dire che la bella prestazione di Taranto possa rappresentare il punto di partenza per la prossima stagione perché poi bisognerebbe parlare di continuità, di conferma di Fontana e con lui di buona parte dell’attuale organico, mentre ad oggi non c’è nulla di tutto questo. non è un segno. Anche perché quando si parla di conferme non è solo una partita a fare primavera.

Con Latina fuori dai play-off, si chiude la stagione di questa rubrica che mai come quest’anno è stata seguita dai lettori. Lo ripeto da anni, i editoriali non sono scritti contro o a favore di nessuno, sono nati con il solo intento di non banalizzare la telecronaca delle partite di Latina, di offrire un punto di vista, giusto o sbagliato che sia, che porta il lettore a riflettere, a criticare ma anche a condividere. Spero di esserci riuscito.

Grazie a chi mi ha seguito, grazie ai curatori di questo sito, i fratelli Ferri, che con pazienza e una buona dose di incoscienza continuano a dare spazio alle mie esuberanti considerazioni.

Grazie a tutti!

 
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