Auto rubate e rivendute all’estero, usura e sfruttamento del lavoro, tre misure cautelari eseguite dalla Polizia di Stato – Questura di Modena

Auto rubate e rivendute all’estero, usura e sfruttamento del lavoro, tre misure cautelari eseguite dalla Polizia di Stato – Questura di Modena
Auto rubate e rivendute all’estero, usura e sfruttamento del lavoro, tre misure cautelari eseguite dalla Polizia di Stato – Questura di Modena

Nella mattinata del 6 maggio la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Modena, su richiesta di questa Procura, nei confronti di due cittadini italiani di 50 e 58 anni, e domiciliati arresto per altro cittadino italiano di 61 anni, gravemente sospettati rispettivamente e distintamente dei reati di estorsione e di usura; reati di sfruttamento del lavoro e dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; dei reati di riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
L’attività investigativa della Squadra Mobile è iniziata nel 2019 a seguito di un controllo del tutto casuale da parte del personale della Sezione Polizia Stradale di Modena di un’autovettura, risultata oggetto di furto, con telaio contraffatto e targa falsa. Le indagini hanno consentito di portare alla luce tre distinte attività criminose: un’attività di riciclaggio di veicoli rubati e relativa contraffazione di documentazione e segni distintivi esportati all’estero posta in essere dal cittadino italiano di 61 anni; una serie di atti di usura ed estorsione da parte del 50enne e una complessa rete di frodi fiscali da parte del terzo indagato, 58enne.
Gli agenti hanno accertato che il 61enne, per acquistare tre auto di provenienza furtiva, si era rivolto a un conoscente, il 50enne, che gli aveva concesso un prestito di 40mila euro in contanti, in cambio di il rimborso, preteso e ottenuto attraverso minacce estorsive, di 52.500 euro, con un tasso usurario del 30% in soli 8 mesi.
Per quanto riguarda la posizione del terzo indagato, un imprenditore operante nel modenese, nel corso dell’attività investigativa è emerso che l’uomo gestiva tre distinte società che avevano un rapporto di lavoro con un’impresa, con la quale riusciva a concordare la restituzione di una somma di denaro. parte degli importi delle fatture emesse per sovrafatturazioni finalizzate all’evasione fiscale o al riutilizzo di documenti fiscali fittizi contabilizzati. L’indagato era inoltre responsabile di comportamenti di sfruttamento lavorativo nei confronti dei dipendenti di una sua azienda sia in relazione alle retribuzioni non conformi al CCNL (7 euro l’ora contro 10,47 euro) sia in relazione a permessi e ferie non retribuite, in quanto nonché per la violazione dell’orario di lavoro del personale, che formalmente era classificato come part-time, ma di fatto svolgeva lavoro a tempo pieno oltre alle ore straordinarie.
Supporto alle operazioni esecutive è stato prestato anche da personale della Sezione della Polizia Stradale di Modena e Reggio Emilia. I due destinatari della misura cautelare in carcere erano associati presso il carcere di Reggio Emilia.

 
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