Assistenza sanitaria. Dal 22 gennaio al 5 maggio, 8.008 accessi al Pronto Soccorso di Ravenna – .

Assistenza sanitaria. Dal 22 gennaio al 5 maggio, 8.008 accessi al Pronto Soccorso di Ravenna – .
Assistenza sanitaria. Dal 22 gennaio al 5 maggio, 8.008 accessi al Pronto Soccorso di Ravenna – .
L’accoglienza al Cau di Ravenna

Dal 22 gennaio al 5 maggio gli accessi al Centro di pronto soccorso di Ravenna sono stati 8.008, mentre a quello di Cervia dal 18 dicembre al 5 maggio sono stati 4.595. Nel 35 Centri di pronto soccorso operanti in Emilia-RomagnaLi avevamo quasi 151mila accessi nei primi sei mesi di attività, dal 1 novembre al 5 maggiodato che supera la quota 162 mila (162.081) se vengono anche considerati Ferrara città e provinciail primo ad iniziare su base sperimentale.

Un bilancio che viene confermato positivoanche rispetto all’esperienza di chi ha avuto bisogno di usufruire del nuovo servizio: forza 3.080 questionari sul gradimento delle strutture predisposte a livello regionale, emerge che 84,3% dei cittadini valuta”positivamente” O “molto positivamente” il servizio ricevuto, e per il84,8% IL tempo di attesa era “adeguato” O “ottimale”.

Stabile e sempre alto – oltre l’83% – la percentuale di persone che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura (in media 8 pazienti su 10), mentre le patologie più frequenti (53%) relativi ai problemi di accesso patologie ortopediche, gastrointestinali e minori – confermare come i cittadini abbiano compreso il corretto “uso” dei centri di emergenza, stabilito dalla Regione proprio per la gestione di emergenze a bassa complessitàcontinuando a trattenere il Pronto soccorso IL emergenze.

Un altro fatto importante riguarda i tempo di attesache restano contenuti, 45 minuti in media nell’ultima settimana, con accessi prevalentemente in diurno (82%). Si è infatti registrata la maggiore affluenza tra le 8:00 e le 14:00Nel 68% dei casi dalle persone tra i 18 ed i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, i Caus sono “strutture giovani”: ad oggi, infatti, nei centri di pronto soccorso lavorano 464 medici (205 donne e 259 uomini), di cui oltre il 60% ha meno di 35 anni E Il 53% si sta specializzando.

Dati dal 1 novembre 2023 al 5 maggio 2024

Questi, in sintesi, i dati relativi ai primi sei mesi di attività – dal 1° novembre 2023 al 5 maggio 2024 – del 35 Caus operanti in Emilia-Romagna: 150.799 visite (162.081 considerando anche quelli di Ferrara, i primi ad avviarsi in via sperimentale come cliniche a bassa complessità), il82% di cui in giorno; in media vengono registrati 19 accessi al giorno la mattina (dalle 8:00 alle 14:00) e 16:00 del pomeriggio (dalle 14:00 alle 20:00), tuttavia, variano da un minimo di 1 ad un massimo di 32 accessi giornalieri a notte (dalle 20:00 alle 8:00).

Otto pazienti su 10 (cioè l’83%) inviata al medico curante al termine del percorso, quindi con assistenza e cura ricevute direttamente sul posto; i casi riguardano soprattutto (53%) problemi naturali disturbi gastrointestinali, ortopedici e minori. IL 68% degli accessi sono effettuati da persone tra i 18 ed i 64 annicon tempi medi di attesa di 45 minuti nell’ultima settimana, da un minimo di 3 minuti ad un massimo di 2 ore e 8 minuti.

Valutazione dei cittadini: 84% esperienza positiva o molto positiva

Per ilSi è rivolto ai centri di pronto soccorso l’84,3% dei cittadini a causa di problemi di salute, l’esperienza all’interno del Cau è stata “positivo” O “molto positivo“, sia in termini di accoglienza che di cura. Ciò è confermato dai dati raccolti attraverso il sondaggio che la Regione Emilia-Romagna ha proposto in collaborazione con le autorità sanitarie a partire dal 29 gennaio. SU 3.080 questionari (compilato su base volontaria ed anonima dal paziente stesso o dalla persona che lo accompagna), inoltre, il84,8% crede che il tempo di attesa era “adeguato” O “ottimale”.

“Viva la sanità pubblica”, la campagna di comunicazione della Regione

Il continua campagna di comunicazione che il Regione si è sviluppato per illustrare come funziona il Cau e a quali bisogni risponde.
Indirizzato a tutta la popolazionesi propone di spiegare ai cittadini come cambia l’accesso ai servizi di emergenza-urgenza regionali – quindi dove nascono le CAU e come funzionano e per quali patologie sono indicate – e aumentare la consapevolezza che le servizio sanitario pubblico è un patrimonio comune di grande pregio, da preservare.

Un tema complesso espresso in parole semplici utilizzando tv, radio, affissioni, canali social e materiale informativo disponibile online, nella pagina web dedicata alla riforma del sistema emergenza-urgenza sul sito https://salute.regione.emilia-romagna. it/sito emergenza e nella sezione domande frequenti https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergency/domande-frequenti. Negli strumenti di comunicazione che lo consentono, i messaggi sono riportati nel file cinque lingue adottate in pronto soccorso (italiano, inglese, francese, arabo e cinese).

Anche il podcast fa parte della campagnaSalute pubblica. Lessico familiare“, prodotto da Regione, che affida il racconto del servizio sanitario regionale alle testimonianze e ai racconti di pazienti, operatori e professionisti, una macchina complessa e in continua evoluzione che, giorno dopo giorno al servizio delle comunità, vede migliaia di donne e uomini impegnati nel garantire a ciascuno di noi, senza distinzioni, la migliore assistenza disponibile. Diritti, universalismo, denaro e tempo Sono i temi dei sette episodi, in linea sul sito https://regioneer.it/podcast-lessico-famigliare e sui Canali Spotify e Diffusori della regioneche fanno emergere il valore di questo patrimonio.

 
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