Alla Sala Montanari “L’arte svelata nella Questura di Varese” – .

Alla Sala Montanari “L’arte svelata nella Questura di Varese” – .
Alla Sala Montanari “L’arte svelata nella Questura di Varese” – .

Venerdì 10 maggio A 18 al Sala MontanarLa presentazione del volume si terrà in via dei Bersaglieri 3 a VareseL’arte svelata alla Questura di Varese”. Il libro curato da Serena Contini e dallo storico e assessore alla cultura del Comune di Varese Enzo R.Laforgiaoffre uno sguardo approfondito all’arte e all’architettura di Edificio della Questura di VaresE.
Nel corso dell’evento è previsto un intervento del professore Antonio Orecchiaprofessore di storia contemporanea pressoUniversità dell’Insubria sui contesti storici e culturali rappresentati nel volume.

IL Palazzo Italia, originariamente conosciuto come Palazzo Littorio, è un simbolo tangibile della storia italiana del Novecento. Stabilito in 1933era destinato ad accogliere le varie sezioni del Partito Nazionale Fascista presenti nella neonata Provincia di Varese, nonché la redazione del quotidiano locale”Cronaca prealpina“. Tuttavia il suo significato e la sua funzione sono cambiati nel corso degli anni, fino a diventare l’attuale sede della Questura di Varese.

L’ARTE HA TRIONFATO

Lo scrive il questore di Varese Michele Morelli:«A conclusione di un percorso lungo ed entusiasmante, possiamo dire che, con la pubblicazione di questo volume, l’Arte ha trionfato, grazie alla sinergia tra Istituzioni, Associazioni e Fondazione Comunitaria Varesotto, sinergia che si è concretizzata a partire dal mostra “L’arte svelata nella Questura di Varese”: dalla memoria, la prima Questura trasformata in museo in Italia».

ORIGINI FASCISTE

L’edificio, progettato dall’architetto romano Mario Loreti, si distingueva per il suo disegno imponente, caratterizzato dal campanile che sembrava sfidare la vicina chiesa di San Vittore in Casbeno. Nel corso degli anni ha subito diverse trasformazioni ed interventi, ma il suo passato legato al Fascismo è rimasto indelebile, nonostante alcuni tentativi di cancellare le tracce di quel periodo buio.
“IL stigma del fascismo e cosa era il fascismo e ha rappresentato nella storia globale, nazionale e locale, – spiegano i due curatori nella prefazione al libro – è impresso indelebilmente sulla sua pelle, anche là dove è stato sottoposto a interventi di chirurgia estetico-politica (ad esempio, le iscrizioni marcatamente fasciste poste lateralmente rispetto al corpo centrale furono cancellate e sostituite nel dopoguerra). Ma, a partire da 2018su impulso della Questura di Varese, del Comune di Varese e dell’Associazione Varesevive e grazie al generoso contributo di Fondazione Cariplo e di Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus, è stata effettuata una procedura certosina lavori di ricostruzione storica e conseguente restauro di alcuni dipinti murali realizzati da Giuseppe Montanari tra la fine del 1936 e l’inizio del 1937. Si tratta di un’operazione particolarmente delicata per le complesse funzioni a cui oggi è destinato quel luogo, e per le incomprensioni che tale operazione avrebbe potuto generare nell’opinione pubblica”.

IL LIBRO NON È UN CATALOGO DI MOSTRA

I curatori precisano inoltre che il volume “L’arte svelata nella Questura di Varese” non è stato concepito come un catalogo a sostegno della mostra che si è tenuta dal 19 novembre 2022 al 10 giugno 2023 curata da Serena Contini, ma come doverosa strumento approfondito, offrire al lettore elementi utili a collocare, nella giusta prospettiva e nel corretto contesto, la genesi, la funzione, le scelte stilistiche e architettoniche, la retorica figurativa e spaziale di un edificio, che costituisce una tessera di un più ampio progetto di cultura e trasformazione materiale del Paese”.

 
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