VITERBO-Ancora una volta il quartiere medievale di San Pellegrino si anima. Due autori espongono le loro opere, esprimendosi con due stili alternativi alla fotografia iconica e di impronta: è una nuova categoria estetica, SpazioTempism, capace di un dinamismo nuovo, avvolgente, che evoca nella figura o nel frammento una vita nascosta, insospettabile dal visitatore. La sfida è evocare e rievocare civiltà sepolte o semplicemente frammenti architettonici e statuari che, grazie a questo nuovo strumento, diventano contemporanei a chi li guarda.
Enzo Trifolelli e gli “Etruschi”
Non c’è nulla al mondo che non aspiri a diventare qualcosa di più, e la fotografia in Phototempism si presenta come il risultato di questa aspirazione da parte dell’immagine fissata su un piano.
superficie piana. Ecco quindi la formulazione di un concetto e di una tecnica di ripresa che permettono di restituire nella fotografia sia l’effetto di profondità della terza dimensione spaziale sia quello dello scorrere di uno specifico flusso temporale. SÌ
riesce così a narrare una storia Spazio-Temporale che lega il popolo etrusco agli “ultimi Etruschi viventi”, evidenziando le profonde differenze tra le generazioni precedenti quelle “digitali attuali”. Si può dire che i “riti” tradizionali andranno perduti e rimarranno solo nella documentazione storica.
Carlo D’Orta – Progetto “Vibrazioni”.
Vibrazioni è una ricerca fotografica iniziata organicamente nel 2009. Le finestre dei grattacieli che ci circondano creano un universo parallelo di astrazioni geometriche e informali. È un universo apparentemente virtuale, ma in realtà sempre presente. Siamo noi che gli passiamo accanto inconsapevoli. Ma basta fermarsi un attimo e – come ci hanno insegnato Alexandr Rodchenko, Marcel Proust e Franco Fontana – “Saper Vedere e non solo Guardare”, per cogliere queste vere e proprie immagini pittoriche, prodotte dai riflessi delle finestre. Questo progetto si pone concettualmente – attraverso la scelta dei soggetti, il taglio delle inquadrature e, talvolta ma non sempre, la saturazione dei contrasti di luce e colori – al confine tra fotografia e pittura.