Tre coltellate, uno superficiale e due profondi, rispettivamente al rene e al duodeno. Le condizioni del vice ispettore capo Cristiano Di Martino sembravano molto seri fin dall’inizio. Nella notte tra il 7 e l’8 maggio, il 35enne è stato aggredito da un marocchino irregolare alla stazione di Lambrate, dove quest’ultimo stava lanciando pietre contro i treni. Il poliziotto è stato subito soccorso dagli operatori sanitari del 118 e trasportato in codice rosso al Niguarda, dove è stato sottoposto ad un delicato chirurgia dal Trauma team dell’ospedale milanese da un’equipe di medici specializzati negli interventi di emergenza.
Come confermato dalla Polizia di Stato, Di Martino è rimasto più di sette ore sotto i ferri: ferite profonde alla schiena causate dalla lama lunga venti centimetri, che danneggiano diversi organi interni e grossi vasi del torace e dell’addome. Il poliziotto ha perso molto sangue e ne aveva bisogno trasfusioni, settanta per la precisione: quaranta sacche di sangue e trenta sacche di plasma. Un intervento delicatissimo: il Corriere della Sera comunica che Di Martino se n’è andato cinque volte in arresto cardiaco.
Di Martino è uscito dalla sala operatoria alle 9.30: il suo Le condizioni sono critiche ma stabili, la prognosi è riservata. Come da prassi, è stato portato dentro terapia intensiva, dove potrà ricevere visite solo da parte dei familiari. All’ospedale milanese sono arrivati l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso e il questore Vittorio Pisani. La Polizia di Stato ha ringraziato l’ospedale Niguarda e l’equipe medica che lo ha operato“con elevata professionalità ha assicurato le migliori cure intervenendo tempestivamente per salvare la vita del vice ispettore”.
Il presidente Sergio Mattarella si è informato sulle condizioni di salute di Di Martino con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che segue con apprensione l’evolversi delle condizioni di salute del viceispettore.