Turismo di lusso, la Sicilia rilancia – .

La Sicilia è una meta per il turismo di lusso? Sembrerebbe di sì e del quartiere”Sicilia Ospitalità di Lusso” ha tutta l’intenzione di rilanciare un settore che possa attrarre non solo visitatori ma anche e soprattutto investitori.

Ne è sicuro Andrea Guminapresidente della circoscrizione, siciliano d’origine ma romano d’adozione, con un curriculum che spazia dai dottorati di ricerca agli incarichi in Confindustria, alle consulenze per la Pubblica Amministrazione, agli incarichi nella prestigiosa associazione Amerigo e nella Fulbright.
A lui quindi, insieme all’intero ente del Turismo di Lusso, il compito di garantire che i turisti alto spendenti, cioè i cosiddetti high spenders, scelgano la Sicilia come meta dei loro viaggi. E per fare questo sono necessari elevati standard qualitativi, che devono essere rigorosamente rispettati dagli operatori del settore.

Hai bisogno di qualità assoluta

Il distretto è nato circa due anni fa ma da poco ha iniziato la sua piena operatività. Come ti muoverai?
“Ci sono due grandi gruppi di lavoro. Uno ha l’obiettivo di aggregare il maggior numero possibile di operatori di qualità. E quando dico qualità, riferendomi al termine lusso, intendo quello che desidera uno straniero quando viene a visitare la Sicilia. Allora questa diventa qualità assoluta. Per individuare la qualità assoluta ci avvaliamo di un team di esperti che individuano i parametri, quasi una sorta di capitolato”.

Andrea Gumina

“Questo gruppo di lavoro – prosegue Gumina – avrà il compito di individuare gli operatori di fascia alta, aggregarli e mantenerne la qualificazione. Avrà anche il compito di seguire la formazione degli stessi operatori, di elevarne gli standard. Perché chi viene da fuori deve vivere un’esperienza di eccellenza. Il secondo gruppo perseguirà il secondo obiettivo: attrarre investimenti immobiliari. Il settore immobiliare, infatti, deve riflettere il lusso e l’eccellenza dell’abitare e il tema di dare a questo territorio le opportunità che merita è centrale nel nostro lavoro”.

“Innanzitutto è fondamentale dare la percezione esatta e corretta di un’altissima qualità degli standard turistici – aggiunge Gumina -. E questa percezione deve arrivare agli operatori e ai visitatori. Personalmente ho un ottimo dialogo con i grandi investitori internazionali e sarà messo al servizio del Distretto”.

Cosa chiedono gli investitori internazionali per venire in Sicilia?
“È logico che, prima di tutto, vogliano il ritorno. E poi vogliono che le operazioni che fanno siano in linea con una certa dimensione. Mi spiego meglio: è difficile che qualcuno decida di investire, ad esempio, 15 milioni di euro in una zona che non conosce o che associa, magari, solo a Taormina o a qualche località vista in qualche fiction”.
È quindi necessario fare rete tra luoghi noti e meno conosciuti

Formazione nel turismo di lusso

Abbiamo parlato di formazione, tassello fondamentale per un salto di qualità verso un turismo di lusso la cui utenza è largamente abituata a livelli altissimi in tutti gli aspetti dell’ospitalità. Ne parliamo con Toti PiscopoAmministratore unico di Comunicazione e immagine di Logos srlesperto di turismo e uno degli ispiratori del Distretto stesso.
Per un’ospitalità di alto livello, sarà necessario personale di alto livello. Abbiamo la possibilità di allenarci adeguatamente?
“In Sicilia esistono centri di eccellenza per la formazione e si stanno sviluppando sempre più contatti con aziende qualificate dove si possono svolgere stage, strategici per il completamento del percorso formativo. Il problema principale resta la tutela delle risorse umane che devono essere impiegate per 12 mesi l’anno e non solo per rapporti stagionali o peggio precari. Per questo occorre creare le condizioni per favorire l’allungamento delle stagioni”.

Toti Piscopo

Il Made in Italy è ormai un marchio. Cosa serve per affermare il marchio Made in Sicily?

“Un marchio più riconosciuto nei settori della moda, dell’agroalimentare e un po’ meno nel turismo, non per gli aspetti culturali ma per quelli dei servizi – precisa Piscopo -.
Il made in Sicily è invece tornato di moda, avendo recuperato un’immagine positiva e un’attrattiva che lo rendono tra le destinazioni più cliccate sui motori di ricerca. Un momento magico che va però rafforzato e consolidato. Il turismo è un settore economico produttivo e democratico, capace di ridistribuire la ricchezza in misura pari all’impegno professionale e imprenditoriale che ognuno è in grado di dare. Ma questo non basta. Serve un sistema di governance dell’intero settore che abbia una visione di sviluppo per l’intero territorio in una logica di programmazione, pianificazione, marketing e comunicazione. È necessario stimolare una politica commerciale ragionata e pianificata nel breve, medio e lungo termine. Solo così potremo parlare del made in Sicily come marchio riconoscibile e riconosciuto”.

E proprio per promuovere il brand d’eccellenza dell’ospitalità siciliana, attraverso un programma promozionale che prevede il viaggio della nave “Amerigo Vespucci” in diversi paesi del mondo per presentare l’eccellenza italiana, il 28 giugno il distretto verrà presentato alla comunità di Los Angeles.
Appuntamento ora a Taormina il 30 e 31 ottobre per gli Stati Generali del turismo di lusso.

Ma cosa si intende per Ospitalità di Lusso?

La definizione non deve trarre in inganno perché non riguarda solo gli alberghi dalle 5 stelle in su, fino alle 7 stelle. Il turismo di lusso è il turismo fatto da individui che hanno un’elevata capacità di spesa, turisti che spendono molto (alto spendente), appunto, che hanno la possibilità di viaggiare anche 4 o 5 volte l’anno, grazie ad un reddito elevato. Sono esigenti e cercano standard elevati in termini di eleganza, raffinatezza, esclusività e soddisfazione di tutte le loro esigenze. Sono alla ricerca di esperienze uniche ed esclusive, attori di un turismo che negli ultimi anni è notevolmente aumentato. L’Enitl’Agenzia Nazionale del Turismo, afferma che il 45% dei turisti alto-spendenti è stato in Italia almeno una volta negli ultimi 5 anni, un dato in forte crescita.

L’attrattiva del brand Made in Italy

Volendo fare il punto, il turismo di lusso che arriva in Italia è sicuramente alla ricerca di “esperienze esclusive” che siano un mix di viaggi di lusso, la possibilità di godere dell’alta qualità del “Made in Italy” di cui parlavamo prima, nella sua varie declinazioni: dall’enogastronomia allo shopping e alla cultura.
Dei circa 25 miliardi di euro che i turisti alto spendente portano in Italia, 7 miliardi sono per l’alloggio. La fascia di spesa più alta riguarda soprattutto i turisti stranieri che affrontano una spesa media di 184 euro al giorno per persona (110 euro in più rispetto al turista straniero medio in Italia, per il quale la spesa per l’alloggio si ferma intorno ai 70 euro) e per acquisti di beni e servizi in la zona per 209 euro.
Non dimentichiamo il fatturato che gli high spender creano nel settore delle creazioni tipiche dell’artigianato: spendono circa il 25% contro il 19% dei turisti italiani (Inserisci dati).

 
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