via libera al risarcimento – .

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Innanzitutto più controlli da parte delle forze dell’ordine grazie ai finanziamenti per le nuove assunzioni. E, ancora, il Ministero dell’Ambiente è aperto al risarcimento civile per il disastro ambientale avvenuto nella Terra dei Fuochi. Il primo punto è uno dei temi discussi ieri mattina nel corso del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato ad Acerra, dai prefetti di Napoli e Caserta, Michele Di Bari E Giuseppe Castaldo, con la partecipazione dell’associazione e dei vescovi; il via libera all’ipotesi risarcitoria, dopo ulteriori accertamenti, arriva invece dal ministero su richiesta dei vertici di Legambiente e Libera.

«Siamo qui per parlare di uno dei tanti luoghi del fuoco presenti in Italia. C’è stata un’interlocuzione con tutti i soggetti coinvolti per la prevenzione e la repressione di questo fenomeno”, spiega il prefetto Di Bari. Poi aggiunge: “Seguiranno altri incontri su singoli temi che riguardano soprattutto la prevenzione e la repressione per la tutela della salute, quindi analisi dell’acqua e dell’aria. E, ancora, per contrastare incendi e discariche abusive, i Comuni avranno la possibilità di stanziare ulteriori agenti di polizia locale o aumentare le ore di straordinario”. Il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldohanno evidenziato i risultati conseguiti in termini di contrasto agli sversamenti illeciti di rifiuti e agli incendi anche nei 34 comuni della provincia che ricadono nella Terra dei Fuochi grazie all’attività svolta in sinergia dal responsabile del Gruppo Strade Sicure/Terra dei Fuochi , le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la polizia municipale.

Grazie a un prestito ad hoc, stanziato dal Viminale, di 1,5 milioni di euro (930mila per i 56 comuni napoletani e 570 per i 34 comuni casertani) a cui i comuni potranno attingere. La prefettura vigilerà per garantire che vengano utilizzate ore di straordinario o uniformi extra per questi compiti specifici. D’altronde il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donnapoco prima era stato chiaro: «Non vorrei che gli agenti eventualmente venissero chiamati a svolgere altre funzioni, come quelle stradali. Perché la priorità è un’altra”.

A cominciare dal tema della bonifica. «Un tema molto difficile – prosegue Di Donna -: Non so cosa verrà fatto, ma penso che sarà difficile realizzarlo qui. Vorrei essere più ottimista sulla bonifica ma almeno da questo incontro è emersa soprattutto la chiara volontà espressa dal Prefetto di Napolifar dialogare le istituzioni tra loro perché non sempre c’è, soprattutto sul tema della lotta alle terre dei fuochi”.

Intanto sul caso si sta occupando il Ministero dell’Ambiente Pellini avvia l’azione risarcitoria. Per questo ha invitato “l’ISPRA a fornire il supporto tecnico richiesto dall’Avvocatura dello Stato ai fini della prossima azione di risarcimento civile”. «Soddisfatti della risposta di Mase auspichiamo che vengano attivate tutte le procedure giudiziarie per bloccare immediatamente il patrimonio di oltre 200 milioni di euro dei fratelli Pellini. E lo deve fare prima che quei beni tornino, per vizi formali, nella disponibilità di chi li ha accumulati, secondo la magistratura, abusivamente”, esulta Legambiente.

La notizia arriva a poco più di un mese dalla decisione della Corte di Cassazione di annullare, senza rinvii, il decreto di confisca relativo ai beni (circa 200 milioni) dei tre fratelli Pellini, imprenditori del settore rifiuti condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento nel territorio di Acerra. Anche se non è escluso, come scrive la stessa Corte di Cassazione, che si possa procedere ad un secondo sequestro.

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