“Il Bologna sarà alla pari delle grandi”, si avvera la promessa di Saputo al decimo anno – .

“Il Bologna sarà alla pari delle grandi”, si avvera la promessa di Saputo al decimo anno – .
“Il Bologna sarà alla pari delle grandi”, si avvera la promessa di Saputo al decimo anno – .

“Alla fine del percorso il Bologna potrà essere alla pari delle grandi squadre, ancora in grado di lottare per l’Europa League, la Champions League e lo Scudetto”. Così quasi nove anni fa (era l’estate del 2015) il presidente del Bologna Joey Saputo ha parlato dei progetti per il futuro dopo il primo anno alla guida del club, anche se nella prima parte – cioè da ottobre a giugno – ha lavorato fianco a fianco con Joe Tacopina.

Lo stesso avvocato newyorkese era infatti a capo di quella cordata nordamericana che ha rilevato la squadra, reduce dalla retrocessione e prossima al fallimento, appena caduta in Serie B tra le proteste sotto la guida di Albano Guaraldi. Dopo un anno chiuso con una promozione combattuta contro il Pescara, Saputo ha poi preso il comando, portando con sé quello Claudio Fenucci che è ancora al suo fianco e sta iniziando un lungo percorso di ripresa che lentamente ha cominciato a cuocere il sogno europeo. Un percorso che andò avanti non senza difficoltà o contrasti con il Bologna che si stabilizzò in Serie A, prima attestandosi sopra la zona sicurezza e poi proseguendo in campionati senza infamia e senza lode, condizionati da finali di stagioni spesso dimenticabili e senza obiettivi.

La vera svolta arrivò due anni fa con l’arrivo di un manager del genere Giovanni Sartori e poi con la chiamata di Thiago Motta nel mese di settembre per sostituire a Sinisa Mihajlovic che non è riuscito più a trasmettere alla squadra – non solo a causa della malattia – quell’energia e quella determinazione che avevano caratterizzato la stagione in cui era subentrato a Filippo Inzaghi e quella successiva. Due mosse molto azzeccate che hanno dato al pubblico la sensazione che si potesse finalmente legittimamente aspirare a qualcosa di più. Lo spostamento del presidente, spesso criticato in passato per l’eccessiva distanza fisica, a Bologna (dove ormai vive per lunghi periodi dell’anno) ha poi fatto sentire ancora più vicina la presenza della proprietà. Una presenza che ha portato a ridurre drasticamente le critiche nei suoi confronti, comprese quelle di spendere poco nonostante abbia messo in questo decennio oltre 300 milioni al servizio del Bologna, mantenendo un certo equilibrio nei conti e crescendo anche in termini di infrastrutture – come il Centro Sportivo di Casteldebole – Bologna.

A dieci anni dalla retrocessione, dopo mille pillole amare mandate giù dai tifosi, l’ultimo posto nell’inverno del 2019 (un’altra svolta), il progetto Saputo è finalmente decollato e ha riportato il Bologna a quella coppa giocata solo dopo l’ultimo scudetto vinto. nel ’64 (in cui uscì per il lancio della monetina). E ora la parola da sistemare sarà ‘continuità’ per far sì che questo exploit non diventi un’eccezione, ma un’abitudine perché nella mente di Saputo già 10 anni fa c’era un Bologna capace di eguagliare i grandi e questo, eccolo sicuro di dirlo, era solo il primo passo.

 
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