Chi è Giovanni Sartori, l’uomo che ha portato il Bologna in Champions League e non usa WhatsApp – .

Giovanni Sartori è l’uomo che ha portato il Bologna in Champions League, realizzando un’altra impresa dopo quelle con Chievo e Atalanta: un allenatore vecchio stile, un talent scout che preferisce vedere i giocatori dal vivo e non usa nemmeno WhatsApp.

IL Bologna è rientrato Champions League Dopo 60 anni. Qualcosa di molto vicino a un miracolo sportivo. Dietro questo risultato c’è Giovanni Sartori, un uomo quasi abituato ai miracoli. Che in ognuno dei club in cui ha avuto un ruolo dirigenziale ha ottenuto risultati al di sopra delle aspettative, dal ‘Chievo dei miracoli’ all”Atalanta delle meraviglie’. E a che ora, da responsabile dell’area tecnica del club bolognese, ha tutto il Bologna ai suoi piedi.

Chi è Giovanni Sartori, l’uomo che ha portato il Bologna in Champions League

Sartori è un manager che parla poco, non gli piace essere sotto i riflettori. Nonostante le tecnologie che permettono di vedere tantissime partite in streaming e di avere accesso a una quantità di dati pressoché infinita, lui crede ancora moltissimo vedere i giocatori dal vivo. Nelle interviste degli ultimi mesi lo ha affermato “Guarda 90 partite dal vivo all’anno” e che non hai Whatsapp installato sul tuo cellulare. Un personaggio in un certo senso vecchio stilema capace di comprendere meglio il calcio moderno e di portare le squadre sotto la sua guida al raggiungimento dei massimi risultati mai toccato prima.

Un passato da calciatore professionista, con le giovanili del Milan, con cui ha collezionato qualche presenza in Serie A, e una carriera da giocatore passato tra Serie B e Serie C. Si ritira dal calcio giocato nel 1989, le ultime 5 stagioni trascorse al Chievo, dove ricoprirà il ruolo di vice allenatore fino al 1991. Da lì inizierà la sua carriera da Direttore Sportivo, diventando uno degli artefici del “Chievo dei miracoli”.

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La scalata con il “Chievo dei miracoli”

Sartori assume il ruolo di DS con la squadra di Serie C e, nel 2001li portò alla loro prima storica partecipazione nella massima serie. Da esordiente in Serie Amolti si aspettano un campionato senza grandi pretese, con l’obiettivo di ottenerne al massimo una “salvezza tranquilla”.

Giovanni Sartori al Chievo

Ma la stagione andrà in maniera decisamente diversa. Con Gigi Delneri in panchina il Chievo ha sorpreso tutti. Nei primi mesi di campionato riuscirono ad imporsi come squadra rivelazione e rimasero in testa alla classifica per gran parte del primo turno e sfiorando il titolo di campione invernale. La stagione si concluderà con il Chievo al 5° posto, e il qualificazione alla Coppa UEFA.

L’approdo all’Atalanta: c’è lui dietro la Dea delle meraviglie

Sartori lascia il Chievo 2014, andando all’Atalanta. In questo caso la prima stagione fu decisamente più complicata, con la squadra a rischio retrocessione per l’intera stagione. L’anno successivo le cose cominciano a migliorare, con gli Orobici che riescono ad ottenere una salvezza tranquilla.

Giovanni Sartori all’Atalanta

Ma è nel campionato 2016-2017con l’arrivo di Gian Piero Gasperini in panchina, che il La dea prende il volo. Anche se l’allenatore, che ha recentemente portato l’Atalanta in finale di Europa League, ha rischiato l’esonero dopo sole 5 giornate, i bergamaschi si classificheranno in 4° posto a fine campionato, il rientro dopo 26 anni nelle competizioni UEFA.

A Bologna per una nuova impresa

Sartori arriva Bologna nell’estate del 2022e immediatamente ccambiano le ambizioni dei rossoblù. Una squadra abituata a stare in fondo alla classifica si è ritrovata ad avvicinarsi all’Europa la scorsa stagione. Poi, quest’anno, raggiungere l’obiettivo Champions League.

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Un sogno che sembrava irraggiungibile nell’estate in cui Thiago Motta, dopo l’amichevole giocata il 2 agosto contro l’Az Alkmaar, ha definito la squadra “non competitiva per il campionato”. Dall’Olanda arriveranno tre giocatori, Beukema, Karlsson e Odgard, che saranno molto importanti nel cammino del Bologna. Una stagione che ha riportato i rossoblu nella massima competizione europea dopo 60 anni, in cui l’unità del gruppo ha fatto la differenza, e dove ognuno ha portato il proprio contributo. E se Thiago Motta, di cui non si conosce ancora il futuro per la prossima stagione, ha sicuramente avuto grandi meriti, non va dimenticato il ruolo di chi dietro le quinte è stato il “sarto” di questa impresa.

 
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