«I sardi non sono complici della guerra» – .

«La data del 2 giugno è simbolica, perché riappropriamo il giorno in cui si festeggia la Repubblica Italiana, che considera la nostra terra come un’area da cui trarre profitto, usandola a suo piacimento e affittandola a diversi eserciti, a multinazionali dell’energia e alle persone più ricche del mondo”. Così A Foras, il movimento che lotta contro l’occupazione militare della Sardegna, che questa mattina al Molo Ichnusa di Cagliari, davanti a due navi da guerra, ha indetto una manifestazione per il 2 giugno da piazza San Bartolomeo al Poetto a Cagliari.

«Il 66% del demanio militare italiano si trova nella nostra Isola, ma anche tutto il resto della Sardegna è utilizzato dai militari: a Teulada, Quirra e Capo Frasca ci sono i poligoni di tiro più grandi d’Europa, ma l’occupazione militare persiste anche su altre paesi e città, che aumentano ogni giorno di più, senza fermarsi, come vediamo ad esempio nei terreni confiscati e nelle aree costiere interdette militarmente, per rendere possibile la costruzione del collegamento tirrenico o nei famosi CPR, monitorati a vista da l’esercito”.

Per gli organizzatori – A Foras e l’associazione Amicizia Sardegna Palestina – quest’anno il 2 giugno assume un significato ancora più forte, a causa della guerra che infuria in ogni angolo del mondo e in particolare a Gaza. «Ci ​​vediamo il 2 giugno a Cagliari per dimostrare che il popolo sardo non è complice, e vuole vivere in una Sardegna libera dall’occupazione militare, solidale con il popolo palestinese e con tutti i popoli per un Mediterraneo pacifico».

©Tutti i diritti riservati

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV gli Irpini sono ancora vivi
NEXT Fasano in lutto per la tragica scomparsa dell’imprenditore Giacomo Rosato – .