Secondo l’ultimo rapporto ISTAT, presentato ieri alla Camera dei Deputati dal presidente Francesco Maria Chelli, nel 2023 la popolazione italiana in povertà assoluta è salita al 9,8%, raggiungendo “livelli mai raggiunti negli ultimi dieci anni”. In altre parole, sono circa 5 milioni e 752mila gli italiani (quasi uno su dieci) che vivono con una spesa mensile per consumi inferiore a 560-600 euro al Sud, 700-800 euro al Centro e 750-840 euro al Sud. il Nord. Queste soglie monetarie (utilizzate per definire la povertà assoluta) sono considerate appena sufficienti a coprire le spese necessarie per condurre uno standard di vita accettabile. Un dato parallelo e altrettanto allarmante riguarda la povertà delle famiglie italiane per le quali le soglie di povertà assoluta vengono calcolate prendendo in considerazione alcuni parametri come l’età e il numero dei componenti della famiglia, la regione e la tipologia di comune di residenza. Nel 2023 sono circa 2 milioni e 235mila le famiglie che non riescono – letteralmente – ad “arrivare alla fine del mese”.
Le maggiori disuguaglianze economiche riguardano soprattutto le nuove generazioni: più una persona è giovane – sottolinea Chelli – più è probabile che abbia difficoltà. Si calcola, infatti, che 1,3 milioni di minori (il 14% del totale) versano in condizioni di povertà assoluta. Un altro dato preoccupante è quello dei lavoratori “vulnerabili”, poiché l’11,5% dei cittadini occupati è a rischio povertà (8,2% se si considerano solo i dipendenti). Rispetto agli altri Paesi Ue, che hanno registrato – nell’ultimo quinquennio – un aumento moderato (con tassi compresi tra l’1,1% in Francia e il 5,7% in Germania), in Italia è invece diminuito (del 4,5%) il potere d’acquisto dei salariali dovuti a vari fattori quali alti tassi di inflazione, bassa qualità del lavoro, precarietà del lavoro, mancanza di accesso a un’istruzione di qualità e discriminazione sociale. Insomma, il lavoro retribuito non è più – come in passato – garanzia di benessere economico e sociale nonostante il numero degli occupati in Italia non sia mai stato così alto da 20 anni a questa parte (23 milioni 738 mila a gennaio 2024).
Rispetto a questi dati ci sono quelli relativi alla ricchezza del Paese. Nel 2023 il Prodotto Interno Lordo (PIL) reale (che tiene conto solo della quantità di beni e servizi prodotti senza essere influenzato dai prezzi correnti) è tornato a quello del 2007, cioè prima della profonda crisi economico-finanziaria seguita al crac Lehman. . Tuttavia, se consideriamo il PIL nominale (che si basa sui prezzi correnti dei beni e servizi prodotti), nel periodo 2019-2023 l’Italia è stata l’economia europea che è cresciuta a un ritmo più veloce di tutti gli altri paesi europei (Spagna, Francia e Germania inclusa).
Il quadro che abbiamo davanti a noi è quello di un’Italia più povera ma con un’economia più ricca che cresce a tassi molto più elevati rispetto agli altri partner europei. Questo “paradosso” ci spiega perché in Italia il divario tra ricchi e poveri cresce sempre di più, con la ricchezza del Paese sempre più concentrata nelle mani di pochi!
Di fronte a questa emergenza sociale, la Comunità di Sant’Egidio ha avviato una serie di iniziative e programmi innovativi per offrire sostegno concreto e solidarietà a chi vive in situazioni di povertà e disagio.
Da molti anni Sant’Egidio gestisce una rete di mense per i poveri in tutta Italia (le “Case dell’Amicizia”), offrendo pasti caldi e nutrizionalmente equilibrati a chi si trova in situazioni di povertà e marginalità. Queste mense non solo forniscono cibo e sostentamento fisico, ma offrono anche un luogo di incontro e di solidarietà, dove le persone possono trovare conforto e sostegno nei momenti di difficoltà.
Sant’Egidio offre anche sostegno legale e pratico a coloro che lottano contro la povertà e l’esclusione sociale. Attraverso programmi di sostegno e assistenza legale, Sant’Egidio aiuta le persone a orientarsi nel sistema legale e a difendere i propri diritti di fronte a situazioni di sfruttamento e discriminazione.
Per combattere la povertà educativa, la Comunità organizza corsi di formazione e programmi di inserimento lavorativo che offrono competenze pratiche e formazione professionale, aiutando le persone a trovare lavoro e a migliorare le proprie prospettive economiche.
Per spezzare il ciclo di povertà ed esclusione sociale che colpisce oggi 1,3 milioni di minori, Sant’Egidio promuove programmi di educazione e sostegno per i bambini provenienti da famiglie svantaggiate. Questi programmi offrono sostegno accademico, attività extrascolastiche e assistenza sociale e psicologica per aiutare i bambini a realizzare il loro pieno potenziale e a costruire un futuro migliore per se stessi e per le loro comunità.
Alla fine. Oltre alle attività di assistenza diretta, Sant’Egidio è impegnata anche in attività di sensibilizzazione e advocacy per promuovere una maggiore consapevolezza e azione sul tema della povertà in Italia. Attraverso campagne di sensibilizzazione, eventi pubblici e lobbying politico, Sant’Egidio cerca di mobilitare la società civile e le istituzioni per affrontare le cause strutturali della povertà e promuovere politiche pubbliche più inclusive e solidali.
In sintesi, Sant’Egidio ha avviato ormai da anni una mobilitazione di massa senza precedenti per contrastare la povertà in Italia, ma ha bisogno della solidarietà di tutti. Attraverso il sito è possibile effettuare donazioni per sostenere chi è povero, debole, straniero, anziano e malato, restituendo a ciascuno la dignità di persona e assicurando loro un cammino di speranza. Donando puoi davvero cambiare il destino di molte vite.