Il Cammino di Santiago in Sicilia, Scrusciu di l’amuri – .

I 130 km del percorso sono suddivisi in sei tappe Il Cammino di Santiago in Siciliaun cammino di fede che permette di ammirare la natura, i borghi, le bellezze architettoniche, il pregiato artigianato.

Nato da un’idea di Totò Trumino durante il periodo Covid ha già accolto quasi 5000 pellegrini provenienti da ogni parte. E di questo viaggio della Sicilia, che ha due città lungo il suo percorso patrimonio DELL’UNESCO (Piazza Armerina per la meravigliosa villa romana del Casale e Caltagirone), chiediamo all’ideatore e coordinatore del progetto di raccontarcelo.

“Era in pieno lockdown e io, in a andrà tutto bene e un altro, non potendo andare in pellegrinaggio e compiere i miei viaggi in Spagna o altrove nel mondo – racconta Trumino – ho cominciato a pensare a come sfruttare al meglio il tempo che il Covid ci stava portando via. Io, tra l’altro, sono anche Hospitalero (Gli Hospitaleros sono coloro che si dedicano anche all’accoglienza dei pellegrini, ndr), e cominciai a leggere una serie di volumi che erano veri resoconti del culto giacobino in Sicilia. Quanti sanno che in Sicilia ci sono 40 chiese Iacopee sparse sul territorio dell’isola e che di queste, cinque custodiscono le reliquie di San Giacomo? Sono a Caltagirone, Capizzi, Gratteri, Galati Mamertino, Messina”.

Ma come è nato il percorso?

“A quel punto ho studiato la possibilità di unire la città di Caltagirone con quella di Capizzi. Sono di Piazza Armerina, dove ce n’è uno Domus Hospitalia, una chiesa che veniva utilizzata per accogliere i pellegrini. Fondato nel XIV secolo dai Cavalieri di San Giacomo d’Altopascio, tra i primi Templari a garantire ospitalità e viaggi sicuri ai pellegrini, oggi verrà recuperato e trasformato in ostello dell’ospitalità, grazie ad un prestito di quasi 250mila euro da parte di Ministero del Turismo, ottenuta partecipando ad un bando di gara. Tornando alla definizione del percorso, ho iniziato ad andare sul territorio, parlare con i pastori, individuare strade, binari, tratti ferroviari abbandonati e così è nato il nostro cammino di San Giacomo in Sicilia. Ho completato la tracciatura del percorso il 10 maggio 2021.”

Ma non può fare tutto da solo, siete in gruppo?
“Sì, siamo un gruppo. Abbiamo creato ilAssociazione Borgo San Giacomo di Piazza Armerina, con sede presso Domus Hospitalia, associazione che gestisce l’intero percorso, da Caltagirone a Capizzi”.

Un viaggio ricco e variegato, tra natura e arte, tra artigianato e fede.

“È un percorso ricco anche di opere d’arte donate da diversi artisti. Sono opere realizzate con materiale riciclato di qualsiasi tipologia. Quasi un museo a cielo aperto. C’è una croce di ferro, ad esempio, un palo di legno alto quasi 7 metri in cima al quale c’è una croce. I pellegrini presero l’abitudine di porre una pietra alla base del palo. La pietra, raccolta a Caltagirone, rappresenta le ansie e le paure di tutti e lasciarla ai piedi della croce è come abbandonare ansie, pensieri negativi e preoccupazioni. Si entra anche nel cuore della miniera Floristella, che è un bellissimo parco minerario, notevole esempio di archeologia industriale. Poi si passa attraverso i tunnel che portano ad Assoro e così via, tutto un viaggio sorprendente ad ogni passo, con i meravigliosi paesaggi della Sicilia”.

La magia del turismo lento

La bellezza di questi cammini può risiedere anche, al di là delle ragioni di fede, nella scoperta di luoghi e paesi al di fuori del turismo di massa?
“Certo. La mobilità dolce, il turismo lento, è sempre stato un turismo di nicchia, perché tutti possano apprezzare il centro della Sicilia, quella parte che non è stata ancora contaminata da un’edilizia abusiva selvaggia, come avviene lungo le coste”.

I pellegrini stimolano anche l’economia locale.
“Abbiamo fatto dei calcoli approssimativi: i circa 4800 pellegrini, arrivati ​​da tutto il mondo, australiani, sudafricani, europei, per i sei giorni di cammino con una media di 60 euro al giorno, hanno prodotto un’economia importante per le località lungo la strada. A Mirabella Imbaccari, per esempio, o ad Assoro, dove dopodomani, domenica, saremo per una presentazione, sono posti che non avevano letti perché lì non alloggiava nessuno. Adesso si stanno preparando. Hanno imparato ad apprezzare e ad amare i pellegrini e le persone in rete per accoglierli. Faccio l’esempio di Assoro, dove all’inizio c’erano solo 4 posti letto: oggi sono 35”.

Fine settimana in viaggio

Promuovete anche i “weekend camminando”? Che tipo di percorso si può fare in due giorni?
«Siamo organizzati con guide ufficiali, anche per cicloturisti, a disposizione per chi vuole partire in gruppo. Chi non riesce a trovare un’intera settimana per fare il Cammino di San Giacomo in Sicilia può dividerlo in tre weekend: ogni sabato e domenica si completeranno due tappe e si completerà l’intero Cammino in tre weekend”.

C’è bisogno di ricercare una dimensione personale nell’affrontare un viaggio? Nell’ascoltare il silenzio rotto solo dal rumore dei passi sul marciapiede? Quasi una poesia.
“Due anni fa ero a Milano alla fiera Fai la cosa giusta, organizzata dalla casa editrice Terre di Mezzo, per promuovere il viaggio. Ero lì con le mie figlie e ho scritto una poesia che racconta cos’è lo scrusciu di l’amuri, cioè il suono dell’amore. Per me, per chi cammina, esso Crusciciu di l’amuri è il suono dei passi nel silenzio, delle scarpe sul cammino, con il suono del battito del cuore. Da questa poesia è nata una canzone scritta in collaborazione con un musicista locale, canzone che è diventata l’inno di tutti i pellegrini che intraprendono il Cammino di San Giacomo”.

Il cammino di San Giacomo è solo una parte di un progetto molto più ampio, nell’idea di Totò Trumino, che vuole tracciare la rotta Iacopea nel Mediterraneo, o cammino Maltese. Partendo da Malta, passando per la Sicilia, si va in Sardegna per arrivare a Barcellona e arrivare a Santiago de Compostela, per un totale di circa 3600 km di cammino”.

Preparati ad affrontare il viaggio

È sempre bene ricordare che per intraprendere un viaggio, anche se sportivo, è necessaria preparazione. Fare 25/30 km al giorno, per 6 giorni consecutivi, è impegnativo.
“Il primo giorno c’è adrenalina, il secondo continuiamo ad andare avanti, ma dal terzo giorno, se non c’è un po’ di preparazione, diventa davvero difficile – aggiunge Trumino -. Ci sono tappe che mettono a dura prova ginocchia e gambe”.
Il progetto del Cammino di San Giacomo in Sicilia e il suo ideatore non si fermano mai: il prossimo passo sarà cercare di renderne una parte percorribile, in tutta sicurezza, anche per chi presenta qualche disabilità. E sono già al lavoro.

 
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